Sin dall'alba dei tempi, il lunedì è da sempre quel giorno dove ogni singola persona viene avvolta da un alone di rabbia, tristezza, ansia, stress e l'elenco completo delle emozioni negative che l'essere umano prova. È come l'antagonista di una storia che non ha né arte né parte, è collocato lì giusto per creare fastidio e danno psicologico, un'ombra serpentina che ti arreca dolore quando meno te lo aspetti.
Tutti odiano il lunedì mattina e Soobin non era da meno.
A dire il vero, avrebbe potuto odiarlo molto di più se le materie scolastiche quel giorno fossero meno da 'sto per addormentarmi sul banco' e più 'sebbene io stia attento non sto capendo niente e il professore mi odia mi fa troppe domande oh mio dio tra poco morirò', ma era comunque il concetto di dover tornare alla normalità, svegliarsi alle 6:30, prepararsi, uscire con una nebbia che non ti faceva distinguere i cartelli stradali e dirigersi verso la fermata dell'autobus che creava angoscia.
E sebbene avesse passato il weekend a ricaricare la sua batteria sociale, non era mai sufficientemente pronto per varcare la porta dell'istituto. Se avesse preso la patente sarebbe riuscito a dormire un po' di più e sarebbe stato al caldo durante il tragitto, ma non aveva senso avere una licenza se i suoi genitori non gli lasciavano usare l'automobile, quindi era un sogno da coronare più in avanti.
La sua unica certezza era che Beomgyu era sempre più imbronciato e stanco di lui, la consapevolezza che andava male ma poteva andare peggio lo consolava, in un certo senso.
"Ho il compito di algebra e non ho capito almeno la metà dei passaggi," borbottò Beomgyu appena sceso dal suo autobus, Soobin lo aspettava sempre per potersi incamminare insieme verso la scuola.
"Tu non hai capito qualcosa?" Scherzò Soobin, volendo motivare il suo amico a non buttarsi giù così, "sei il migliore della classe, appena vedrai gli esercizi ti tornerà la memoria!" Ma Beomgyu lo guardò come se non lo prendesse sul serio.
"Sopravvaluti le mie capacità," rispose prima di affondare il naso nella sciarpa nera che indossava quel giorno, Beomgyu era molto freddoloso, infatti ogni volta che dovevano percorrere quei 30 metri che dividevano il loro istituto e le fermate dell'autobus accelerava sempre il passo, Soobin sebbene avesse le gambe lunghe faticava a stargli dietro.
Per fortuna l'interno della struttura era caldo ed accogliente, quasi piacevole se non fosse stato per il chiacchiericcio tipico dei corridoi, ma l'unica nota positiva del lunedì era che tutti erano troppo stanchi ed affranti per parlare.
Mentre trovavano un angolo dove poter sostare fino a quando il suono della campanella non li avrebbe costretti ad allontanarsi, il sangue di Soobin raggelò quando riconobbe tra la folla una chioma blu, nessuno oltre al ragazzo che aveva incontrato nel bagno, Yeonjun, aveva i capelli colorati.
Non perché fosse illegale, la loro scuola non aveva regole severe riguardo i capelli colorati o i piercing alle orecchie, ma i professori potevano trattarti come se fossi una specie di combina guai, c'era ancora quella visione un po' strana riguardo quei determinati argomenti. Era invece un obbligo indossare la divisa scolastica, il che era un bene, ogni mattina non doveva scegliere cosa indossare.
Soobin odiava quando non sapeva con certezza in quali rapporti fosse con una persona. Erano amici lui e Yeonjun? Avrebbe dovuto salutarlo? Ignorarlo? Avevano parlato due minuti, certo, erano conoscenti, no? Ma Yeonjun non sapeva il suo nome perché era letteralmente fuggito. Forse fingere di non vederlo era l'opzione migliore.
"Ieri Dina Lampa ha fatto una cosa assurda," iniziò improvvisamente un discorso diverso con Beomgyu, afferrando il cellulare dalla tasca del giubbotto per poter mostrargli una foto.
"Il tuo criceto?" Domandò, perché ovviamente Dina Lampa era il nome ridicolo che aveva dato al roditore che aveva da qualche mese.
"È un gerbillo e sì, ora trovo la foto," la cara Dina invece, non aveva fatto proprio un bel niente ieri, aveva dormito come ogni santo giorno e la notte si era messa a correre sulla ruota di plastica e mangiucchiare il cibo, disturbando il sonno di Soobin. Ma quest'ultimo doveva avere un pretesto per tenere la testa bassa e fingersi indaffarato. Un giorno non sarebbe stato così imbarazzante approcciarsi con le persone. O almeno lo sperava.

STAI LEGGENDO
Aphelion- Yeonbin
FanficSoobin non riusciva a capire se stesse provando a fuggire da qualcosa che non voleva o da qualcosa che aveva paura di volere, ma era certo che bisognava prima liberarsi della vita che aveva pianificato per poter vivere quella che lo aspettava; per f...