Due

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“Com’è questo tuo amico?” gli domanda Emma durante il tragitto.

“È molto... responsabile.”

“Non mangia i bambini, vero?”

Stiles vorrebbe davvero, davvero ridere. “Non ha mai mangiato me, non credo proprio lo farà con voi.”

“Lo conosci da tanto?”

“Sì.”

“Ti fidi di lui?”

Stiles non ha il minimo dubbio. “Sì.”

Emma sembra soddisfatta e non chiede più niente fino a quando non arrivano davanti al palazzo dove abita Derek. Spalanca la bocca. “Abita davvero qui?”

Stiles controlla il cellulare. “Sembra proprio di sì, andiamo.”

Ha un po' di timore mentre suona il campanello. “Ciao, Stiles. Ascensore sulla destra, ultimo piano.”

Entrano in casa di Derek e tutti e tre si guardano attorno a bocca aperta. “Abiti davvero qui?” gli domanda Stiles incredulo.

Derek alza gli occhi. “No, sono la donna delle pulizie.”

Stiles lo guarda sbalordito. “Era davvero una battuta?”

“Stiles hai proprio ragione. Se non ha mai mangiato te, non mangerà di certo noi” si intromette Emma facendo scoppiare a ridere Derek e guadagnandosi una linguaccia da parte di Stiles.

“Tu devi essere Emma. Mi piaci, ragazzina.”

Emma sorride. “Anche tu. Ho deciso, quando sarai più grande diventerai mio marito.”

“Con molto piacere.”

“Visto?” dice Emma rivolgendosi a Stiles “lui è simpatico.”

Stiles vorrebbe davvero risponderle a tono ma sente i pantaloni tirare. Si gira e vede Jack attaccato. Derek si avvicina e gli si inginocchia davanti. “E tu devi essere Jack, giusto?”

Il bambino annuisce e Stiles un pochino si rilassa. “Ti piacciono le costruzioni?” gli domanda Derek.

Annuisce di nuovo. “Vuoi venire a vedere cosa ti ho preso?” gli chiede di nuovo indicando delle scatole appoggiate in un angolo.

Jack spalanca gli occhi e si avvicina curioso. Batte le mani mentre vede una nave dei pirati enorme. “Va bene se la costruiamo insieme mentre Stiles finisce di lavorare?”

Ora Jack annuisce con ancora più entusiasmo e Stiles si trova con gli occhi umidi. “Per me non hai preso niente?” gli chiede Emma.

Derek sorride. “Tu hai una cosa per bimbe grandi” le risponde facendole un occhiolino.

Le porge due grossi libri tutti colorati che le fanno emettere un gridolino entusiasta. Corre sul tavolino del salotto e li appoggia sopra aprendoli subito.

“Grazie, davvero. Non eri tenuto a fare... questo” dice Stiles indicando i bambini impegnati.

“Non ho fatto nulla che non potevo permettermi. E, altrimenti, non avrei saputo come tenerli impegnati. Sai, oltre a te non ho mai avuto a che fare con bambini.”

Stiles gli fa una linguaccia. “Antipatico. Ero un ragazzino adorabile.”

“Ma piuttosto impegnativo.”

Stiles ridacchia. “Devo andare. Cercherò di fare il prima possibile. Chiamami per qualsiasi problema.”

“D’accordo, ma credo non avremo nessun problema.”

Stiles torna in ufficio, si mette al pc e comincia a lavorare; si immerge così tanto in quello che sta facendo, che non si rende nemmeno conto che l'orario della cena è passato e che sono quasi le dieci di sera. Appena chiude l'ultimo file e guarda l'orologio, sobbalza: non pensava fosse passato così tanto. Derek lo ucciderà! 

Decide di fare una piccola sosta, prima di raggiungere casa del mannaro e, quando arriva, è passata quasi un'altra ora. Suona al citofono e Derek gli apre senza nemmeno parlare, sale all'ultimo piano e trova la porta socchiusa. Siles entra, fa qualche passo e vede Derek seduto sul divano, un libro tra le mani. “Si sono addormentati" sussurra il più grande, mettendo un segnalibro tra le pagine e poggiando il libro sul bracciolo. Poi gli fa segno di raggiungerlo. 

“Scusa, non mi sono reso conto che fosse passato così tanto. Avevo troppe cose da fare" cerca di giustificarsi, lo sguardo basso. 

“Non è un problema" risponde conciso Derek. “Cos’hai lì?” chiede, poi, indicando un sacchetto che Stiles regge ancora.

Il ragazzo sbuffa un sorriso. “Avevo preso della cioccolata per loro, per farmi perdonare, e due birre per te. Ma a quanto pare non serve.” 

Detek gli sfila il sacchetto dalle mani. “La cioccolata puoi dargliela domattina, ma la birra puoi dividerla con me ora.” 

Stiles boccheggia, poi si apre in un sorriso. “D'accordo. Però posso prima salutare i bambini e dagli un bacio? Dove sono?” 

Derek si alza e gli fa segno di seguirlo lungo il corridoio, per poi indicargli una porta. Siles la attraversa ed entra in una camera da letto totalmente illuminata dalla luna la cui luce entra dalla enorme vetrata. Emma e Jack sono al centro di un grande lettone, le mani intrecciate sopra la coperta che li copre. Stiles fa qualche passo per raggiungerli e si abbassa, sporgendosi per dare un leggero bacio sulla fronte ad entrambi. Rimbocca le coperte, toglie i capelli dalla fronte di Jack che si rigira, avvicinandosi alla sorella, poi si gira verso Derek. “Sono belli, vero?” chiede al mannaro, appoggiato contro l'ingresso della stanza.

Lui annuisce, poi “dai, vieni" gli dice e Stiles lo segue di nuovo in salotto.

Un'insolita eredità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora