𝐴𝐶𝐶𝐴𝐷𝐸𝑀𝐼𝐴

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Come già descritto in parte, l'Accademia non ha aspetti futuristici.
Vista da fuori sembrerebbe ai nostri occhi una specie di convento od un college inglese, realizzata interamente da mattoni, e decorata con numerose finestre e talvolta anche lucernari.

La struttura consiste in un corridoio perimetrale rettangolare, non esattamente simmetrico.

Sull'ala sud vi è l'entrata: vi è una piccola scalinata, sopra la quale si apre il portone di legno.
Superato il portone, si trova un corridoio molto largo, e due uffici: quello a sinistra è del preside, mentre l'altro è la segreteria. Alla destra dell'atrio, invece, si apre un altro portone, simile a quello d'ingresso: è l'Aula Magna, che ha una capienza tale da ospitare fino a mille persone sedute; ovviamente, stringendosi, può entrarci anche più gente. La parete esterna, tralasciando una base murata, è interamente coperta da vetrate, e dunque visibile dall'esterno.

Dalla parte sinistra dell'ala, invece, si ha accesso all'ala ovest.
Essa è completamente dedicata al relax degli studenti: vi sono tre aree cinema, tavoli da ping pong, biliardini, addirittura due canestri per fare due tiri anche quando fuori piove. Vi sono scaffali con vari giochi da tavolo ed infiniti mazzi di carte; vi è anche la tombola, ma prevedendo le passioni per le risse col cibo, non vi sono i fagioli, e si deve coprire il proprio foglietto con il numero estratto.
Vi sono anche numerosi divanetti e poltrone, seppelliti da cuscini. Vi sono anche più tappeti, così da poter camminare anche scalzi. Per motivi logici- aule cinema e basket- le finestre sono distribuite solo in alcune parti del corridoio.
"Molly, ma quanta roba-" grazie al fico amici, sono ottocento adolescenti chiusi in una specie di castello-villa, dovranno pur intrattenersi.

Alla fine del corridoio si arriva nell'ala nord. Essa è particolare: è infatti profonda il doppio delle altre ali, in quanto mentre sul "primo piano" vi sono le aule ed i bagni comuni, nello spazio retrostante vi sono i laboratori. Capirete dopo.
Le aule sono ben ventiquattro: tre aule per distretto, ad anno; facendo un rapido calcolo, sono sei aule per distretto, per quattro distretti. Le lezioni sono separate in base alla "destinazione finale" degli studenti, ma essendo sempre una novantina di ragazzi- a distretto- circa, servono più aule.
Nella prima parte dell'immenso corridoio, vi sono le aule del primo anno, mentre procedendo in avanti si trovano quelle del secondo anno; anche da questo lato vi è un accesso ai laboratori retrostanti.

Alla fine del corridoio si ha anche l'unico accesso all'ultima ala, quella est. Probabilmente, gli studenti sono combattuti davanti alla scelta della preferita: l'ala dei giochi o l'ala del cibo?
Vi è infatti la mensa: tavoli tondi o rettangolari, che di norma riescono ad ospitare otto persone, ma volendo anche sedici. Il cibo è cucinato nella stessa Accademia da un'equipe di cinque cuochi, che trattano tutti come se fossero i loro stessi figli. Non vi dico che è concesso entrare in cucina e rubare il cibo, ma se vuoi fare una scappatina e scoprire il menù, sei ben accetto. Tranne se hai lezione, ti rimandano in classe a suon di pentole.

Passiamo ora al primo piano.
L'ala sud presenta un'immensa terrazza, nella quale a volte, quando non piove o non fa freddo, si tengono alcune celebrazioni scolastiche, come i diplomi o le feste d'inizio e di fine anno- se piove, si rimandano le feste, ed il diploma è conseguito nell'Aula Magna.

Sul cortile interno, dal lato est, vi è una scala posta intorno ad un ascensore che ha una capienza tale da trasportare quindici persone: entrambi danno accesso all'infermeria, dove si ricoverano gli studenti anche per una semplice influenza al fine di non contagiare tutta la scuola- andiamo, camere da cinque e bagni in comune, se uno si ammala si ammalano tutti, è un po' l'unica pecca-, i ripostigli- con scorte di cibo, di detersivi, di strofinacci eccetera-, e la lavanderia. Non vi sono le lavandaie, quindi, anche se a volte se ne occupano le infermiere del piano, i ragazzi sono chiamati a responsabilizzarsi della propria roba e di occuparsi di essa. Un modo anche per crescere alla fine, e diventare un poco più indipendenti. È poi, è roba personale via giù.

𝐺𝑅𝐴𝑁𝐷𝐸 𝐶𝐴𝑅𝑅𝑂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora