Capitolo 1- Glamorous indie rock n' roll

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Le luci di dicembre brillavano oltre il buio della sera, creando dei lampi intermittenti che tingevano le strade di mille colori.

Sta arrivando Natale.

Londra è pronta a festeggiare: Gli alberi traspariscono da ogni finestra, creando un incanto che ammorbidisce ogni cuore.

Ovviamente, questo vale solo per chi un cuore ce l'ha...

Il sipario si aprì, seguito da un' ondata di applausi. Lilith avvertì l'ansia salirle fino alla gola, quasi strozzandola con il suo peso.

-Si va in scena!- sussurrò Lyana, la sua insegnante di danza, e subito l'ansia di Lilith scomparve, e il suo corpo recuperò la mobilità, permettendole di entrare in scena assieme alle sue compagne.

Ruth la guardò con la coda dell' occhio, e le rivolse un sorriso, mentre le ragazze si disponevano in fila.

-Possiamo farcela, Lilith- bisbigliò Ruth, un attimo prima che la musica partisse. Ruth era la cugina di Lilith, e la sua unica amica. Lilith era una ragazza strana, che difficilmente superava la barriera dell' insicurezza, ma Ruth la conosceva bene; era una persona buona, un animo gentile.

La musica partì, suonata dai ragazzi del conservatorio. C'erano volute due scuole per affittare un teatro, e non era neanche un granché: Le poltrone erano in plastica, ricoperte da dell' economica pelle che le rendeva scomode, ma l'acustica era buona, e la magia vibrava nell'aria.

Una nota, un' altra, seguite dai passi di danza.

Una piccola pausa, colmata da un enorme boato e da delle grida di terrore.

Lilith ci mise dei lunghi secondi prima di rendersi conto di quello che era successo: L'impalcatura dello scenario era caduta sul palco, ma non c'erano stati feriti... Credeva.

Ma non era così.

-Chiamate un'ambulanza, presto!- gridò Lyana, mentre Lilith prendeva coscienza del suo stesso dolore.

Se ne stava sdraiata sul parquet, capace solo di urlare e dimenare le braccia, cercando invano di togliersi di dosso le travi d'acciaio.

-Devi stare calma, calma!-

Strillò Ruth, mettendosi accanto a lei. Lilith si guardò le gambe, e provò un enorme ribrezzo nel vedere il suo stesso piede rivoltato all' indietro, quasi come se fosse un oggetto morto.

Gridò sia per il dolore che per la frustrazione: Avrebbe ancora potuto danzare?

Le lacrime le scesero copiose, riversandosi sul pavimento. Da allora tutto divenne buio...

Lilith si svegliò disturbata dalle luci della sala d'ospedale.

-Finalmente ti sei svegliata...- sussurrò qualcuno alla sua destra.

-Sean!- esclamò Lilith, trattenendosi dall' abbracciare il ragazzo. -Hey, hey, frena!- le disse lui, poggiando una mano sulla sua.

-Non sai che gioia immensa rivederti dopo...-

Lilith si fermò, e i ricordi le tornarono in mente tutti nello stesso momento: Il saggio, le grida, il dolore...

D'impulso, scostò le coperte per guardarsi la caviglia: Un' ingessatura le impedì di vedere il suo stesso piede.

-Hai la caviglia spezzata...-

La informò Sean.

-Potrò tornare a danzare?- chiese lei, dando voce ai suoi stessi timori.

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