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Fecero il loro ingresso in sala grande, il pranzo era iniziato da un po' e inevitabilmente tutti gli occhi si puntarono su di loro.
Isla camminava a testa basta, tentando di coprire il più possibile con i cappelli la fasciatura che la Chips le aveva applicato sull'occhio.
Si sedettero in silenzio al loro tavolo aspettando che l'attenzione si spostasse da loro.
"Che diamine hai fatto?" Isla si aspettava qualche domanda, era inevitabile, non poteva nascondersi del tutto.
Ma la domanda inaspettatamente non arrivava da James ma da Sirius.
Alzò lo sguardo e non riuscì a mascherare la sorpresa che per un attimo comparve sul suo volto.
"Ci siamo imbattute in quei cretini dei serpeverde che tentavano di torturare una ragazza." Spiegò Lily, la rabbia era chiaramente visibile sul suo viso.
"Chi?" Chiese Sirius. I suoi pugni si strinsero fino a far sbiancare le nocche, le labbra tirate in una riga, stava chiaramente tentando di non lasciarsi andare alla rabbia.
"Non lui." Rispose Isla
"Chi è stato?" Ringhiò più forte Sirius.
In quel momento non si era preoccupato che fosse stato Regulus, come aveva invece immaginato Isla, semplicemente voleva sapere chi aveva provato a fare una cosa tanto brutta.
Quando aveva visto il volto fasciato della ragazza la preoccupazione e la rabbia erano insorte in lui.
"Mulciber, Avery e Rosier." Rispose Mary secca.
"E chi se no.." commentò sprezzante James.
Era rimasto in disparte, sorprendentemente Sirius l'aveva battuto sul tempo, aveva visto Isla ancora prima che prendesse posto al tavolo e aveva agito con una velocità impressionante.
"Avranno bisogno di un'altra lezione." Commentò Sirius.
"Ce ne siamo già occupate. Non impicciatevi per mettervi nei guai." Li riprese Isla.
Lily cambiò velocemente argomento, trovava inutile quella conversazione senza ne capo ne coda, tutti sapevano delle tendenze prevaricatorie dei Serpeverde, e quelle situazioni era purtroppo parecchio comuni, ma di sicuro la violenza non era la soluzione.
"Ragazze io vado un salto in sala comune, ho dimenticato il libro di Artimanzia." Disse Mary mentre si alzava dal tavolo.
"Mary aspetta.. ti accompagno, devo prendere una nuova piuma.. visto che qualcuno ha ben deciso di rompermela.." la fermò Remus, lanciando un'occhiataccia a Sirius, e le si affiancò mentre si dirigevano verso l'uscita.
"Stai bene dopo quello che è successo?" Le chiese in tono quasi distratto.
In realtà si era piuttosto preoccupato, ma non voleva darlo a vedere. Sapeva dell'attacco al quinto anno di Mulciber ed Avery a Mary e si ricordava molto bene come lei fosse cambiata in quegli ultimi mesi di scuola.
"Si Remus tranquillo. Solo una grande rabbia, sai non sono più la ragazzina spaventata che ero all'ora." Nella risposta di Mary si poteva cogliere una piccola sfumatura di scocciatura.
Era stanca di essere compatita. Era stata maledetta e aveva sofferto, aveva sofferto molto a dire la verità, ma non era più la ragazzina impaurita del quinto anno, non si sarebbe più fatta mettere i piedi in testa.
"Oh no Mary.. non volevo insinuare nulla. So che sei forte e te la puoi cavare da sola, probabilmente sei di gran lunga più in gamba della metà degli studenti nei duelli. - si spiegò Remus, lievemente in imbarazzo.- mi faceva solo piacere sapere se stessi bene."
La faccia dura e scocciata di Mary si tramutò nel suo solito dolce sorriso.
"Scusa Rem, non volevo essere scorbutica, solo che tutti continuano a preoccuparsi, ma a me quelli fanno solo pena, non paura. Comunque grazie, sto bene."
Remus ricambiò il sorriso.
"Sai hai proprio ragione.. fanno pena, soprattutto Avery che è stupido come un troll. Ma dico l'hai visto l'altro giorno a pozioni? Non riusciva ad aprire la scatola con dentro gli occhi di rospo e ha tirato il coperchio finché il contenuto non è esploso per la classe! Nemmeno si ricorda di essere un mago." Disse ridendo.
Mary lo seguì a ruota.
"Oh e per non parlare di quella volta che non si ricordava più dove aveva lasciato il telescopio di astronomia e alla fine l'aveva in tasca. Ma si può." Aggiunse lei facendoli scoppiare entrambi in grosse risate.

Quella stessa sera, nel dormitorio femminile del settimo anno, Lily, Mary e Isla avevano organizzato una "serata fra donne", che nel loro gergo significava alcool, gossip e cioccolato.
