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Ottobre lasciò in fretta spazio a Novembre, i pomeriggi passati a studiare nel parco, alla tenue luce del sole autunnale, vennero sostituiti con ore chini sui libri al tavolo della sala comune.
"Lunastorta davvero questa è coercizione!" Si lamentò Sirius per l'ennesima volta accasciandosi sul tavolo senza forze.
"Prega che io continui a costringervi a studiare Felpato, altrimenti non passeresti nemmeno l'esame del sangue." Rispose Remus senza alzare lo sguardo dal libro.
"Cosa?! C'è anche un test sul sangue? Ma in quale materia? Non ne sapevo nulla!" Cominciò ad agitarsi Peter.
"Coda tranquillo, è un esame medico babbano, era solo una battuta." Lo rassicurò Remus.
"Sta di fatto che io non ho intenzione di leggere nemmeno una parola di più. Vitious non mi metterà una T, ho le mie armi segrete." Stabilì James alzandosi dal tavolo.
"James dire al professore: "sa che quella giacca la slancia proprio!" Non ti farà prendere una A. Siediti e studia." Lo rimproverò Remus ancora con lo sguardo fisso tra le pagine.
James lo guardò sorpreso.
"Ora sa' pure prevedere i miei piani geniali. Le doti di mamma Remus si amplificano sempre di più. Sappi che mi fai paura amico." Disse lasciandosi cadere di nuovo sulla sedia.
"Abbiamo cose più importanti di incantesimi di cui parlare.- ammise infine Sirius chiudendo il tomo- Rem quando sarà questo mese? Sai ti vedo bello pimpante e in forma, potrei aver sbagliato i calcoli.- ironizzò sul pallore e l'aria malaticcia che da qualche giorno era comparsa sul volto dell'amico.
"Lo sai che è sta sera." Rispose Rem, sempre continuando a studiare.
James spazientito prese il libro da sotto il naso dell'amico "Ma la vuoi smettere di leggere questo dannato libro?" e lo lanciò sul divano alle loro spalle.
"A che giochiamo per questa luna quindi?" Chiese Peter.
"Io direi che 'chi fa perdere la testa al lupo' è perfetto." Esclamò Sirius con un sorrisetto sghembo in contrasto con l'espressione grave di disapprovazione nata sul volto di Remus.
Il giorno del plenilunio Remus si recava in infermeria dopo cena, per essere ricoverato, prima della notte di trasformazioni che lo attendeva.
All'imbrunire Madama Chips lo accompagnava alla stamberga strillante, sotto al platano picchiatore nel parco, dove Remus avrebbe dovuto passare la notte tra atroci sofferenze. Quello che la donna ignorava era il modo in cui il licantropo trascorreva realmente le notti di luna piena: Le atroci ferite che il lupo si auto infliggeva i primi anni erano ormai un ricordo lontano per il ragazzo. Da due anni a quella parte i suoi amici, i malandrini, avevano trovato il modo di stargli accanto, senza correre il rischio di morire, scorrazzando con lui per la foresta proibita sotto la luce lunare. I ragazzi erano riusciti, nonostante la difficoltà e il rischio che tale operazione comportava, a diventare animaghi. James si era trasformato in un possente cervo, Ramoso, Sirius in un grosso cane nero, Felpato, e Peter in un piccolo topolino grigio, Codaliscia. Le serate passate in compagnia del licantropo diventavano momenti di gioco e svago che legavano ancora di più il gruppo.
I tre amici camminavano con calma nel parco del castello, Sirius e James stretti sotto al mantello dell'invisibilità e Peter, già trasformato, che correva ai loro piedi. Arrivarono al platano in assoluto silenzio e sgusciarono dentro. Trovarono Remus seduto nel solito angolo, intento a stringersi con forza le ginocchia con le braccia, la faccia contratta dal dolore. In silenzio si avvicinarono all'amico sofferente.
"Rem tranquillo manca poco, poi ci si diverte." Disse Sir poggiandogli una mano sul braccio tentando di confortarlo.
"Non voglio fare quello stupido gioco! È pericoloso, potrei farvi davvero male!" Disse Remus con un gemito di dolore.
"E dai Luna.. lo sai che sappiamo tenerti a bada e alla fine ti diverti pure tu." Disse James piegando il mantello e poggiandolo sul tavolo.
"James io non posso controllare la mia parte da lupo..lo sapete!" Ringhiò guardandolo con una rabbia disumana nello sguardo.
"Rem non preoccuparti non ci farai nulla." Lo rassicurò Peter. Il ringhio che uscì in risposta dalla bocca di Remus non era decisamente umano.
"Sta cominciando.." bisbigliò Sirius allontanandosi.
