Diciotto

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Maisy

A svegliarmi la mattina dopo non è la sveglia, ma il rumore della macchina del caffè che provinene dalla cucina, in seguito anche da un buon profumo di brioches appena sfornarti.

Nella stanza entrano dei leggeri raggi di luce dai spazi delle persiane, amo questo risveglio.
Scossto la coperta e mi incammino in bagno con un occhio chiuso.

Dopo aver legato i miei capelli spettinati in una coda alta e aver fatto tutti i miei bisogni vado in cucina fresca come una rosa.
Trovo Dorofey intento ad apparecchiare la tavola, mettendo sopra un piatto con dei brioches invitanti, caffè, succo di frutta, e anche dello yogurt.

-Oh, buongiorno. Stavo venendo a svegliarti. -sorride e si porta una mano nei capelli per sistemarli.
-Buongiorno, grazie di tutto questo. -indico con le mani il tavolo e mi accomodo su una delle due sedie.
-Non è niente. - si mette accanto a me e riempie il suo bicchiere con del caffè e anche per me. -Grazie. -sorride e iniziamo a mangiare in assoluto silenzio.

-Hai dormito bene? -chiedo e lo guardo mentre prima di parlare manda giù il boccone.
-Era da tempo che non dormivo così. -mi guarda negli occhi e sto diventando rossa.
Perché tutto sto imbarazzo?

-Devi andare a lavorare? -chiedo di nuovo io.
-No oggi è domenica, poi adesso che siamo a dicembre chiudiamo la cantina.
-Anche il bar dove lavoro io chiuderà per una settimana, quindi io sto a casa tutto questo mese. Ho preso anche qualche settimana di risposo. -dico e lui annuisce per poi dare una altro morso alla brioche che ha in mano.
-Devo comprare dei regali per la mia famiglia, vuoi venire con me al centro commerciale? -chiede d'un tratto e annuisco senza pensarci troppo.

Ho bisogno di staccare un po' la spina, e passare del tempo con Dorofey mia farà bene.
-Anch'io dovrei comprare qualcosa per i miei genitori. -

Cala il silenzio, e devo dire che prima i silenzi con Dorofey non erano così strani, invece oggi - dopo quel bacio, mi sento strana anch'io.
Il bacio di ieri sera mi è piaciuto, molto anche.
Però mi sento strana.

Lui si vede che non intenzione di aprire il discorso e io nemmeno, quando arriverà il momento il discorso verrà fuori da solo.

-Quanti anni hai? -chiedo d'un tratto. Dorofey sembra un uomo molto maturo, sembra un uomo di più di venticinque anni, e anche quella barba lo fa sembrare più grande.

Alza un sopracciglio divertito e incurva le labbra in un sorriso.
-Ho ventisette anni. -sorrido perché ci avevo quasi azzeccato. -Come mai questa domanda? -gratto il retro del collo e sorrido.
-No così. Non sapevo la tua età, anche se un idea ce l'avevo. -annuisce e porta la tazza alle labbra - quelle labbra che ieri sera ho potuto assaggiare e mordere.

-Che ne dici se ti vengo a prendere poco prima dell'ora di pranzo, così mangiamo insieme e poi andiamo a fare shopping. -si alza in piedi e prende la sua tazza per portarlo nel lavello.
-Per me va benissimo. Verso le undici e mezza va bene? -.
-Va perfetto. Allora ci vediamo dopo. -si piega per lasciarmi un bacio sulla tempia e sorrido di rimando.

Esce di casa e sento la porta chiudersi.

Lascio un sospiro sonoro e guardo la tazza di caffè davanti a me.
Devo chiamare Jason, e sapere come sta.
Lui poverino mi ha chiamata un bel po' di volte, ma ho rifiutato di sentirlo.

Prendo il telefono che avevo lasciato in camera da letto e ritorno in cucina per mettermi comoda e fare un paio di telefonate ai miei colleghi.

-Maisy, ma porca miseria ti sembra normale quello che hai fatto?! -sorrido prima di parlare.
-Scusa Jason davvero. Sono stata in un periodo di totale depressione, e non ho voluto parlare con nessuno. Ho tagliato i ponti con tutti. -dico e raccolgo qualche briciola che è uscita dal piatto.
-Ho capito. Però sono passato a casa più volte e non mi hai aperto, mi sono preoccupato. -chiudo gli occhi e per la prima volta in due anni di viaggio sento di aver fatto bene a fare conoscenza con qualcuno.
-Ti va di passare da casa mia adesso? Passiamo un po' di tempo insieme, per farmi perdonare, che dici? -lo sento sospirare.
-Avevo deciso di rimanere incazzato con te per un po' di tempo, ma a quanto pare non ci riesco. In venti dieci minuti sono lì. Ho davvero tante cose da raccontarti. -dopo averlo salutato chiudo la chiamata e decido di sistemare un po' la casa.

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