Capitolo 14- Mr Brightside

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Erano passate due settimane da quando Jack aveva ridotto a brandelli lo stupratore di Lilith, e in tutto quel tempo nessuno aveva fatto visita alla casa; nessuno si era accorto dell'assenza dell'uomo, e la madre della ragazza era l'unica a sapere chi fosse il colpevole. Jack non aveva mai detto a Lilith del proprio omicidio, sia per vergogna, che per paura della reazione che avrebbe avuto. Era stata lei stessa a dirgli di non ucciderlo, e Jack non le aveva dato retta.

Era uno strano richiamo quello del sangue: Uccidere gli faceva recuperare una specie di equilibrio con se stesso, lo rilassava, e gli piaceva.

Forse la parte migliore erano le urla delle vittime, la loro paura, le convulsioni... C'erano volte che trovavano anche il fiato per implorare, e allora la cosa si faceva ancora più divertente. Aveva brevettato torture di ogni genere, e forse lui stesso si chiedeva perché, ma sapeva bene di avere una dipendenza dagli assassinii, e proprio in quel momento era in crisi d'astinenza.

Non aveva più trovato quella "Natalie", e se il bisogno di uccidere si fosse fatto accecante, aveva bisogno di sapere tutto di lei, per colmare la sua sete prima che questa lo rendesse pazzo.

-C'è qualcosa che non va?-

Lui e Lilith erano seduti sul divano, stretti l'uno all'altra, col il brusio della tv in sottofondo.

Lo sguardo di Jack era dritto e inespressivo, ma non stava guardando lo schermo, era anzi proiettato nel vuoto, fisso, quasi spaventoso.

Appena Lilith lo chiamò, quegli occhi gelidi si persero nei suoi.

-Sì, sto bene, perché?-

Disse il clown. La sua espressione aveva qualcosa di stanco, ma lei volle ignorarlo. Si protese verso di lui e gli schiocchò un bacio sulle labbra. Jack le cinse i fianchi e continuò a baciarla, con crescente passione. Forse il sesso era una di quelle cose che potevano far scemare la sua sete di omicidi. Almeno, Lilith lo era.

Ogni centimetro del suo corpo era perfetto, e Jack poteva entrare dentro uno dei suoi organi senza doverla squarciare. Un buon diversivo, no?

D'un tratto, lo scenario il tv cambiò, e la bionda cotonata del telegiornale cominciò con la sua cantilena di notizie:

-Il killer Laughing Jack colpisce ancora a Whitechapel; stavolta la vittima non è un bambino...-

Il corpo di Jack si ghiacciò improvvisamente, e Lilith scorse un leggero disagio in lui. Non si era reso conto delle parole della giornalista, ma adesso aveva notato il servizio.

-Che cosa hai fatto, Jack...?-

Sussurrò la ragazza, con uno sguardo a metà fra l'incredulo e il deluso. Quando in tv mostrarono la foto della vittima, un brivido mosse le sue membra. Aveva riconosciuto quel cane...

-Ti ho vendicato.-

Tentò di giustificarsi il clown, non sapendo cos'altro dire se non la verità.

-L'hai ucciso...-

La voce di Lilith era lieve, ed usciva tremante dalle sue labbra, inondando Jack di rimorso.

L'aveva ucciso, era vero, e forse non laveva fatto nemmeno per vendicare la ragazza. Mentre il sangue gli scorreva per gli artigli, Jack non aveva pensato neanche un secondo alla ragazza. Avrebbe voluto dire che era pentito, ma Lilith non lo sarebbe stato ad ascoltare...

-Credevo che fossi cambiato, sai? Credevo fossi più di questo...-

Gli occhi di Lilith erano fermi sul suo ventre, ed esprimevano una forte tristezza. Jack non sapeva che dirle: Tutto quello che gli passava per la mente sembrava inappropriato.

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