Remus emise un gemito di dolore mentre si accascia a a terra, il corpo scosso da forti tremiti, le ossa che cambiavano forma sotto la pelle spezzandosi e ricomponendosi, un folto pelo cominciò a crescergli lungo tutto il corpo e grossi artigli spuntarono dal fondo delle sue dita sanguinanti, un urlo di dolore squarciò il silenzio della notte e si trasformò in un ululato. I suoi amici non persero tempo e al posto loro, con un lampo di luce, comparvero i tre animali.
Il lupo osservò i tre scrupolosamente per poi prendere a scodinzolare. Li aveva riconosciuti.
I quattro non persero tempo e velocemente sgusciarono fuori dal buco del platano correndo verso la foresta. Felpato sentiva l'umidità e l'aria accarezzargli il pelo, cominciò a correre al massimo delle sue forze per poi gettarsi a terra e cominciare a rotolare, restò qualche secondo sdraiato a pancia in su con la lingua di fuori, finché Codaliscia non gli salì in grembo in un gesto di sfida. Il cane cominciò a rincorrere il topo che scappava in mezzo alle sue zampe facendo andare Felpato fuori di testa. Era il loro gioco preferito e Coda vinceva sempre.
Nel mentre Lunastorta si era fermato ad osservare la luna, quella luce argentea che lo chiamava a se e a cui non riusciva a resistere. Ramoso lo richiamò con un bramito e un colpo di corna, il lupo lo osservò e a James parve quasi di vedere un lampo di sfida nei suoi occhi. Presero a correre nel folto della foresta a perdifiato con alle spalle il cane e il topo, che si teneva arpionato al pelo del primo.
Arrivarono nella loro radura, illuminata dalla luna in ogni suo angolo, il loro posto preferito per dare il via ai giochi.
Ramoso trotterellò con calma verso il lupo, per poi scattare all'improvviso tirandogli una cornata, non per ferire, solo per giocare, che fece cadere il lupo sulla schiena. Coda approfittò dell'occasione e salì sul muso del lupo infastidendolo, zampettando poi per tutta la sua pancia e mordicchiandogli la coda. Felpato gli si gettò addosso schiacciandolo a terra e leccandogli il muso. Non l'aveva mai fatto, non aveva mai provato ad avere un contatto così diretto con l'animale. E Lunastorta non apprezzò. Scacciò il cane con una zampata che lo fece guaire dal dolore, alzandosi sulle zampe pronto ad attaccare. Fece un balzo in avanti e Sirius si ritrovò schiacciato sotto il peso del lupo, non voleva attaccarlo aveva paura di ferirlo, ma Remus gli ringhiava addosso e Ramoso fu costretto ad intervenire. Lo ributtò a terra con un'altra cornata che fece arrabbiare ancora di più il lupo che, ora su tutte le furie, gli balzò alla gola, infilzando gli artigli sotto al pelo corto, aprendogli un grosso taglio sul collo che prese a sanguinare copiosamente. Il licantropo si allontanò all'istante e guardò l'animale amico accasciarsi a terra, come spaventato dalla ferita inflitta al cervo scappò nel folto della foresta.
Felpato fece un balzo verso l'amico e con un lampo di luce Sirius comparve al posto del cane.
"Coda tieni d'occhio Remus, devi riportarlo alla stamberga quando si ritrasforma." Urlò al topo, che dopo un attimo di esitazione si immerse nella foresta dietro al lupo.
James era comparso al posto del cervo, un grosso squarcio sanguinante gli tagliava la gola e il petto. Sirius si piegò su di lui premendo sulla ferita, le sue mani si riempirono velocemente di sangue, estrasse la bacchetta e cominciò a sussurrare incantesimi curativi ma il taglio era troppo profondo, i lembi ti pelle non riuscivano a ricongiungersi.
"James non basta.. ti porto da Madama Chips." Sussurrò all'amico tremando. Sirius era terrorizzato, sentiva il fiato venirgli a mancare, ma strinse i denti e schiarì la mente prendendo sotto braccio l'amico.
"No.. Madama Chips no... dittamo Sir.. dittamo" rantolò lui a fatica.
James non voleva mettere in pericolo lui e i suoi amici. Erano animaghi illegalmente e presentarsi in infermeria con una ferita del genere provocata da un lupo mannaro significava ammettere la propria colpevolezza.
Sirius annuì e prese a camminare il più velocemente possibile con l'amico appeso alle spalle.
"Accio mappa." Urlò una volta giunto in prossimità del platano.
Una pergamena sgualcita uscì dal buco dell'albero e gli volò in mano.
"Giuro solennemente di non avere buone intenzioni." Sussurrò, puntando la bacchetta sul foglio e, riprendendo a muoversi verso il castello.

Sulla mappa cominciarono a tracciarsi delle lineee scure:

I signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso
Consiglieri e Alleati dei Magici Malfattori
sono fieri di presentarvi
La Mappa del Malandrino

Sotto la scritta prese a formarsi una piantina del castello e in mezzo ad essa comparvero targhette con i nomi di chi ne percorreva i corridoi.
