Il freddo di fine novembre so fa sentire, come anche le feste natalizie.
S'ispira di già profumo di feste, regali, addobbi, cioccolata calda, e film ridicoli in TV tutti i giorni.Chiudo lo zip del giubbotto blu scuro fino al collo e metto bene la sciarpa, copro la bocca e il naso.
Lascio fuori solo gli occhi, la fronte e la testa coperta dalla cuffia di lana rossa del medesimo colore della sciarpa.Esco dallo spogliatoio con lo zaino in una spalla e le mani fasciate dai guanti grigi dentro le tasche profonde del giubbotto.
-Maisy. Ma, come ti sei coperta? -chiede Jason con uno sguardo divertito.
-Io soffro il freddo. -la voce esce bassa per via della sciarpa e faccio un sorriso anche se lui non può vederlo.
-Lo vedo. -fa una piccola risata e poi mi saluta.Ieri era il giorno del mio primo stipendio.
Ero felice.
Oggi però devi fare la spesa e comprare qualche addobbo per le feste, non posso lasciare la casa priva di odore natalizio.Mi fermo al supermercato vicino al quartiere dove abito e mi tuffo dentro per comprare le cose che mi servono.
Ho già preparato una lista di tutte le cose che mi servono e anche una lista delle schifezze.Prendo un carrello di ferro e mi metto a girare tra i vari scaffali in cerca delle cose segante sul foglio bianco.
-Il riso... Ecco... Poi... -poso gli occhi sul foglio e vado al reparto frigo per prendere il latte, formaggi, e anche lo yogurt sia bianco sia alla frutta.Il suono della cassa dove la ragazza passa tutti i prodotti mi sta dando alla testa.
E anche fuori da quel luogo quel rumore mi rimbomba nelle orecchie.Salgo le scale con fatica, con tre buste in una mano e due nell'altra.
Lo zaino che sta scivolando dalla spalla.
Sbuffo, perché come sempre mi trovo in queste situazioni difficili.Appoggio le buste per terra una volta di fronte alla porta e estraggo dalla tasca dello zaino la chiave di casa, lo infilo nella serratura e giro a sinistra, ma questa non scatta...
Apro la porta e prendo le buste da terra.
La porta era aperta, forse oggi avrò dimenticata di chiuderla, visto che ero in ritardo per andare a lavoro.Prendo le buste da terra e entro in casa, chiudo la porta alle spalle con un leggero calcio e lascio un sospiro una volta dentro.
Il rumore dell'acqua aperta in cucina mi fa spalancare gli occhi e assumere un espressione scioccata mentre guarda verso la porta della cucina.
Ma da quando inizio a dimenticare i rubinetti aperti?
Lascio un attimo le buste e tolgo la cuffia dalla testa per sentire meglio, il tessuto non lasciava i suoni venire meglio nelle mie orecchie.
Con passo lenti - come una gatta - cammino verso la cucina dove l'acqua continua a scorrere e poi il rumore di alcuni piatti che si appoggiano su qualcosa - il tavolo suppongo.
Mi affaccio in cucina e vedo le spalle grandi coperte da una camicia bianca e sopra un gilet blu scuro.-Dorofey... -sussurro piano e cerco di calmare in cuore - perché anche se non voglio ammetterlo - per un momento ho pensato di essere una ragazzina che viene derubata in casa e poi uccisa, come nei film.
La vedo girarsi e mi guarda con un sorriso bellissimo in viso, e oggi il suo sorriso riesce ad arrivare agli occhi.
-Ben tornata. -dice e mostra la sua dentatura perfetta. -Ho preparato il pranzo... -indica la padella con un coperchio sopra.Dalla paura non mi ero resa conto del profumo invitante che proviene da questa stanza.
-Oh. Grazie. Non sapevo fossi qui. -dico imbarazzata.
Mi guarda stranito e alza un sopracciglio. -Ti ho mandato un messaggio... -mo guarda negli occhi. - ...Hai anche risposto. -dice titubante.
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ESCAPE
RandomLa mia vita è fatta di carta e penna. Sono una scrittrice di romanzi. Scrivo libri d'amore che finiscono in una tragedia. Io credo nell'amore. Certo che esiste. Ma non può resistere fino all'eterno. Un giorno finirà. Il mio lavoro mi permette di via...