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Scott insiste ad offrire il pranzo e, una volta pagato, vanno al parco lì vicino. Stiles accompagna i bambini alle giostre, mentre gli altri due restano seduti su una panchina. Sta aiutando Jack a salire sullo scivolo, quando Emma lo chiama, facendolo girare. “Stiles! Guarda questa foglia quanto è grande!” gli dice, ma un gridolino di Jack lo fa scattare. 

L’aveva lasciato ai piedi dello scivolo, ma il bambino, in quell’attimo di distrazione, aveva provato a salire il primo piolo della scala, strusciandovi contro con il ginocchio e graffiandosi. Stiles si siede subito sulla sabbia di fronte a lui, cercando di non iperventilare, mentre vede le lacrime scorrere sulle guance del piccolo. “Ehi, ehi, cucciolo, non è nulla, solo un piiiiiccolissimo graffietto!” cerca di tranquillizzarlo, mentre fruga nello zaino che aveva sulle spalle. 

Jack continua a piangere silenziosamente, con il naso che cola e gli occhi rossi, mentre Stiles tira fuori dell’acqua ossigenata e dei cerotti. “Tesoro” lo chiama, facendosi guardare e asciugandogli le lacrime con un pollice, “Ora brucerà un pochino, ma è per far guarire il graffietto, okay?” 

Jack annuisce e stringe la manina a quella di Emma che intanto si è accovacciata al suo fianco. Stiles versa un po’ di acqua e il bambino cerca di ritrarre la gamba, ma lui prende a soffiargli sopra. “Vedi? Già sta passando la bua, vero?” 

Jack annuisce, passandosi la manica della felpa sotto il nasino, mentre Stiles apre un cerotto e glielo poggia sul ginocchio sbucciato. “Guarda, cucciolo, sono gli Avengers!” gli dice, indicando i disegnini sul cerotto. 

“Jakie, quello lì è Hulk che spacca!” gli dice Emma, abbracciandolo. Quando Jack sorride, Stiles tira un sospiro di sollievo, poi si sente circondare il collo e i capelli del piccolo gli solleticano il naso. Se lo stringe contro, carezzandogli piano la schiena, calmando lui e se stesso, mentre Emma, oltre le spalle del fratellino, gli dice muovendo solo le labbra “Ben fatto!”

Stiles allunga un braccio e tira anche lei nell’abbraccio. Lei cerca di opporre un po’ di resistenza, ma poi si lascia andare. Quando si rialzano, Stiles prende il piccolo in braccio e si avviano verso la panchina su cui sono Derek e Scott. Scott sembra un po’ stranito, ma Stiles si concentra più su Derek che sorride a Jack che gli sta indicando il ginocchio. 

“Ehi, ometto, hai un cerotto bellissimo!” gli dice e il bambino ride. “Ti fa male?” chiede, poi, ma lui fa no con la testa. 

Salutano Derek all’uscita del parco, è lì con la sua auto e abita nelle vicinanze. Emma gli scocca un bacio sonoro, mentre Jack gli fa ciao con la manina. 

Quando tornano, Stiles fa il bagno ad entrambi, aiutati da Scott che forse si diverte quanto loro a giocare con l’acqua, poi gli mette il pigiama e li mettono a letto. Ora è seduto con il suo migliore amico sul balcone, entrambi con una birra tra le mani. “Sei bravo con loro” rompe il silenzio Scott. “Sai, stavo per correre da te quando abbiamo sentito che il piccolo si era fatto male, ma Derek mi ha fermato e mi ha detto che sapevi cavartela da solo. Sentivo il tuo panico, ma sei stato grandioso con lui!”

“Derek ti ha detto di non aiutarmi?” 

“Mh mh” annuisce Scott. “Ha detto che ci sai fare e si vede che loro due ti vogliono bene. Ha ragione.”

Quando è finalmente a letto, con la schiena a pezzi e finalmente rilassato, Stiles invia un messaggio a Derek. 

(Ore 00:24) Ero davvero in panico. SS

(Ore 00:28) Lo so, ma sapevo che te la saresti cavata bene. DH

(Ore 00:29) Non ero un bambino? SS

(Ore 00:32) Forse è per questo che sai come fare con loro. DH

(Ore 00:34) Odioso! SS

Scott resta con loro tutta la settimana e a Stiles sembra di essere tornato ad anni prima solo con un branco differente. La sera prima della sua partenza, hanno fatto anche una serata film a casa di Derek: avevano ordinato una pizza formato famiglia per tutti quanti, Stiles aveva preparato pop corn per tutti ed erano finiti per addormentarsi insieme sul grande divano di Derek guardando cartoni animati. Solo il mal di schiena di Stiles sembra voglia ricordargli che, in realtà, non è più l’adolescente che poteva passare la notte su un divano. “Tieni” gli dice Derek allungandogli una tazza di caffè.

Stiles sposta delicatamente Jack che gli stava sbavando sulla maglietta. “Grazie. Scott?”

“È andato a prendere la sua borsa a casa tua. Ha detto che torna con la colazione. Emma invece l’ho spostata nella camera. Volevo portarci anche te e Jack ma non sapevo come farlo senza svegliarvi.”

“Tranquillo, va bene così” risponde Stiles stirandosi la pelle e gemendo per il dolore.

Derek si avvicina, gli si inginocchia davanti e gli appoggia le mani sulla schiena. Stiles sente immediatamente il dolore sparire e vede le vene di Derek diventare nere. “Der, non devi.”

“Ssssh o sveglierai i bambini e poi dovrai spiegargli che il lupo cattivo esiste davvero.”

Stiles lo guarda fisso negli occhi. “Non vedo nessun lupo cattivo qui” ribatte sicuro facendo abbassare lo sguardo a Derek.

Un'insolita eredità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora