capitolo 11

11.2K 446 47
                                    

Rose e Gemma ci hanno lasciati andare via contro voglia; per quanto Harry voglia loro bene, ho capito che non è intenzionato a trascorrere qui anche l'ultimo dell'anno. Non ho però idea di che piani possa mai avere.

Harry chiude il bagagliaio dell'auto dopo aver caricato entrambe le nostre valigie e passa poi un paio di secondi ad aggiustarsi la solita cuffietta che di stare a posto tra i capelli non ne vuole mai sapere.

Fa freddo questa mattina, molto più del solito; il sole sembra non avere nessuna voglia di uscire allo scoperto. Non ha ancora nevicato, ma ho sentito Harry sostenere su quanto presto possa accadere ed è in parte anche per questo che vuole tornare a Londra il prima possibile.

Mi mordo il labbro allacciando per bene la giacca. So che la mia prossima richiesta verrà debellata senza troppe cerimonie.

«Harry» lo chiamo aprendo persino la portiera dell'auto; solleva un sopracciglio, in attesa che io parli. «Possiamo andare in spiaggia?» Harry mi guarda confuso e sembra trattenersi dal chiedermi se vada tutto bene o se sia semplicemente impazzita.

«Fa freddo.» Si lamenta semplicemente.

«Ti prego.» Mormoro; la sensazione della sabbia sotto ai piedi mi manca terribilmente.

Harry prende un lungo respiro prima di farmi un cenno affermativo con il capo, chiudendo definitivamente la portiera del suo lato.

«Dieci minuti.» Azzarda poi, indicandomi con un dito accusatore; sorrido, ma annuisco alla sua proposta.

Scendiamo lungo la stradina che porta direttamente in spiaggia; per un po' dimentico persino di avere accanto Harry. La mia mente ha iniziato a ricordare le giornate passate in spiaggia con Matt e mio fratello; persino con mia madre, che un tipo da spiaggia non lo era affatto.

Fermo i passi all'improvviso e Harry fa lo stesso, fermandomisi accanto. Non dice nulla, sembra quasi che voglia lasciarmi tempo e spazio per pensare; l'ombra che mi passa sul viso quando mi rendo conto di essere di nuovo su una spiaggia dopo la morte di mia madre non credo gli sfugga.

Io fisso semplicemente l'orizzonte e non è nemmeno una cosa tanto semplice da fare, poi mi lascio cadere a terra, portandomi le ginocchia al petto.

Harry mi guarda dall'alto, ma non alzo gli occhi per incontrare i suoi; mi si siede accanto, lasciando solo qualche centimetro di distanza tra di noi. Vorrei che si avvicinasse tanto quanto vorrei stare sola. La sua presenza però la sento eccome, nonostante non apra bocca; mi lascia sola, immersa nei miei pensieri.

Con la coda dell'occhio lo vedo scrutare l'orizzonte, quasi a voler cercare qualcosa; immagino sia suo padre. So che aspetta costantemente il suo ritorno e forse in questo momento è proprio questo il motivo del suo silenzio.

Deglutisco, osservando anche io quello che mi sta di fronte: il mare è calmo, al momento non c'è vento, ma solo il freddo pungente che si insinua sotto pelle, fin nelle ossa. Quasi non sbatto nemmeno le palpebre, come se non potessi perdermi un singolo dettaglio dello spazio che mi circonda; non succede niente.

Ci siamo solo Harry ed io seduti vicini, ma distanti; ognuno perso nei propri pensieri.

«Harry?» Il mio è solo un sussurro appena accennato, ma lui non fa nessuna fatica a sentirmi – non lo fa mai – e si volta nella mia direzione accennando un sorriso.

«Che c'è, Foster?» Replica, in attesa; mi scosto i capelli dal viso perché mi impediscono di guardare il suo: ha la mascella contratta e il solito accenno di barba.

«Sei mai stato innamorato?»

Non ho nessuna idea del perché io gli abbia posto quella precisa domanda e l'espressione che vedo passare sul suo volto è qualcosa di molto simile allo stupore.

HIDEAWAYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora