Sedici

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Maisy

Il gelido vento me scompiglia i capelli, e sento il naso congelarsi, mentre i denti sbattono forte facendo un suono fastidioso.
Mi stringo nelle spalle e guardo il grande panorama di New York - dal mio piccolo balcone, cosi tante luci, sembra cosi magico.

Una piccola e sola lacrima riga dal mio occhio destro, poi un atra da quello sinistro e cosi creando un fiume senza fine.
Voglio urlare, voglio scoppiare in un pianto isterico, gridare al mondo quanto mi senti male.

Stringo le mani tra i capelli e senza pensarci due volte caccio un urlo di disperazione, di sofferenza, di angoscia.
Sto così male, senti veramente il cuore dentro fare male, sento davvero stringere cosi forte come se volesse fermarsi da un momento all'altro...

Prendo in pugno la stoffa della maglietta, vicino al petto, e penso che nel posto di questo pezzo di stoffa sia io mio cuore e cerco di stringere più forte, fino a quando sento le unghia farmi male ai palmi.
Serro la mascella per non versare altre lacrime.

-STO MALE CAZZO... -urlo come una pazza e con forza afferro la ringhiera del balcone. -Sto male... -parlo e abbasso la testa sui miei piedi scalzi dove non sento più l'esistenza delle dita per il freddo gelido di un giorno di dicembre.
-Sto male... -sussurro stanca da tutto questo, stanca dalla mia vita senza senso, senza un motivo per vivere.
Stanca di scappare, di nascondermi dalla gente - dalle emozioni. Sono stanca di essere la vittima della delusione, stanca essere quella che soffre, stanca di provare sentimenti.
Stanca da quello che faccio, stanca di leggere - di scrivere.

Stanca da me...
Dalle persona che sono...
Sono diventata...

Perché siamo venuti in questi mondo?
È stato per caso, forse!
O magari per un motivo ben preciso!

E se pandora non avesse aperto la scatola?
Nessuno avrebbe mai provato il dolore.
E la vita sarebbe stata migliore...
E anche noiosa... Ma le emozioni a cosa servono?
A cosa portano, qual'è il loro motivo della loro esistenza?!
Dicono che c'è un essere superiore che comanda la vite di tutti noi, sa la verità su tutto, chi siamo in realtà!
Sa qual'è il nostro destino, la nostra fine e sapeva tutto anche prima della nostro arrivo in questi mondo cosi peccaminoso.

Guardo il cielo cosi buio, cosi scuro - nessuna stella nel cielo, neanche la luna.
Delle nuvole fanno da scudo a quello che noi chiamiamo il cielo.
Che cosa si trova dietro questo strato pieno di stelle. Forse Dio.

So che ora mi guarda e mi sta ascoltando, o forse meglio dire che sa quello che sto pensando.
-Aiutami tu. -sussurro con la voce cosi bassa che neanche io riesco a sentire.
Guardo in alto, in cerca di qualche segno, che però non arriva.

E che mi aspettavo un risposta da parte sua.
Che cosa mi aspettavo?!
Mi aspettavo forse una risposta, che mi parlasse?!
Cosa mi dovrebbe dire?!
"Si ti aiuto io!"
Mia madre dice sempre che lui, Dio intendo - tarda, ma non dimentica. Mai.
E io ci spero - veramente ci spero che lui cambi ciò che provo, perché è l'unica cosa che mi è rimasto fare.

Sono due settimane che vado avanti cosi...
Mi ha dato un po' di giorni di risposo, la responsabile del bar, dopo avermi vista andare per il locale come un zombie, e un viso che farebbe invidia anche ai figli della notte - i vampiri.
Sembravo un cadavere che camminava per le strade della città.

Anche se il freddo sta cercando di passare attraverso la mia pelle, e rischiare di prende un accidenti, sto lì - a piedi scalzi, con una maglietta a maniche corte e pantaloni di un pigiama.
-Che ho fatto per meritarmi questo? -tiro su col naso e asciugo delle lacrime con le dita congelate.

ESCAPEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora