capitolo 10

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Non so decidere che cosa balzi prima ai miei occhi, se l'albero sul quale vi è stata costruita una casetta interamente di legno oppure se il grande porticato con un enorme dondolo; forse la piscina appena visibile sul retro del giardino. Il tutto mi ricorda la casa dei miei genitori, ma è un dettaglio che al momento non condividerò con lui.

È il suono del bagagliaio dell'auto a riportarmi alla realtà; Harry, appena poco distante, si sta aggiustando la cuffietta sulla testa solo per aprire la portiera posteriore e indossare poi la giacca.

«Sei cresciuto qui?» Sono curiosa perché non riesco a capire come abbia potuto lasciare tutto questo per un misero appartamento nel centro di Londra.

Harry annuisce attraversando la strada e facendomi cenno di seguirlo. Non mi sembra più una buona idea quella di essere piombata qui il giorno di Natale. Harry allunga le chiavi di casa facendo scattare la serratura del cancello; seguo i suoi passi lungo il vialetto, fermandomi dietro di lui solamente una volta sotto al portico. Gli afferro la mano giusto poco prima che bussi alla porta; il suo sguardo confuso non mi sfugge.

«Tua madre lo sa che sono qui, vero?» Harry sorride, ma non risponde alla mia domanda.

Bussa alla porta facendo poi un passo indietro. La serratura dell'ingresso scatta nel momento stesso in cui io, terrorizzata, quasi mi nascondo dietro il corpo di Harry. La porta sembra aprirsi con una lentezza quasi teatrale e una donna dai lungi capelli dell'esatto colore di quelli di Harry appare sulla soglia. È sua madre, è la donna delle fotografie nel suo salotto. Ci sorride, spalancando allo stesso tempo la porta per permetterci di entrare.

«Siete in anticipo» la madre di Harry ha un tono di voce delicato e Harry si stringe nelle spalle prima di abbracciarla a lungo; abbasso lo sguardo, ignorando il cuore fare male a quel gesto. «Non vi aspettavo per almeno un'altra ora.» Aggiunge, accarezzando la schiena di suo figlio.

«Poco traffico» replica, togliendosi finalmente la cuffietta e voltandosi poi verso di me. «Mamma, lei è Mia.» Sorrido imbarazzata, ma allungo velocemente una mano verso la madre di Harry.

«Buon Natale e grazie per l'ospitalità.» Rose mi stringe la mano, regalandomi un sorriso che sa di benvenuto.

«Coraggio entrate» ci esorta, facendoci nuovamente cenno di accomodarci. «Non preoccupatevi per le valigie, le sistemerete più tardi. Si congela qui fuori.»

Rose fa strada lungo l'ingresso ed io sono subito dietro ad Harry; mi guardo intorno, seguendo però i suoi passi. Ci sono pareti tappezzate di cornici di varie misure: Harry compare in buona parte di esse.

«Gemma?» Harry prende posto su uno dei due divani del salotto; accanto al camino acceso c'è l'albero di Natale decorato in modo impeccabile.

«Arriverà a breve con la nonna» Rose mi fa cenno di accomodarmi dove più preferisco, ma mi siedo accanto ad Harry. «Il nonno invece ha già detto che tarderà, ma ci raggiungerà in tempo per il pranzo.»

«Il mio regalo è lì sotto, vero?» La fossetta sulla guancia di Harry arriva veloce come un fulmine mentre indica l'abete lì vicino; Rose si stringe nelle spalle.

«Forse» accavalla le gambe e le scarpe che indossa sono di un verde molto simile al colore degli occhi di Harry. «Il mio dov'è?»

«L'ho dimenticato a Londra!» Harry si porta una mano alla fronte con fare teatrale e sua madre si volta nella mia direzione, ignorando la sua sceneggiata.

«Spero non sia sempre così simpatico.»

«Dipende dai giorni e da quanto caffè ha bevuto a colazione.» Rose sorride quando Harry mi dà una leggera gomitata.

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