Capitolo Trentaquattro:'San Valentino'

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San Valentino è da sempre la festa degli innamorati, delle rose, delle sorprese e dei baci rubati.
In questo giorno le persone si dividono in due gruppi:
I romantici, che programmano la giornata nei minimi dettagli e preparando sorprese speciali per il propio lui o lei, e poi ci sono i cinici, coloro che odiano questa festa e che fanno di tutto per non festeggiarla.
Ad Hogwarts però, si aggiunge un'altra categoria: I Grifondoro.
Non si sa perché, ma per i rosso-oro il quattordici febbraio è una giornata piena di sfortuna.
Molti la chiamano 'Maledizione di San Valentino' mentre altri pensano che sia solo una sciocchezza.
È certo però, che qualcosa nel San Valentino di James e Grace andò storto.
I due si incontrarono la mattina in Sala Comune, si salutarono con un lungo bacio e fecero colazione insieme ai loro amici.
Alle dieci si avviarono nella Sala d'Ingresso per prendere la carrozza che li avrebbe portati ad Hogsmeade e mentre salirono un primino colpì con una palla di neve la faccia di Grace.
Una volta asciugatosi il viso, la ragazza salì sulla Carrozza insieme al suo ragazzo e si accasciò sul sedile.
-Vabbè dai, almeno era neve e non una pietra.- cercò di sdrammatizzare James guadagnandosi un'occhiataccia dalla sua fidanzata.
Arrivati nel paesino, i due si presero per mano e guardarono con immenso stupore i negozi addobbati con cuori rossi e rosa e articoli speciali per quella festività.
Entrarono da Mielandia e comprarono dolci di vario tipo come Cioccoli Giganti ripieni di crema alla fragola e panna, Caramelle Mou, Penne di Zucchero, Api Frizzole e Cioccorane. Poi passarono davanti ad un negozio dedicato al Quidditch e James si volle fermare a tutti i costi, con grande disappunto di Grace.
-Ti prego, solo dieci minuti! Te lo prometto!- la pregò.
-Va bene, va bene! Togliti quella faccia da cane bastonato!- cedette lei.
I due entrarono, James spalancò la bocca dallo stupore; era il suo paradiso.
Agli occhi di Grace sembrava un bimbo in un negozio di giocattoli e davanti quella scena si intenerì.
Purtroppo, anche in quel negozio qualcosa andò storto.
Una scopa si liberò dai ganci che la tenevano appesa al soffitto e cadde sulla testa di James che continuò a lamentarsi per tutto il viaggio fino alla locanda di Madama Piediburro, il rifugio degli innamorati.
-Allora, cosa porto a questa stupenda coppietta?- chiese.
-Due Burrobirre per favore.- le rispose James.
Grace aveva assaggiato la Burrobirra una sola volta, alla festa di fine anno, sotto obbligo di Rose e Lily, e se ne era innamorata. Sfortunatamente era dovuta tornare a casa, e nel mondo babbano non esisteva bevanda che si avvicinasse anche un pochettino ad essa.
-Finalmente bevo di nuovo la mia amata Burrobirra, ho aspettato troppo!- esclamò felice.
James la guardò e ridacchio leggermente, poi Madama Piediburro si avvicinò con il vassoio, ma inciampò sul rospo di un ragazzo appena entrato e le Burrobirre dei ragazzi si versarono sui loro vestiti.
Sporchi, indolenziti e odoranti della bevanda, James e Grace decisero di tornare al castello per darsi una sistemata.
Ormai era pomeriggio quando misero di nuovo piede ad Hogwarts, salirono nella loro Sala Comune e poi si divisero per entrare nei propri dormitori a farsi una doccia e cambiarsi i vestiti.
Entrambi erano abbastanza tristi per come era andata la loro giornata, ma il peggio doveva ancora arrivare.
James, per rimediare, propose un giro sulla scopa alla sua ragazza. Lei era un po' spaventata perché non era mai salita su una scopa magica prima d'ora, ma poi si convinse e accettò.
Andarono nel campo da Quidditch, James afferrò la sua 'adorata bambina' e salì sopra.
