Maisy
Affondo il viso dentro la sciarpa e mi stringo bene dentro il giubbotto mettendo le mani in tasca per il freddo Newyorchese.
Dorofey chiude lo sportello dopo di me e insieme fianco a fianco, troppo vicini, le nostre braccia si sfiorano ma non si toccano neanche per sbaglio.
Camminiamo senza proferire parola.L'aria calda del centro commerciale ammorbidisce il freddo che provavo fuori e tiro fuori il naso e la bocca dalla sciarpa di lana rosa, uguale alla cuffia che ho in testa e anche i guanti.
-Hai ancora freddo? -chiede Dorofey, rompendo quel silenzio che era calato tra noi.
Sposto lo sguardo su di lui e nego con la testa.
-Ora un po' meno. -mi guarda con un leggero sorriso e le voci delle persone e le canzoni natalizie ci fanno da sottofondo.Le luci colorati dei negozi che hanno usato per decorare le vetrine brillano nei suoi occhi chiaro come smeraldi.
-Andiamo a bere una cioccolata calda, dopo il pranzo che abbiamo fatto sarebbe ottimo. -propone e annuisco senza problemi.
Mi piace la cioccolata calda, soprattutto in questo tempo. È troppo artistico.Ci mettiamo in un bar all'interno del centro commerciale, tutto addobbato con rosso, verde, oro e argento dando l'effetto natalizio.
Mi sposta la sedia e mi siedo, poi lui prende posto di fronte a me, in questo tavolo in mezzo agli altri tavoli.
Era l'unico libero.Mi guarda dritto negli occhi, e lo vedo pensieroso anche se qualcosa dentro di me mi dice che sta pensando a quello che mi ha tormentata tutto il giorno - il bacio.
-Salve signori, che cosa vi porto. -una ragazza bassa e magra, vestita con una divisa nera con un grembiule giallo pallido. Un taccuino in mano, e un sorriso smagliante in viso.
Sulla testa ha un cerchietto con le corna delle reni.-Per me una cioccolata calda. E anche una bottiglietta d'acqua naturale. -annuisce e scrive tutto sul foglio, poi gira lo sguardo da Dorofey e appena lui le sorride diventa leggermente rossa in viso, che cerca di non far vedere sorridendo.
-Anche per me una cioccolata calda. Grazie. Bel cerchietto. -la ragazza diventa più rossa e ringrazia in un tono così basso che mi fa sorridere.
Che tenera!Va via e ci lascia nel nostro silenzio religioso, fin troppo imbarazzante.
-Non credo abbia più di diciassette anni. -dice per la ragazza la cameriera.
-Si anch'io. Hai visto com'è diventata rossa in viso. -dico divertita e lui annuisce sorridendo.La ragazza torna con il nostro ordine e Dorofey le fa l'occhiolino. Credo di averla vista prendere tutti i colori dell'arcobaleno e scappa senza dire una parola. -Dorofey, non fare il pedofilo. -li do uno schiaffo scherzoso sul braccio e lui ride guardando la ragazza che a sua volta la sta guardando.
-Dorofey, le manette. -lo avviso e lui scoppia a ridere ad alta voce.
-Non farei nulla a quella ragazzina, ma mi piace quando diventa rossa. È tenera. -ammette e mi guarda. -Ho pensato la stessa cosa anch'io. -La cioccolata mi scalda fin dentro le ossa e gemo per la bellissima sensazione che mi da.
-Sembra che stai per avere un orgasmo. -sussurra e mi guarda furbo, la sua affermazione mi fa sprofondare nella sedia per vergogna.
-È troppo buona. -mi difendo. -Ma lascia perdere, dimmi un po', che cosa hai deciso di comprare ai tuoi genitori? - cambio discorso per non andare troppo affondo con questo discorso.
-A mia madre, prenderò una vestito rosa invernale. L'ho visto qualche giorno fa, a mio padre prenderò una macchina fotografica, e alla mia sorellina prenderò la saga della Strip di Mezzanotte. In Russia non lo trova. Tu? -chiede e mi guarda interessato.-Bella la saga, io l'ho letta tutta. Io a mio padre prenderò una maglione verde, a lui piace quel colore, invece a mia madre una collana che ho visto un mese fa. -annusico alle mie parole.
-E a me? -chiede con un sopracciglio alzato. -Non mi dire che ti sei dimenticata di me. -dice furbo e mi mordo il labbro inferiore.
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ESCAPE
RandomLa mia vita è fatta di carta e penna. Sono una scrittrice di romanzi. Scrivo libri d'amore che finiscono in una tragedia. Io credo nell'amore. Certo che esiste. Ma non può resistere fino all'eterno. Un giorno finirà. Il mio lavoro mi permette di via...