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James era il capitano della squadra di quidditch, oltre che il miglior cacciatore da ormai più di due anni, a suo modesto parere oltre che a quello delle sue ammiratrici.
Per il suo settimo anno voleva fare il botto. Aveva bisogno della squadra perfetta.
Mise particolare attenzione nella scelta del portiere e dei battitori, mentre si trovò la strada spianata sui cacciatori e sul cercatore.
Soddisfatto appese la lista con i nominativi dei nuovi membri della squadra alla bacheca dello spogliatoio, trovandosi accerchiato dai suoi compagni di casa, smaniosi di sapere se avrebbero cominciato a giocare.

Squadra Quiddich Grifondoro a.s. 1977/1978
Portiere: Miles Brown
Battitore 1: Philip Bishop
Battitore 2: Karl Rosvelt
Cacciatore 1: Diana Gray
Cacciatore 2: Sirius Black
Cacciatore 3: James Potter
Cercatore: Isla Parson

Si diresse verso Isla.
"E quindi sei di nuovo la prescelta per la cattura del boccino" le disse James buttandole un braccio sulle spalle.
"Avevi qualche dubbio?" Replicò lei sarcastica.
Sentendosi osservato si voltò, trovando Sirius intento a guardarlo in maniera strana, come aveva fatto per tutto il tempo giù al campo. Si scusò con la ragazza e si diresse verso l'amico.

"Ehi Sir, qualcosa non va?" Chiese scrutando attentamente i lineamenti del suo volto.
"Gnh.." grugnì l'amico infastidito.
James lo guardò interrogativo "Non capisco, è successo qualcosa?"
"Chiedilo alla tua cara amica e al suo braccio malmenato" sibilò lui tra i denti.
"Oh.." ora capiva. James capiva quanto vedere i segni di una violenza non denunciata potesse ferire il suo amico. Lo capiva benissimo. Così come capiva la rabbia che gli vedeva dardeggiare negli occhi.
"Oh? Sul serio? Lo sapevi davvero quindi! - esplose Sirius- e io che pensavo che saresti corso da quel deficiente che le ha fatto male ad ammazzarlo di botte! A quanto pare ti ho giudicato male.."
"O non hai idea di quanto vorrei prenderlo a pugni, non ne hai proprio idea! Quel livido sul braccio non è nulla, non l'hai vista davvero ridotta male, e credimi se ti dico che se mi trovassi davanti quel vigliacco gli spaccherei la faccia!" sbottò James. Non sopportava che l'amico lo accusasse di un mancato intervento.
"Beh che aspettiamo? Andiamo! Se hai paura ti aiuto io a fargliela pagare!" Lo incalzò Sirius
"Paura?! Sei serio Sir? No no no, non posso farlo perché lei non mi perdonerebbe mai, non vuole denunciare la cosa, e non sono mai riuscito a farle cambiare idea, e poi non è qui a scuola." Disse James, un po' offeso, passandosi furiosamente una mano tra i capelli spettinati.
"E tu permetti che lei continui ad ignorare la questione?- Sirius era a dir poco sconcertato dal comportamento dell'amico-Non capisci quanto questa cosa possa logorarti dentro? Ammazzarti piano piano.."
"Senti Sir, so che ci sei passato e sicuramente puoi capirla più di me, ma io non so più cosa fare. Credimi ci ho provato in ogni modo, non mi ha mai ascoltato!" Disse James poggiandogli una mano sulla spalla.
"James ascoltami tu, devi convincerla a qualsiasi costo, basta una chiacchierata con la McGrannitt! Se non vuoi vederla mentre ti sfugge dalle mani devi fidarti di me." Conclude il ragazzo lasciando lo spogliatoio.

Remus stava seduto sul tavolo della sala comune, il manuale di trasfigurazione davanti e la mente concentrata sulla definizione base per la trasfigurazione umana. Anche se i suoi amici erano animaghi lui non era mai riuscito a comprendere fino in fondo i concetti base di quella disciplina. Sapeva come funzionava teoricamente il percorso lungo 3 anni che aveva portato i suoi amici a trasformarsi in animali per poterlo seguire nelle notti di luna piena, ma lui non riusciva a trasfigurarsi nemmeno l'unghia del mignolo.
Era così grato ai suoi amici per la loro vicinanza e per il loro supporto, anche verso la sua 'parte da lupo', che a volte sentiva quasi il bisogno di ringraziarli di nuovo, com'era avvenuto quella sera.

04/03/1973
Remus entrò nella stanza sfinito. Quella luna piena l'aveva letteralmente sfiancato. Si buttò sul letto malamente, gli amici che lo guardavano di sottecchi, stranamente in silenzio.
"Che avete?" Chiese ai tre.
Peter alzò le spalle, lo scrutò per un po' e poi chiese: "che hai fatto alla faccia?"
Aveva una grossa cicatrice che gli tagliava la guancia, Madama Chips non era riuscita a farla scomparire del tutto.
"Oh niente... mi sono tagliato con un pezzo di carta." Remus accampò la prima scusa che gli venne in mente.
"Andiamo Remus.. davvero ci credi così stupidi?" sbottò Sirius.
Remus li osservò con aria interrogativa.
"Per quanto credi di tenercelo ancora nascosto?" Gli chiese James aggrottando le sopracciglia.
Un senso di panico cominciò a farsi strada dalla poca dello stomaco. Ecco. Lo sapevano. Ora gli urleranno in faccia che razza di mostro è. Non vorranno più essere suoi amici.
"Di che stai parlando?" Replicò Remus tentando di prendere tempo.
"Di che sto parlando? Sul serio? Sei un lupo mannaro e non ci hai mai detto nulla!" James gli sputò la verità in faccia in maniera brutale.
Remus abbassò lo sguardo.
"Sentite se non mi volete più qui lo capisco.. cioè parlerò con Silente, sono sicuro.."
"Non ti vogliamo più qui?" lo interruppe Peter
"Ma scherzi? È la cosa più figa che potessi dirmi di te! Ora basterà che mordicchierai un po' le chiappette di Mocciosus durante una delle tue notti un po' pelose e tutto sarà perdonato." Esordí Sirius.
Remus lo guardò stranito. Non capiva se stesse usando un'ironia un po' macabra per dirgli di levarsi di torno.
"No davvero ora prendo le mie cose e me ne vado" concluse alzandosi.
"Remus perché dovresti andartene?" Chiese James.
"Beh sono un pericolo per voi.. capisco il vostro disprezzo e.."
"Disprezzo? -lo interruppe James- quale disprezzo? Remus sei il ragazzo più tranquillo che io abbia mai conosciuto. Gentile, apprensivo, serio. Sicuramente una notte al mese non mi farà cambiare l'opinione che ho di te."
Remus alzò lo sguardo sorpreso.
"L'unica cosa che ci spiace è che tu non c'è ne abbia parlato prima! Insomma, saresti stato molto più interessante ai miei occhi i primi giorni di scuola sapendo che ti potevi far crescere le zanne" ghigno Sirius.
"No, ragazzi non capite, è una cosa seria, io sono maledetto, potrei uccidervi tutti!"
Esalò Remus.
"Rem sul serio è solo un piccolo problema peloso, nulla che non possiamo affrontare insieme." Lo rassicurò James, poggiandogli una mano sul braccio.
Remus guardò negli occhi i suoi amici che gli sorridevano calorosamente e finalmente si sentì a casa, con la sua famiglia.
"Grazie" bisbiglio semplicemente.

Si riscosse dai ricordi con un sorriso ebete stampato in faccia.
"Che hai da ghignare così?" Gli chiese Lily mentre si sedeva di fronte a lui, trangugiando un paio di caramelle tutti i gusti + 1.
"O nulla di che. Pensavo agli amici fantastici che mi ritrovo." Disse lui allungando la mano per farsi dare una caramella.
Lily lo guardò scettica. Remus le stava simpatico, era suo amico da un paio d'anni. Apprezzava le lunghe chiacchierate sulla letteratura che condividevano durante le ronde; essere stati entrambi prefetti per due anni di seguito e capiscuola quell'anno li aveva avvicinati molto.
"Tu conosci solo la parte peggiore di loro. Se andassi un po' più a fondo scopriresti delle persone fantastiche." Le rispose Remus, cacciandosi in bocca un'altra caramella.
"Questa cosa mi viene ripetuta troppo spesso ultimamente..-borbottò lei- comunque dobbiamo buttare giù i turni delle ronde."
Remus accantonò i compiti di trasfigurazione e i due si dedicarono all'organizzazione dei turni.

James vagava per il castello, le parole di Sirius impresse in testa, sapeva che aveva ragione, doveva parla con Isla.
Varcò il quadro della Signora Grassa e la vide seduta sul divano, intenta a parlare con Lily.
"Ciao!" lo salutò lei con un sorriso.
"Isi senti ti devo parlare di una cosa." Disse lui, tentando di non mostrarsi troppo preoccupato, sapeva che lei si sarebbe infuriata.
"O certo, facciamo un giro al parco?" Propose lei.
Lui annuì, facendo appena un cenno a Lily. Glielo aveva promesso, si sarebbe controllato.
La rossa rimase sbigottita davanti all'assenza di battutine o risate di scherno, non si aspettava che davvero James avrebbe cercato di comportarsi in maniera normale, sicuramente era tutta una tattica per prenderla in giro in maniera epocale. Vide i due puntare verso l'uscita non riuscendo a staccare gli occhi dalla nuca di lui.
"Allora?" Chiese Isla mentre passeggiavano sul verde prato attorno al castello. Aveva notato che James era esitante, e un James poco loquace non è mai portatore di buone notizie.
"Senti ho parlato con Sir. Penso che abbia ragione. - esordí lui fermandosi per guardarla negli occhi, vide la rabbia farsi strada nelle sue iridi- Te l'ho già detto mille volte, ma Sirius mi ha convinto ancora di più, so che può far male ma devi chiedere aiuto."
"Io. Non. Ho. Bisogno. Di. Aiuto. - rispose lei concitata- e poi Black che vuole saperne? Lui con me non c'entra nulla e sicuramente è stato colpito dalla sindrome dell'eroe? Ora vuole salvare la fanciulla in difficoltà! Ma lui non capisce! Tu non capisci!" Lo accusò
"Isi senti, io magari non capirò, ma fidati Sirius può capirti eccome. Hai bisogno di aiuto, non perché sei debole, ma perché questa cosa è più grande di te e non puoi subire senza fare nulla."
Cercò di spiegarle, appoggiandole apprensivo una mano sulla spalla.
"Cosa significa che Black mi capisce? Quel figlio di papà non ha mai avuto un capello fuori posto, figurati se ha mai passato una cosa come quella che è capitata a me!" Esplose scacciandogli la mano del ragazzo terribilmente infastidita.
James la guardò stranito.
"Sai che Sir vive da me. Beh secondo te perché è scappato di casa?" Le chiese sottolineando l'ovvietà di quella situazione.
Lei lo guardò sorpresa. Sinceramente gli importava così poco di Black che non si era mai davvero chiesta il motivo di quella fuga. Ma ora una cosa simile al senso di colpa e al dispiacere la invase.
"Resta comunque il fatto che non voglio parlarne. Me la gestisco da sola!" Sottolineò di nuovo piccata.
"Merlino Isla! Quello ti ammazza prima o poi! Non puoi comportarti così! Mi hai capito? - James non riusciva più a trattenere la rabbia e il dolore per il comportamento dell'amica- se non lo vuoi fare per te stessa io non so più che dirti. Ho già visto Sirius marcire fino a quasi disfarsi tra le mie mani. Non aspetterò che succeda pure a te!"
Isla rimase attonita davanti a quella rivelazione. Non sapeva più cosa dire. Gli voltò le spalle e prese a marciare furiosamente verso il castello.
Sapeva che James si preoccupava per lei, ma quel suo comportamento la faceva imbestialire. Continuava a ripeterle che sottovalutava la situazione, che doveva farsi aiutare. Ma lei non voleva l'aiuto di nessuno! Come al solito ce l'avrebbe fatta da sola.
Certo la rivelazione su Sirius l'aveva lasciata un po' sgomenta. Non aveva mai conosciuto nessuno che avesse provato le sue stesse cose e per un attimo si chiese come sarebbe stato condividerle con qualcuno che poteva capire. Allontanò quel pensiero, sicuramente non si sarebbe confidata con Black.

N.A.
È INSOLITO VEDERE SIRIUS FAR RAGIONARE JAMES, EFFETTIVAMENTE NON ACCADE SPESSO, MA IN QUESTO CASO SIRIUS SENTE TUTTO IL DOLORE DI ISLA E NON PUÒ EVITARE DI METTERE DA PARTE IL SUO ATTEGGIAMENTO DA SBRUFFONE MENEFREGHISTA PER TENTARE DI METTERE UNA PEZZA A QUELLA SITUAZIONE.
ABBIAMO UN REMUS SENTIMENTALE CHE RICORDA UNO DEI PIÙ BEI MOMENTI CON I MALANDRINI, RICORDANDOCI COME ANCHE LORO SIANO ANIME BUONE.
ISLA È TESTARDA E CAPARBIA, PERCEPISCE L'AIUTO OFFERTALESI DA JAMES COME UN AFFRONTO, È UNA DONNA INDIPENDENTE E FORTE, VUOLE FARCELA DA SOLA.

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