l'autostoppista fantasma

4K 135 10
                                    

Il protagonista è un camionista, durante una consegna notturna. La radio di sottofondo si sente appena, il rumore della pioggia e del tergicristallo la sovrastano. Il camion è fermo alla pompa del gasolio. Il benzinaio sbuffa: con quel tempaccio non deve avere granché voglia di prendere freddo. Il camionista che invece è da vent’anni che guida con pioggia, vento e neve vorrebbe solo che si smuovesse, e la smettesse di fare tutte quelle smorfie. Il camion ha di nuovo la pancia piena. L'uomo non è neanche uscito dalla stazione che già si stropiccia gli occhi per lo stupore. Cerca di sbrinare il vetro con il dorso della mano: c'è qualcuno, gli pare, in mezzo alla strada. Avanza qualche metro, e no, non ci ha visto male: sotto la pioggia c'è una donna. Accosta, cerca di mettere l'immagine a fuoco, ma è difficile con l'acqua che continua a schiaffeggiare il parabrezza. Possibile che indossi solo una felpa? Eppure è proprio così, sta in piedi sotto l’acqua con le braccia alzate e i palmi e lo sguardo rivolti verso il cielo. Dalla testa, coperta solo da un cappuccio di spugna, escono sottilissimi capelli biondi. Fermarsi non è mica saggio, ma quella donna sembra un angelo di quant'è bella. :Scusa, hai bisogno d’aiuto?" domanda. "Può darsi", risponde quella urlando con tutta l'anima per vincere lo scrosciare della pioggia. "Forza allora, che aspetti, sali a bordo. Ce la fai?" Ma quella è agile come un gatto, e salta su in un attimo. "Dove vai?" domanda l'uomo gentilmente,"io vado verso Torino". "Va benissimo, grazie". Non ha neanche le scarpe ai piedi. La t-shirt bianca che indossa sotto la felpa dalla zip aperta le si è appiccicata addosso e lascia intravedere il suo fisico magro,e ha gli occhi talmente chiari che in mezzo a tutta quell'acqua sembrano quasi trasparenti. La ragazza si mette comoda, con le gambe incrociate. Col ginocchio sfiora il braccio dell'uomo, che per abitudine tiene sempre una mano sul cambio. "Mi mancava così tanto la pioggia", dice la ragazza," io amo la pioggia:. Il camionista trattiene le parole in bocca, che parla a fare?, è ovvio che è un poco stramba quell'angelo: nell'ultima settimana ha piovuto ogni santo giorno! Poi la pioggia dirada, il suo rumore è ormai un leggero ticchettio che spezza la monotonia del silenzio. L'uomo, che non ha mai avuto una grande fortuna con le donne, si chiede se non fosse il caso di provarci, nonostante lui sia tanto brutto e lei così eterea. "Magari sono indiscreto", balbetta, "ma cosa facevi in mezzo alla strada, con questo tempo?"-"Così… Cioè… Hai mai fatto una cosa senza senso?" ribatte lei."No", fa l'uomo con il capo. "L’acqua è un elemento purificatore, sai?" dice lei. "No", continua a ciondolare la testa. Quante cose che non sa. Le strade conosce, quelle sì. Le impara subito, è una specie di dote. "Guarda,un banco di nebbia!", esclama lei d'un tratto. "Non è fantastico?"-" Io lo trovo solo pericoloso", risponde l'uomo sinceramente. La nebbia diventa così fitta che l'autista è costretto a rallentare. Cerca di concentrarsi sulla strada, ma è difficile: con un occhio continua a guardatla. Quando la ragazza si toglie dalla testa il cappuccio, i capelli adesso le scendono sulle spalle e le punte toccano le spalle. "Guarda la strada, non me", dice la donna con un sorriso amabile. Quello resta in silenzio. È in evidente imbarazzo. Via, via tutti i pensieri ora, si sforza l'uomo, che davanti a sé non vede nulla, appena le flebili luci dell'auto davanti. Cerca di seguirne la scia, ma la nebbia si compatta finché scompare tutto. Pare di camminare nel vuoto ora, ma la pelle di quell'angelo è talmente vicina che il camionista non riesce a pensare ad altro. E poi lei gli accarezza la mano e se la porta sul ginocchio:" sei ghiacciato", dice. L'uomo ha perso completamente di vista la strada, per quel che ne sa potrebbero essere in un posto qualunque tra le colline del Monferrato:" Mi sa che siamo usciti dalla strada principale, perché non capisco proprio dove siamo:, ammette." Non importa", dice lei, "manca poco". "Manca poco, a cosa?" "Ecco, accosta qui". Il camionista quasi si dispiace che la corsa sia finita così presto, saluta un po' impacciato, "buona fortuna" balbetta. Lei fa per uscire, poi ci ripensa e torna indietro, gli da un bacio. Un innocuo bacio sotto la guancia, quasi nel punto in cui si uniscono le labbra. Poi saluta e scappa via.Il camion riparte lento e stanco, e alla prima curva la nebbia si è diradata. L'autista fa in tempo a guardarsi intorno per capire dove si trova, e, ops!, c'è la felpa della ragazza nel posto in cui era seduta.《 Cosa faccio adesso?》pensa, 《torno indietro? No, è tardi ormai》.Decide che al rientro laverà l'indumento, e l'indomani lo riporterà alla proprietaria: in fondo adesso che si è diradata la nebbia, sarà più semplice orientarsi e capire dove si trovi. Lentamente, con un senso di amarezza nello stomaco, segue il primo cartello per Torino riprendendo il cammino verso la meta. La storia non finisce qui.Quando il camionista ritorna nel posto in cui ha lasciato la ragazza la notte precedente, si ritrova un piccolo cimitero di paese. Si addentra incredulo all'interno, dove adagiata a una lapide trova una t-shirt bianca. Il nome sulla stele è quello di una donna, e dalle date si capisce che la donna che riposa in quel punto è morta poco più che ventenne. Poi scopre che ha dato un passaggio ad un fantasma nella sua dimora spettrale.
Spero vi piaccia....

Creepy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora