Diciannove

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Maisy

Affondo il viso dentro la sciarpa e mi stringo bene dentro il giubbotto mettendo le mani in tasca per il freddo Newyorchese.
Dorofey chiude lo sportello dopo di me e insieme fianco a fianco, troppo vicini, le nostre braccia si sfiorano ma non si toccano neanche per sbaglio.
Camminiamo senza proferire parola.

L'aria calda del centro commerciale ammorbidisce il freddo che provavo fuori e tiro fuori il naso e la bocca dalla sciarpa di lana rosa, uguale alla cuffia che ho in testa e anche i guanti.
-Hai ancora freddo? -chiede Dorofey, rompendo quel silenzio che era calato tra noi.
Sposto lo sguardo su di lui e nego con la testa.
-Ora un po' meno. -mi guarda con un leggero sorriso e le voci delle persone e le canzoni natalizie ci fanno da sottofondo.

Le luci colorati dei negozi che hanno usato per decorare le vetrine brillano nei suoi occhi chiaro come smeraldi.
-Andiamo a bere una cioccolata calda, dopo il pranzo che abbiamo fatto sarebbe ottimo. -propone e annuisco senza problemi.
Mi piace la cioccolata calda, soprattutto in questo tempo. È troppo artistico.

Ci mettiamo in un bar all'interno del centro commerciale, tutto addobbato con rosso, verde, oro e argento dando l'effetto natalizio.
Mi sposta la sedia e mi siedo, poi lui prende posto di fronte a me, in questo tavolo in mezzo agli altri tavoli.
Era l'unico libero.

Mi guarda dritto negli occhi, e lo vedo pensieroso anche se qualcosa dentro di me mi dice che sta pensando a quello che mi ha tormentata tutto il giorno - il bacio.
-Salve signori, che cosa vi porto. -una ragazza bassa e magra, vestita con una divisa nera con un grembiule giallo pallido. Un taccuino in mano, e un sorriso smagliante in viso.
Sulla testa ha un cerchietto con le corna delle reni.

-Per me una cioccolata calda. E anche una bottiglietta d'acqua naturale. -annuisce e scrive tutto sul foglio, poi gira lo sguardo da Dorofey e appena lui le sorride diventa leggermente rossa in viso, che cerca di non far vedere sorridendo.
-Anche per me una cioccolata calda. Grazie. Bel cerchietto. -la ragazza diventa più rossa e ringrazia in un tono così basso che mi fa sorridere.
Che tenera!

Va via e ci lascia nel nostro silenzio religioso, fin troppo imbarazzante.
-Non credo abbia più di diciassette anni. -dice per la ragazza la cameriera.
-Si anch'io. Hai visto com'è diventata rossa in viso. -dico divertita e lui annuisce sorridendo.

La ragazza torna con il nostro ordine e Dorofey le fa l'occhiolino. Credo di averla vista prendere tutti i colori dell'arcobaleno e scappa senza dire una parola. -Dorofey, non fare il pedofilo. -li do uno schiaffo scherzoso sul braccio e lui ride guardando la ragazza che a sua volta la sta guardando.
-Dorofey, le manette. -lo avviso e lui scoppia a ridere ad alta voce.
-Non farei nulla a quella ragazzina, ma mi piace quando diventa rossa. È tenera. -ammette e mi guarda. -Ho pensato la stessa cosa anch'io. -

La cioccolata mi scalda fin dentro le ossa e gemo per la bellissima sensazione che mi da.
-Sembra che stai per avere un orgasmo. -sussurra e mi guarda furbo, la sua affermazione mi fa sprofondare nella sedia per vergogna.
-È troppo buona. -mi difendo. -Ma lascia perdere, dimmi un po', che cosa hai deciso di comprare ai tuoi genitori? - cambio discorso per non andare troppo affondo con questo discorso.
-A mia madre, prenderò una vestito rosa invernale. L'ho visto qualche giorno fa, a mio padre prenderò una macchina fotografica, e alla mia sorellina prenderò la saga della Strip di Mezzanotte. In Russia non lo trova. Tu? -chiede e mi guarda interessato.

-Bella la saga, io l'ho letta tutta. Io a mio padre prenderò una maglione verde, a lui piace quel colore, invece a mia madre una collana che ho visto un mese fa. -annusico alle mie parole.
-E a me? -chiede con un sopracciglio alzato. -Non mi dire che ti sei dimenticata di me. -dice furbo e mi mordo il labbro inferiore.

ESCAPEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora