Capitolo 8 -imbarazzo-

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Pensieri di Karol
R: che c'è? mica sei gelosa? - non sapevo completamente cosa rispondere. Non ero "gelosa" mi dava fastidio il fatto che nonostante avesse la fidanzata mi faceva complimenti, ma soprattutto che ci provava con me...
Io: Gelosa io, ma fammi il piacere! Ora si è fatto tardi, devo andare a casa. Devo fare una cosa che non posso rimandare... -dico con il tono più credibile che possa fare e lasciando i soldi del mio pranzo sul tavolo in segno di chiedere a Carolina di pagare anche il mio...
Pensieri di Ruggero
K: devo fare una cosa  che non posso rimandare...
Quelle parole non mi convincevano affatto. Spero che non abbia sentito la conversazione che stavo facendo con Agustin. Intanto io mi siedo al posto di Karol e Agus comincia ad abbracciare da dietro Carolina. E lei comincia a parlarmi anche se io sono completamente distratto. Distratto da quegli occhi...
C: Ruggero! È da circa 3 anni che non ci vediamo. Ben tornato a Buenos Aires...
Allora adesso dovete raccontarmi bene come avete conosciuto Karol.
A: mi sa che chi deve parlare qui è Rugge
R: eravamo sul porticato io e Agus. Ad un certo punto vediamo questa ragazza che parla con la mamma e si avvicina un uomo, per così dire, che voleva sicuramente aggredirla e io sono riuscito a fermarlo, ma quando i miei occhi si sono incontrati con quelli di Karol non li ho mai più dimenticati. Una mattina ci siamo scontrati e mi ha riconosciuto ma io ho fatto finta di non conoscerci perché non volevo illudere perché poi sarei dovuto partire. Poi oggi quando sono arrivato alla villa, sapevo che c'era la nipote del signore, ma non avrei mai e dico mai immaginato che fosse lei è quindi ora ci ritroviamo a condividere lo stesso tetto per almeno 3 mesi. Non so come farò a resistere. A volte mi viene la voglia di congiungere i nostri volti, ma io sto con Cande e anche se la voglio lasciare non posso farlo, perché è tradimento e io non sono questo tipo di persona, sono leale.- dico con sguardo perso-
C: sai qual è la casa trana? Quando è andata a prendere il portafogli ha detto che doveva salutare una persona, ma poi si è corretta con tono arrabbiato e ha chiuso la porta in modo "violento". Penso che quella persona sia tu.
Mentre parliamo usciamo dal locale e ci avviamo verso il parco
R: sinceramente non so cosa fare, anche con Cande, non so cosa fare...
C: ma non hai detto che la volevi lasciare? Quando hai intenzione di farlo? Sempre che tu voglia ora che guardo la tua faccia
R: la verità è che la voglio lasciare, ma ora che siamo lontani sembra da codardi chiudere approfittandone della distanza...
A: amico invece ti dico che è la cosa migliore. Conosciamo entrambi come è fatta Cande e farebbe di tutto pur di tornare insieme a te. Quindi ti consiglio che lasciarla da lontano è la cosa migliore e magari potresti provare a frequentare, anche solo in amicizia, Karol e magari se ve vedi progressi fai un passo in più
R: ci penserò. Grazie ragazzi. Ora chi mi offre un gelato. Vi ricordo che dovevo mangiare -dico scherzando. Dopo che ho preso il gelato mi rendo conto che mi mancava Buenos Aires. Non vedo l'ora di rincontrare tutti anche se alcuni di loro no ...
R: ragazzi, del nostro gruppo sono tutti qui a Buenos Aires o sono partiti per le vacanze -dico cercando di investigare-
C: sono tutti, ma dico tutti qui. Stavamo pensando di passare quest'estate tutti insieme, perché questa è l'estate prima dell'Università per la maggior parte di loro... ovviamente puoi aggiungerti anche tu e magari invitare Karol-dice con sguardo divertito-
Io: ma Valentina frequenterà l'università di Parigi, giusto? Mica ci sarà anche lei?
C: Mi dispiace ma ci sarà. Ma ti rassicuro che in questi tre anni è cambiata moltissimo. È generosa è sempre sorridente. Dice che ha conosciuto qualcuno su Instagram che l'ha cambiata tanto.
Io: meno male, credevo il peggio, giuro.
Guardo l'orario e vedo che sono le 17 passate e mi ricordo che a quell'ora dovevo essere alla villa per salutare il proprietario...
Arrivo alla villa e appena entro vado in soggiorno come detto dai miei. Trovo tutti lì, sul divano a parlare tra di loro, ma noto che manca Karol. Mi accomodo a parlare con loro. Non era la prima volta. Il signor Alfredo lo avevo conosciuto a casa mia per una festa fatta dai miei circa 2 anni fa e devo dire che è molto simpatico e so che dove c'è lui o ci sono feste o tante risate. Con lui  nulla è noioso.
[...]
È ora di cena e tutti stanno scendendo per cenare. La cosa strana è che Karol non si fa vedere da molto e quindi decido di andarla a chiamare con il permesso di Alfredo. Busso una volta vicino alla porta di camera sua, che è di fronte alla mia, ma non mi risponde. Busso altre 3 o 4 volte, ma il risultato non cambia. Decido di entrare e la trovo poggiata sul letto beatamente. Aveva al suo fianco una chitarra, una delle migliori, e un quaderno con sopra la penna. Sbircio un po' e vedo il testo di una canzone. È davvero bella, non solo la canzone, ma soprattutto lei. Torno alla realtà e la scuoto un po' per sveglia. Comincia ad aprire i suoi magnifici occhi verdi. Diventa subito rossa, e con un po' di imbarazzo chiede
K: Come mai sei qui?
Io: Siamo tutti giù per cenare, manchi solo tu, ti stiamo aspettando...
K: oddio che sbadata -dice saltando giù dal letto- voi cominciate. Io intanto metto a posto e vado a lavarmi le mani
Non faccio come dice e io l'aspetto e quando ha finito scendiamo insieme per la cena. Tra di noi c'è un silenzio imbarazzante che continua fino alla fine della serata
Pensieri di Karol
Tutti sono andati nella propria stanza. Inizialmente anche io ero nella mia camera, ma a causa del riposo che ho fatto prima di cena ora non ho più sonno e quindi scendo giù per finire di comporre la canzone che avevo iniziato prima. Non potevo restare in camera altrimenti avrei svegliato mio nonno che dorme nella  stanza di fronte alla mia. Mentre comincio a cantare a suonare la prima parte sento degli applausi. Mi giro e trovo Ruggero
R: sei davvero brava, hai una voce stupenda
Io: modestamente -dico ridendo- anche tu sei molto bravo, quando suoni il piano si sente la tua passione per la musica...
R: ovviamente. Mica ne dubitavi, io sono il migliore, in tutto ciò che faccio
Io: a già, qui abbiamo il ragazzo perfetto...
R: finalmente lo riconosci - dice ridendo e poi riprende- ho scritto una canzone che ne dice se la ascolti e mi fai sentire cosa ne pensi. Io accetto senza nemmeno pensarci due volte
Io: va  bene, vediamo il tuo talento
Canta una canzone romantica con la chitarra che gli avevo prestato. Piano piano i nostri volti si avvicinano fin quando...

Spazio autrice
Ciao a tutti.  Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se è così lasciate un voto e un commento. Alla prossima!

Noi come Luna e Sole - RuggarolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora