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Non sapeva dove stava andando, i suoi piedi avevano ripreso a muoversi da soli, spediti, spinti da una forza invisibile. La sua mente era vuota, non sentiva nulla, niente di niente, come se quel contatto con il fratello gli avesse sottratto ogni capacità di provare qualsiasi cosa.
Si ritrovò davanti al ritratto della Signora Grassa, non seppe neanche chi disse la parola d'ordine, perché lui non se la ricordava al momento, non ricordava nulla.
Fece il suo ingresso come un automa, era molto tardi e la sala comune sarebbe dovuta essere deserta, per questo avrebbe dovuto stupirsi nel trovare qualcuno seduto accanto al fuoco, ma così non fu, era come se non ne fosse capace.
Si limitò a fissarla per qualche secondo, prima di voltarsi e ripercorrere lo spazio che lo separava dall'uscita.
"..Sirius?" Lo chiamò una voce.
Ma non si voltò, non poteva farlo.
"Sirius!" Lo richiamò e una mano glia afferrò il polso.
Non cercò nemmeno di divincolarsi, come se quella stretta tenue lo avesse inchiodato al pavimento. Non si voltò finché la figura che lo tratteneva non lo prese delicatamente per le spalle, costringendolo a girarsi. Due occhi blu mare lo fissavano ed era come sentire dei coltelli perforargli le iridi.
"Che succede?" Gli domandò Isla in un sussurro.
Lui scosse la testa. Come se quelle parole lo avessero svegliato prese a divincolarsi da quella stretta, ma la ragazza strinse più forte.
"Sirius..." sussurrò di nuovo inclinando la testa di lato, sembrava preoccupata.
"Lasciami in pace." Ringhiò lui, non ci provò nemmeno a nascondere la rabbia, ad indossare quella maschera di imperturbabilità che diceva 'va tutto bene', non ci riusciva.
"Sai una volta qualcuno mi ha detto che bisogna parlare dei propri problemi." Gli sussurrò lei.
"Ti. ho. detto. di. lasciarmi. in. pace." Ripetè al limite della furia.
Lei lasciò la presa con calma, piano, ma non si allontanò, lui le voltò le spalle ma non fece in tempo a muovere un paso verso il buco del ritratto.
"Non sei solo Sir.." gli sussurrò di nuovo.
Lui si voltò di nuovo verso di lei, il volto trasfigurato dalla rabbia.
"Sì che sono solo!- Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo- sì che sono solo." Ripeté appena in un sussurro, accasciandosi a terra.
Due braccia magre ma forti gli si strinsero contro e un buon profumo di fiori lo invase.
Isla lo abbracciò forte, più forte che poteva, lo sentiva tremare tra le sue braccia e l'unica cosa che voleva era vederlo smettere.
"Shhh.. non sei solo Sir.. sono qui." Gli sussurrò all'orecchio.
Sentì il ragazzo tremare ancora più forte, cominciò a passargli una mano sulla schiena con tenere carezze, tentando disperatamente di calmarlo.
"L'ha fatto Isla, l'ha fatto.." mugugnò, la voce tremante, rotta e appena udibile.
"Ha fatto cosa Sir?" Non riusciva a capire il problema, non aveva mai visto Sirius Balck così, a dire la verità non aveva mai visto Sirius Balck nemmeno vagamente triste al massimo arrabbiato o furioso, ma questo livello di disperazione non sarebbe nemmeno mai riuscita ad immaginarselo.
"L'hanno marchiato!" Esclamò cercando i suoi occhi. Inaspettata e sfuggente una piccola lacrima lasciò le iridi grigie, una solo piccola lacrima che rigò la pelle avorio di Sirius.
Isla la raccolse con il pollice e poi prese per mano il ragazzo e lo condusse sul divano, lo fece sedere e gli si accoccolò sul petto. Sapeva che non aveva bisogno di parole, che nulla sarebbe stato di conforto e sperava che quel contatto fisico potesse quantomeno tenerlo tutto assieme.
Suo fratello era diventato un mangiamorte.
Non era stato difficile mettere insieme i pezzi, ma era stato quasi uno shock. Sapeva delle malsane compagnie di Reguls, ma insomma, quel ragazzo non era nemmeno maggiorenne, veramente Voldemort aveva così pochi scrupoli?
Accantonò le sue mille domande per dedicarsi a Sirius, come lui aveva fatto qualche settimana prima con lei.
Non smise un attimo di accarezzargli il petto con movimenti circolari e sussurrargli piccole parole di conforto, lo strinse a se finché non sentì i tremiti smettere e il respiro regolarizzarsi. Si era addormentato.

"Oh ma che belli i piccioni!" Un urlo e una cuscinata in faccia la destarono dal suo sonno. Aprì gli occhi di fronte ad un James ghignate.
"Nottata di fuoco Sir?" Chiese Peter dalle spalle di James.
Il suo sguardo non fece in tempo a fulminarlo, che il ragazzo sotto di lei si alzò in piedi, senza dire niente o guardare in faccia nessuno, si avviò verso le scale del dormitorio.
James guardò Isla confuso più che mai.
"Jamie devi parlarci, era distrutto."
Non le chiese niente, lo sguardo si fece duro e preoccupato, e si avviò verso la sua stanza dietro all'amico.

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