"Mi stai dicendo che Clarissa Milton esce con un serpeverde? -Aveva chiesto Lily attonita- Insomma quella ragazza non ha scrupoli ma è caduta parecchio in basso." Aveva commentato trangugiando una sorsata dalla bottiglia di whisky.
"Aspetta non sai ancora con quale serpeverde - il ghigno sulla faccia di Mary era così malandrinò che stonava quasi sul suo volto così dolce- Regulus. La Milton esce con Regulus." Aveva ammesso tirando una veloce occhiata a Isla.
"Regulus Black? Il fratello di Sirius. -aveva commentato quest'ultima.- deve interessargli proprio il sangue Black alla Milton." Aveva commentato mordendo un pezzo di chioccolato.
"Solo alla Milton, Isla?" Il ghigno sul viso di Lily non prometteva nulla di buono.
"Oh Merlino! Basta con questa storia! Io e Sirius facciamo le nostre cose e basta, c'è una specie di accordo, nessuno prova niente per nessun altro." Era stanca delle supposizioni su una possibile relazione tra lei e Sirius.
Era un ottimo compagno per divertirsi, ma lei mai avrebbe provato qualcosa per lui.
"Comunque invece di accusare me, io so che c'è qualcun'altra che è stata adocchiata da un malandrino." L'occhiata ammiccante di Isla a Mary era piuttosto evidente.
"Io? Ma che dite. E da chi poi?"
Il tentativo di Mary di fare la finta tonta non andò in porto, le sue guance diventarono color pomodoro maturo.
"Come se tutte le volte che tu e Remus vi troviate da soli fossero solo coincidenze. Avanti Mary non ci credi nemmeno tu." L'aveva accusata Lily.
"Rossa non permetterti di insinuare nulla. Katy Clan ha visto te e James appartati sotto ad un albero ieri. Ci devi forse raccontare qualcosa?"
Il viso di Lily divenne dello stesso colore dei suoi capelli e il sorriso di Mary si ampliò con la consapevolezza di essere riuscita a scampare il terzo grado.
"Cosa? Ne la mia migliore amica e ne il mio migliore amico mi hanno detto di aver fatto zozzerie e insieme per giunta?!" Isla era seriamente indignata. Ma che amici pessimi aveva?
"Quali zozzerie Isla?! Stavamo solo parlando!" Lily era così rossa che avrebbe potuto confondersi con le tende dei baldacchini.
"E da quando tu e James parlate? Pensavo ti limitassi ad affatturarlo." La canzonò Mary
Ci fu un'attimo di silenzio, Lily si vergognava troppo, ma non sapeva davvero come uscirne. Forse era giunto il momento di dire la verità?
"Forsenonècosìpessimo." Lo disse così velocemente che Mary e Isla non riuscirono a capire.
"Questo è il tuo coraggio da grifondoro?" La prese in giro la mora.
Sapeva che punzecchiarla nell'orgoglio avrebbe funzionato.
"Forse non è così pessimo." Uno sguardo di sfida fisso negli occhi si Isla.
"Tra rose e fior.. sboccia l'amor.." aveva iniziato a cantare Mary, forse un po' provata dall'alcool.
"Lily e James si voglion sposar!" Si era aggiunta Isla.
"Basta ragazze. Vi sentiranno tutti.- le aveva pregate Lily.- guardate che vi affatturo!" Le due amiche si fermarono immediatamente, consapevoli che non era una minaccia vana, l'avrebbe fatto davvero.

La mattina dopo alzarsi dal letto fu particolarmente difficile, se Lily e Mary potevano dormire un po' di più, Isla aveva gli allenamenti di quidditch! I dannatissimi allenamenti alle 9 del mattino, che già di per se erano odiosi, in più se avevi fatto le quattro di notte bevendo whisky e mangiando cioccolato erano invivibili.
Si trascinò giù dal letto, si infilò la prima cosa che gli capitò in mano, si fece una coda a casaccio e uscì dalla camera ancora con gli occhi chiusi.
"Oh ma come siamo riposate!" La prese in giro Miles Brown appena appoggiò il sedere sulla panchina dello spogliatoio.
"Brown sta zitto ho la testa che mi scoppia!"Lo riproverò lei.
"Parson!- quel tono non poteva portare a nulla di buono- quante volte devo dirtelo? Non si beve prima degli allenamenti!"
Sapeva che James non aveva finito, stava solo raccogliendo le energie per farle una ramanzina con i fiocchi.
"Sabato prossimo abbiamo La partita. Non so se capisci, non una partita, ma La partita. Dobbiamo stracciarli i serpeverde, e come facciamo se il nostro cercatore è imbevuto di whisky? È Parson? come facciamo?" Le si era avvicinato e ora il suo capitano la guardava dritta negli occhi, sembrava volesse trafiggerla con lo sguardo.
