Capitolo ventidue

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Camminammo mano nella mano tra le vie illuminate di Dublino, fino ad arrivare ad un ristorante dall'insegna rossa, che dall'esterno sembrava costoso e raffinato. -sicuro che non sia troppo dispendioso?- chiesi mentre mi rimettevo a posto una ciocca di capelli. -tranquilla- disse toccandomi il braccio con la sua mano per rassicurarmi. Salimmo le scale in cemento per poi arrivare ad una grande porta di vetro. Luke, da vero gentiluomo, me la aprì per farmi entrare. Subito un cameriere in smoking, alto e magro da far paura, ci venne incontro. -avete prenotato?- chiese con aria un pò annoiata -si, McCoy- disse il biondo al mio fianco, il cameriere scrutò la lunga lista delle prenotazioni cercando la nostra. -si, tavolo sei, seguitemi- disse avviandosi verso qualche parte della sala passando tra i tavoli. La maggior parte di questi erano occupati da due o tre persone, erano ricoperti da una tovaglia color panna e erano decorati da una candela gialla, come le pareti, e una rosa rossa, messa dentro un sottile vaso di vetro. Il nostro tavolo era in un luogo più isolato della stanza, e proprio sopra di esso era appeso un grosso lampadario di cristallo. Ci sedemmo e iniziammo a scrutare il menù. -Mmh fiorentina al sangue- disse Luke con tono sognante, sorrisi e continuai a osservare il listino dalla carta giallastra, con le scritte in corsivo nero e ricoperto di pelle rossa. Un altro cameriere, sta volta dall'aspetto più simpatico di quello precedente, ci raggiunse con in mano una bottiglia -champagne?- ci chiese l'uomo guardando prima Luke poi me, quest'ultimo mi rivolse uno sguardo per poi rispondere -si grazie-. L'uomo grassottello ci versò un liquido leggermente giallastro e frizzante dentro i nostri calici sottili. Quando se ne andò fecimo un brindisi -a noi- sussurrò Luke alzando il bicchiere,-a noi due- ripetei per poi portamelo alla bocca. Il suo aroma frizzantino mi stuzzicava il palato provocandomi qualche brivido, ma tutto sommato non era male. -tu cosa prendi?- chiesi a Luke - penso che prenderò...un tortino di gamberi e asparagi- rispose chiudendo il menù - mmh...ma sì, lo prendo anche io, mi ispira- dissi anch'io chiudendo il mio menù. Ppchi minuti dopo, il cameriere che ci aveva fatto accomodare al tavolo, venne a prendere le nostre ordinazioni. -domani si parte quindi- disse Luke -mi sa proprio di si, ci siamo trattenuti un bel po qui, e poi ci aspetta un'altra nuotata probabilmente- dissi facendo un leggero sbuffo -non ti piace proprio nuotare vero?- mi chiese sogghignando -già, cioè io sono cresciuta nella soleggiata Miami! E le mie abitudini sono rimaste tali, non mi piace fare il bagno nell'acqua fredda, e con sto tempaccio!- dissi appoggiando il mio mento sul palmo della mano. -che pigrona che sei- disse ironico -ha parlato quello che non vuole quasi mai alzarsi dal letto- ribattei -hey! Ma così non vale!- esclamò lui, prima che il cameriere portasse le nostre pietanze. L'odore amarognolo degli asparagi faceva contrasto con quello dolce dei gamberetti, il tortino era davvero molto piccolo, se fossi stata umana non mi avrebbe saziata per niente. Ne assaggiai un boccone all'esterno era leggermente croccante, mentre all'interno cremoso con dei pezzi di gambero e asparago. -che buono!- esclamò Luke portandosi un altro pezzo di tortino alla bocca. La cena passò molto in fretta, e presto lasciammo il ristorante, dopo aver pagato. Appena aprimmo la porta della camera, trovammo l'ultima persona che avrei voluto vedere.

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