-Avanti, non è difficile! Dammi la mano.-
Grace afferrò la mano del suo fidanzato, si posizionò dietro di lui e lo strinse forte.
-Okay, adesso saliamo, non staccarti da me.- le disse lui.
Lei annuì sulla sua schiena e chiuse gli occhi.
Iniziarono a salire, di uno, due, dieci, venti, poi trenta metri.
-JAMES IO TI UCCIDO APPENA TORNIAMO A TERRA. QUANTO DIAMINE SIAMO ALTI!- urlò la Wheeler a pieni polmoni.
-Ma dai Gracey, lasciati andare! Su apri gli occhi e guardati intorno senza guardare giù!- le consigliò Potter.
Grace gli diede ascolto, aprì piano piano gli occhi e iniziò a godersi lo spettacolo attorno a lei.
Da lassù si vedeva tutto il castello e i suoi dintorni. Le persone sotto loro sembravano dei puntini insignificanti.
-Ti piace?- chiese James.
-È bellissimo!- esclamò felice lei.
Lui si girò a guardarla e con le sue abilità da giocatore di Quidditch, capovolse la sua posizione ritrovandosi difronte alla sua ragazza.
-Sei pazzo! E se cadiamo?-
-Ma no che non cadiamo, sta tranquilla!-
Si sporse di poco e baciò le labbra al sapore di ciliegia di Grace e le gli spettinò i capelli.
-Che dici, scendiamo?- le chiese lui, e lei acconsentì.
Erano stati sulla scopa più del previsto ed era quasi ora di cena.
Entrati di nuovo nella Sala d'Ingresso, James salì in dormitorio a posare la sua scopa e Grace andò in biblioteca a cercare Rose e Lily per raccontare la sua fantastica (o quasi) giornata.
-Grace, la cena è iniziata da quindici minuti, sicura che non sia già in Sala Grande?- chiese una Lily spazientita.
-No, te l'ho detto! Mi ha chiesto di aspettarlo qui! Vabbè andate pure, io vado a cercarlo.- rispose Grace.
Le due cugine si avviarono a cena mentre la Wheeler alla Sala Comune dei Grifondoro.
Dopo averlo cercato per altri dieci minuti, la ragazza sentì la voce del suo amato che parlava con qualcuno, svoltò l'angolo e lo vide.
James, che era stato fermato per più di mezz'ora dall'insopportabile Angelina, cercava di divincolarsi senza riuscirci.
-Mollami prima che ci veda qualcuno.- disse duro.
-Oh Jammi, presto non ti dovrai più preoccupare che la tua fidanzata ti veda in giro con me!- rise lei aspramente, poi lo baciò con violenza.
Grace sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Purtroppo era troppo lontana per sentire gli svariati tentativi di James di liberarsi, quindi scappò delusa facendo rumore.
-Grace! Grace aspetta! Fammi spiegare!- urlò lui rincorrendola mentre Angelina dietro di lui rideva di gusto, soddisfatta di quello che aveva appena fatto.
-Fermati!- continuò provando ad afferrarle un braccio.
-Non mi toccare!- disse lei voltandosi. -Sparisci dalla mia vista, anzi dalla mia vita. Non voglio più vederti, mi hai persa Potter.
Mentre correva per raggiungere il suo dormitorio, una porta apparve sul muro davanti a lei.
Grace, cercando di scappare dal suo, ormai, ex ragazzo, l'apri ed entrò dentro quella strana stanza. Era decorata con degli specchi lucidi e curati che riflettevano la luce delle candele.Con uno scatto di testa chiuse la porta violentemente grazie ai suoi poteri, poi si accasciò a terra piangendo.
Una delle sue solite crisi stava arrivando, ma adesso non ci sarebbe più stato James a farla calmare.
Grace urlò a pieni polmoni sbattendo i pugni chiusi a terra. Gli specchi si ruppero cadendo a terra mancandola di poco. Si alzò sospirando e guardò uno specchio ancora integro, gli sferrò un pugno distruggendolo definitivamente ferendosi le nocche. Continuava a sanguinare ma non le importava. Il suo cuore era stato spezzato, stavolta, irreparabilmente.

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