"Andiamo James. È stata solo una 'serata fra donne' nulla di troppo eccessivo. Prometto che prima della partita non berrò nemmeno un bicchiere d'acqua." Affermò alzando la mano come in un giuramento.
"Sarà meglio Parson! So che le vostre 'serate tra donne' sono degne delle peggiori bevute alla testa di porco, non mi inganni a me!"
Dopo avergli lanciato un'ultima occhiataccia, aggiunse rivolto alla squadra.
"Dopo la 'serata tranquilla' della vostra compagna, faremo un'ora in più allenamento. Potrete ringraziarla dopo e ora fuori!"
Isla sentì una pioggia di borbottii e insulti nei suoi confronti mentre impugnava la scopa e si dirigeva verso l'uscita con uno sbuffo.

"Certo che potevi evitare di bere come una spugna proprio ieri!" La accusò Brown, per l'ennesima volta, mentre uscivano dallo spogliatoio.
"Oh Brown basta! Mi hai veramente rotto, lasciami in pace!" Sbottò Isla, fermandosi sul posto in modo da lasciare che Brown la superasse.
Era stato un allenamento veramente sfiancante. James era arrabbiato e gli aveva veramente fatto sudare la doccia. Si era ovviamente incallito su di lei, accusandola di non essere in grado di prendere il boccino, quando in realtà l'aveva preso 8 volte in due ore. Come media non era affatto male.
"Cos'è quel faccino? La cercatrice mezzosangue non è riuscita ad acchiappare il boccino?" Mulciber attirò l'attenzione di Isla distogliendola dai suoi pensieri.
Le era arrivato da destra, indossava la divisa di allenamento e impugnava la sua scopa da corsa.
"Mulciber gira a largo." Ringhiò lei, scansandolo e riprendendo la sua strada verso il castello.
Ma lui la fermò per un braccio, facendola voltare e tirandosela ad un palmo dal naso.
"Cos'è, schifosa Mezzosangue, hai forse paura?" Il ghigno del ragazzo aveva una scintilla di malignità.
Isla stava quasi per ribattere inviperita.
Paura di Mulciber? Ma quando mai...
"Lasciala immediatamente Mulciber." Con i n ringhiò e una bacchetta puntata al collo del serpeverde, Sirius non esitò ad intervenire.
"Oh guarda... ho proprio ragione, la feccia ha bisogno di essere salvata.." Mulciber passò lo sguardo da Isla a Sirius, ma non lasciò andare la prese sulla ragazza.
"Black vattene. - mormorò Isla imperiosa, ma Sirius non accennò ad abbassare la bacchetta.- Prima che ci interrompessero, stavo per dire che di sicuro non ho paura di una schifosa serpe come te. È divertente strisciare ai piedi del tuo caro Voldemort?" Gli soffiò in faccia con un ghigno. Gli occhi del ragazzo si riempirono di rabbia e Isla abbassò la mano per afferrare le sua bacchetta.
"Tu non ti devi permettere.. sudicia,schifosa,sgualdrin.." non fece in tempo a finire di insultarla che un raggio rosso lo colpì in pieno petto, proprio nel momento in cui Isla stava sfoderando la bacchetta, ma lo schiantesimo non era partito da lei, ma da Sirius.
Si girò sbigottita verso il ragazzo.
"Come diamine ti sei permesso?!"Sibiló
Sirius la guardò stranito. Non capiva dove fosse il problema, l'aveva aiutata, l'aveva salvata.
"Non avevo bisogno di te o di nessun altro, Mulciber è un babbeo, ce l'avevo in pugno e tu ti sei intromesso." Gli puntò un dito al petto infervorata dalla rabbia.
Sirius era letteralmente accigliato.
"Non ho capito...Ti ho solo aiutata!" Sirius era incerto se doveva essere arrabbiato,sconcertato, sorpreso o cos'altro.
"Non avevo bisogno di aiuto! -Isla era fuori controllo, non sopportava quella situazione.- Non sono la principessa in pericolo e tu decisamente non sei il cavaliere dalla scintillante armatura! Me la sarei cavata da sola." Detto questo la ragazza girò sui tacchi.
Sirius si sentì pervadere dalla rabbia, lo shock iniziale si era dissipato e ora semplicemente non riusciva a restare lì a guardarla insultarlo solo per averla aiutata.
C'era un problema quando Sirius si arrabbiava in quel modo, il filtro tra il cervello e la bocca si spegneva.
"Te la saresti cavata da sola come con tuo padre." Sbottò infuriato.
Isla si congelò sul posto.
Come poteva tirare fuori quella questione, lei si era fidata di lui. Sentì qualcosa rompersi dentro e senza degnarlo più di uno sguardo marciò verso il castello.

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