'La mappa del malandrino'. Un'invenzione geniale per portare a termine tutte le loro malefatte senza essere colti in flagrante.
Ora però, serviva a Sirius per raggiungere la sala comune senza che nessuno si accorgesse delle condizioni pietose di James. Era appena scattato il coprifuoco, erano pochi i cartigli che si spostavano al di fuori delle sale comuni.
Sirius tremava dalla paura ma non si faceva rallentare da essa o dal peso del suo amico. Aveva in testa un pensiero fisso: salvarlo. Non riusciva nemmeno pensare all'eventualità.. No non poteva pensarci.
Percorse in tutta fretta i corridoi bui cercando di sostenere il più possibile James che gemeva, appoggiato a lui, a causa del dolore.
Non seppe come, ma raggiunse il settimo piano in pochi minuti, varcò la soglia della sala comune senza pensarci, erano appena le undici molti studenti erano ancora seduti sulle poltrone intenti a chiacchierare o a studiare per il giorno dopo. Tutti gli occhi si puntarono sulle due figure sporche e insanguinate che avevano appena fatto il loro ingresso, un silenzio preoccupato calò sulla sala, ma Sirius non aveva tempo da perdere, non si fermò a dare spiegazioni e trascinò James su per l'ultima rampa di scale che conduceva al loro dormitorio, lo lasciò cadere sul letto e urlò:
"Accio dittamo" una boccetta gli volò tra le mani e lui si piegò al capezzale dell'amico cominciando a versare gocce di un liquido marrone sui lembi di pelle insanguinati.
"Che diamine è successo?- Chiese una voce preoccupata alle sue spalle- ...o mio Dio.. James.." si lasciò sfuggire in un sussurro Isla mentre si avvicinava ai due ragazzi.
"Cosa gli hai fatto Black?" Chiese in tono accusatorio senza ricevere risposta.
"Black che cosa è successo?" Chiese di nuovo strattonandolo per la maglietta.
Sirius la scacciò malamente, in quel momento non aveva tempo per rispondere a domande idiote inventandosi scuse, doveva pensare a James.
"Isla ma cosa..-chiese un'altra voce varcando la soglia- O Merlino... deve essere portato in infermeria subito!" Esclamò Lily alla vista del petto maciullato di James. Si sentì uno squittio e un sospiro trattenuto da Mary al suo fianco.
"CHIUDETE QUELLA DANNATA PORTA!" Gridò Sirius in direzione delle tre ragazze appena entrate, sicuramente non aveva bisogno di altra gente che veniva a porgli domande a cui non sapeva rispondere.
Le tre ammutolirono davanti a quello sguardo di rabbia e dolore, eseguirono l'ordine e si avvicinarono al letto di James.
La ferita aveva smesso di sanguinare e ora Sirius stava sussurrano alcuni incantesimi per favorirne la cicatrizzazione. Quando ebbe finito abbassò lo sguardo sul volto pallido dell'amico, inerme. Si sentiva attanagliato dal senso di colpa e dal terrore, se non fosse stato così stupido da leccare il muso del lupo tutto questo non sarebbe successo. Era colpa sua.
"Ha bisogno di una rimpolpasangue Black.-Disse Lily in tono deciso osservando il volto pallido del ragazzo- ne avete un po'?"
Sirius annuì alzandosi e prendendo dalla scatola, da dove pochi minuti prima era uscita l'essenza di dittamo, un'altra boccetta. Cercò di stapparla ma il tremito alle mani era troppo forte e si trovò in difficoltà. Delle mani piccole e delicate gliela presero, tolsero il tappo di sughero e si avvicinarono alla bocca di James. La rossa appoggiò la boccetta alle labbra del ragazzo, e ne vuotò il contenuto al loro interno, mentre Sirius rimase attonito ad osservare la scena.
"Black cos'è successo?" Gli chiese Isla più calma di prima ma lasciando trasparire la sua necessità di avere spiegazioni.
Sirius scosse la testa, non era nelle condizioni per inventare una scusa. Si girò verso il muro e cominciò a prenderlo a pugni, sentì la pelle lacerarsi, ma quel dolore non riusciva ad eguagliare quello che aveva nel petto, respirò furiosamente tentando di calmarsi, si avvicinò al letto dell'amico e si sedette ai suoi piedi, rimase lì tutta la notte, senza chiudere occhio, con il senso di colpa a mangiargli lo stomaco.
Le tre ragazze provarono a scucirgli qualche spiegazione ma lui non alzava nemmeno lo sguardo verso di loro. Dopo un paio d'ore di un interrogatorio piuttosto inutile Isla si lasciò cadere dall'altro capo del letto, poggiando la testa sul materasso, e le sue amiche la imitarono. Rimasero così tutta la notte svegli ad aspettare di vedere la luna calare e il sole sorgere.

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