Capitolo 4

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Entrata in classe per l'ora successiva, mi sistemai in un banco, sbuffando e portandomi le mani al viso. Le feci scivolare lentamente ai lati fino alle orecchie, tappandole. Chiusi gli occhi. In quel momento sprofondai in un silenzio in cui mi sfogai mentalmente con mille emozioni negative nella testa. Mentre il chiasso attorno a me degli studenti che aspettavano l'inizio della quarta ora, era come se non lo sentissi più. Nella mia testa stavo urlando, più forte che potevo, e poi correndo, più veloce che potevo in un universo parallelo deserto, dove nessuno mi poteva sentire. Poi di scatto, senza controllarlo mi uscì dalla bocca un breve urlo, non molto alto. Credevo che lo sentissero tutti, così almeno notavano il mio stato. Ma quando riaprii gli occhi e mi tolsi le mani dalle orecchie, notai che nessuno mi guardava o mi aveva in nota, e il frastuono delle voci e urla dei compagni continuava. Solo in quel momento, ruotando di poco la testa verso sinistra, mi accorsi che Isabel e Alex stavano accovacciati sul mio banco fissandomi. -tutto bene Ayla?- mi chiese. -avevi una strana espressione in viso.- disse scambiandosi uno sguardo stranito con Alex.
Li fissai, non capendo cosa stava succedendo, con una faccia confusa. Mi alzai lentamente e iniziai a correre fuori dall'aula. Sentii in lontananza Izzy che urlava: -ma dove vai? Abbiamo ancora due lezioni!-
Continuai a correre lungo i corridoi, tutti gli studenti erano ormai tutti in classe. Eravamo solo io e le mie gambe, che mi dicevano di correre più veloce, incitandomi. Arrivai all'uscita della scuola, senza fermarmi spinsi la porta e uscii. Continuavo a sgambettare rapidamente. Percorsi strade e marciapiedi. Attraversai campi e campagne. Infine mi addentrai in un bosco, continuando a correre. Poi, mi fermai di scatto. Nel giro di pochi secondi mi guardai intorno, ero circondata da erba, pini, alberi, tronchi e una lieve nebbia. Guardai verso il cielo, che mi fissava, con gli alti alberi che guardavano in giù. Era in quel momento che nella mia testa mi dissi: "finalmente posso urlare". E nello stesso istante accumulai tutte le emozioni, aprii la bocca e cacciai un urlo fortissimo, sta volta però era lungo. Avvertii quel tenue sollievo che durò poco, tutte le emozioni negative stavano uscendo dal mio corpo insieme alla mia voce. Mi sembrava quasi di volare e toccare il cielo. Poi cessai la mia voce e l'unica cosa che mi balzava all'orecchio era un gran silenzio, con qualche canto di uccello e un fruscio di foglie che si sfregavano. Mi feci cadere a terra accovacciandomi in braccio al tronco di un albero. Anche lui sembrava solo, ma veniva compensato con la sua indescrivibile bellezza. Mi sistemai di fianco a una grande radice, rivolsi lo sguardo verso l'alto con la testa appoggiata al busto della pianta. Presi un lungo e pulito respiro e chiusi gli occhi. Ospitai le emozioni più gradevoli e spensierate dentro di me, mi venne naturale sorridere. Mi sentivo talmente a casa, rilassata, stavo bene. Avrei voluto non andarmene mai di lì, ma purtroppo c'era un "dopo". Poi, senza accorgermene, mi addormentai.

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