Volevo ritornare nella mia 'vecchia' casa, situata nella periferia di Tacoma. Iniziai a camminare fino al primo bosco al confine con Seattle.
I primi fiocchi di neve mi sfioravano la pelle candida e fredda come il ghiaccio, mentre sfecciavo tra gli alti alberi ormai spogli. Dopo pochi minuti, alla neve sia aggiunse anche un forte vento freddo proveniente da nord. I miei vestiti ormai erano completamente fradici, anzi, si erano congelati dal freddo del mio corpo e da quello della neve all'esterno.
In meno di una ventina di minuti raggiunsi la mia vecchia dimora. La chiamavo vecchia perché senza Efli al mio fianco non avrei più potuto abitare lì. Non avrebbe avuto senso. Era bellissima, l'avevamo scelta io ed Efli circa quindici anni fa. Era una casa meravigliosa, a due piani con un giardino verde sempre pieno di fiori colorati, che ora la neve ricopriva come una spessa coperta bianca. Iniziai ad incamminarmi sul vialetto di pietra grigia. Arrivai davanti alla porta di legno scuro, quasi nero e osservai i nomi incisi in corsivo su una targhetta di bronzo invecchiato: Efli Bonovski & Jessica Parton. Come stavano bene insieme i nostri nomi. Sfilai fuori dalla tasca dei jeans le chiavi di casa. Feci scattare la serratura, e aprii la porta con un cigolio. Tutto era rimasto come quando mi ero saettata fuori di casa nella tarda mattinata di ben due giorni fa. Ma mancava qualcosa in questa casa, o meglio, qualcuno. Mancava lui. Il suo sorriso, le sue battute che anche se vecchie di secoli riuscivano ugualmente a strapparmi un sorriso, ed infine i suoi baci. Non so cosa darei per un suo bacio, ora. Potrei anche morire, ma voglio riaverlo.
Le mie converse blu facevano scricchiolare il palquet di ciliegio, come nei classici film horror. Le pareti erano color rosso sangue, scelta mia ovviamente. Efli puntava ad una linea più classica d'arredamento, centrata sul bianco e il grigio, ma io mi ero rifiutata e alla fine l'ho convinto a qualcosa di più elegante, il rosso e l'oro. Appena entrati in casa c'era un piccolo corridoio che portava al salotto. Percorrendolo, il corridoio era un tunnel di ricordi. Nella prima foto io e Efli in Alaska nel 1826, accampati sotto un grosso abete ricoperto dalla soffice neve che era appena caduta. Nella seconda una mia foto di famiglia. c'era mia madre Kaitlin, mio padre Sam e le due gemelle più piccole Sadie e Maggie. Un'altra foto, io ed Efli cinquant'anni fa, davanti alla casa appena acquistata a Berlino. ogni foto era un ricordo, e ogni ricordo una pugnalata al cuore...o quello che dovrebbe esserlo. Arrivai al salotto, era in perfetto ordine proprio come Efli, chiamato anche da me 'il malato dell'ordine', aveva lasciato. Il libro de I promessi sposi, che stava leggendo per la miliardesima volta, era appoggiato sul tavolino dorato davanti al divano di pelle color carbone. Sul salotto si affacciavano due porte: una che portava alla cucina e l'altra alle scale.Salii le scale lentamente, arrivata in cima ad esse, c'erano due porte, la prima portava alla nostra, mia camera da letto. La seconda invece portava ad un grosso balcone. Aprì la prima porta. Il grosso letto matrimoniale era ricoperto da pesanti lenzuola dorate, ed era rimasto esattamente intatto da quella mattina. Dalla grande finestra spalancata entrava aria gelida accompagnata da grossi fiocchi di neve. La chiusi, e andai a sedermi sul morbido letto. troppi ricordi in quella stanza, troppi ricordi in questa casa. Rimasi ad osservare il grosso armadio per minuti, o forse ore. Andai ad aprirlo e subito quell'odore ,il suo odore mi investì come un tir ad alta velocità. Miele e mango. Presi una sua camicia azzura, la sfilai dalla stampella e me la portai al naso, aspirai a fondo quell'odore perfetto che mi aveva cullato per anni.
Mi ero completamente dimenticata di essere bagnata fradicia, quindi mi cambiai con dei jeans neri e un maglione grigio, e come scarpe misi delle All Stars bianche basse.
Una parte di me voleva rimanere, ma l'altra voleva scappare via da questo posto e non ritornarci mai più.
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ciao lettrici e lettori, questo è il mio primo 'spazio autrice', e ci terrei veramente molto sapere che ne pensate di questi quattro capitoli.
Vorrei fare un ringraziamento speciale alla mia amica Alessia (alebiollo) che mi da molte idee per continuare a scrivere. Inoltre domani essendo Natale probabilmente non riuscirò ad aggiornare, perciò a Santo Stefano farò doppio aggiornamento. vi faccio tanti auguri di buon Natale!
al prossimo capitolo
baci
Virgy××
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La cacciatrice
VampireJessica Parton ha 19 anni e fa parte della specie dei freddi, o meglio conosciuti come vampiri. È una 'ragazza' dolce e altruista con coloro che ama, mentre impassibile e aggressiva con gli sconosciuti. Prima della morte di Efli era felice e non a...