capitolo settimo

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Sentì il respiro di Amy rallentare sempre di più fino a diventare quasi inesistente, si era addormentata. Aspettò un po' per averne la certezza, poi si voltò il più lentamente possibile cercando di non svegliarla.

Prese una ciocca dei suoi lunghi capelli, se la passò tra le dita. Avevano lo stesso profumo dei suoi, usavano lo stesso shampoo alla pesca, ma pensò che quell'odore stava meglio su di lei.

Le sfiorò la pelle del braccio dove aveva una macchia rossa causata dal padre, più in basso spiccava un livido scuro.

Le voleva un bene dell'anima, se lo sentiva addosso in quel momento; l'unica sensazione che provava era un senso di gratitudine e rispetto verso quella creatura così piccola e fragile che l'aveva aiutato a resistere fino a quel giorno.

La afferrò e la avvicinò a se, voleva dormire tenendola stretta, non voleva non trovarla lì la mattina seguente.

Le sue ciglia lunghe però si mossero velocemente per mettere a fuoco la stanza buia.

"Non volevo svegliarti"

"Mmmh, siamo pari ora" dopo qualche minuto di silenzio glielo chiese

"Cos'è successo oggi?" la sentì irrigidirsi

"Un brutto voto a scuola"

"Non dire cazzate" sapeva che non l'avrebbe creduta, ma ci aveva provato.

"Ho sonno Will, dormiamo"

"Girati cazzo voglio parlare" la ragazza si voltò verso di lui, era più in basso con la testa, gli guardò il petto. Aveva paura di incrociare il suo sguardo.

"A me lo puoi dire, lo sai" sentì un nodo alla gola, non poteva diglielo.

"A scuola mi prendono in giro, dicono parole pesanti e a volte mi spintonano o mi fanno cadere i libri" era vero certo, succedeva spesso ma non aveva mai pianto per quel motivo, o perlomeno non così tanto.

"Lo fanno anche con me, so che è brutto ma non darci peso, sono solo degli idioti viziati. Un giorno non li vedremo più, saranno solo uno dei tanti brutti ricordi di questo posto" quelle parole la confortarono, pensare di lasciarsi tutto alle spalle le dava fiducia e positività, un giorno si sarebbe dimenticata di loro, e di sua madre, ma soprattutto di suo padre.

"Will"

"Si?"

"Me li hai presi tu i soldi?"

"No" passarono alcuni minuti

"Quando mi fai sentire la nuova canzone?" chiese cercando di portare l'attenzione su un argomento meno delicato per non farlo incazzare

"Quando vuoi, che dici di mercoledì?"

"Promesso?"

"Promesso" si strinsero il mignolo come quando erano bambini ridendo. Poi lei si avvicinò e appoggiò la fronte contro il suo petto, sentì il suo braccio avvolgerla e appoggiarsi sua sulla schiena

"Stiamo fermi così per cinque anni, finché tutto sarà cambiato"

"No per l'amor di Dio!" disse ironicamente, ma non del tutto.

"Che stronzo" gli tirò la collana

"Ei ferma cazzo, non romperla"

"Ti odio" era un po' seria e un po' no.

"Buonanotte Amy"

"Notte" si addormentarono così, appiccicati, e non mossero un solo dito per l'intera notte.

La mattina seguente si svegliarono appena in tempo prima di essere scoperti dai genitori, inutile dire che il padre non approvava che dormissero insieme.

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