capitolo 17

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La pioggia non ha mai smesso di scendere, nemmeno una volta usciti dallo studio di Louis; alzo gli occhi al cielo, aspettando che Harry percorra gli ultimi scalini. L'acqua è fresca sul mio viso, anche se il caldo è proprio l'ultima cosa che percepisco.

Harry mi è accanto subito dopo e intreccia le sue dita alle mie guidandomi verso l'auto parcheggiata poco distante. Il silenzio ci accompagna fino a casa, nessuno dei due ha particolarmente voglia di parlare.

Matt è fermo sotto al portico della palazzina, intento a digitare qualcosa sullo schermo del proprio telefono: alza lo sguardo verso di me quando gli sono praticamente di fronte.

«Stavo provando a chiamare tuo fratello» mi informa, rabbrividendo nella giacca. «Di nuovo.» Sottolinea più a sé stesso che a me direttamente.

Sono io a farmi da parte quando Harry inserisce le chiavi nel portone di casa, le mie devono essere sparse in qualche altra borsa. Matt passa per primo, io lo seguo ed è di nuovo Harry chiuderselo alle spalle con un leggero tonfo.

Salgo le scale seguita dai due ragazzi, Harry però si muove verso il suo appartamento, sparendovi poi all'interno. Io non ho nemmeno voglia di togliermi la giacca di dosso, sprofondo semplicemente nel divano, accanto a Matt; non ho idea di dove sia Evan in questo momento, Harry mi ha trascinata da Louis non appena Matt è sceso a cercare mio fratello.

«Devo denunciarlo» parlo a bassa voce, bruciando sul tempo la domanda che vuole porgermi Matt; alle mie parole annuisce semplicemente. «Perché Louis possa davvero aiutarmi, devo denunciare Josh.»

«Non sei convinta?» Matt me lo chiede quasi confuso ed io mi stringo nelle spalle.

«Ho paura.» Replico semplicemente e la mano di Matt è svelta a stringere le mie.

Harry si chiude la porta di casa mia alle spalle. I suoi occhi non sono luminosi come al solito, però mi sorride, asciugandosi una gocciolina di pioggia rimasta sul mento.

«Non devi averne» annuisco alle sue parole, ma non è così facile come vogliono farmi credere. «Louis sa quello che fa, riuscirà a tirarti fuori da questa situazione più in fretta di quanto tu creda.»

«Devi avvisare tuo padre, Mia.» Il tono di voce con cui Matt si aggiunge al discorso è lieve, pacato; è un tasto dolente sempre.

«Per dirgli cosa esattamente?» Mi accorgo troppo tardi dell'astio nella mia stessa voce.

Matt si stringe nelle spalle, guardando poi Harry come se fosse in attesa di una sua approvazione. E non passa troppo tempo prima che questa arrivi perché Harry si morde il labbro, sedendosi al mio fianco non appena Matt si alza.

«Mia...»

«Lo pensi anche tu, non è vero?» Harry annuisce ed è persino pronto a rispondere, ma non glielo permetto. «Non ho bisogno di mio padre.»

«Amore mio, lo so che pensi di riuscire a gestire le cose da sola e sono convinto che tu ne sia persino in grado. Sei la persona più forte che io conosca» Harry mi stringe il ginocchio. «Ma questa volta è diverso. Tuo padre può fare la differenza e sarebbe persino corretto nei suoi confronti.»

Vorrei ribattere che non m'importa, che lui di correttezza nei miei di confronti, non ne ha avuta.

«Harry ha ragione e poi tuo padre conosce Josh ed è l'avvocato più affermato di tutta la Florida, se non del Paese intero.» Fa eco Matt, poco distante.

«Anche Harry lo è.» Ribatto in fretta e Harry sorride alla mia affermazione, forse lusingato anche. Però è amareggiato nel dover poi scuotere la testa.

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