Credo siano passati quasi due giorni, c'era caldo, ma non mi andava di alzarmi, non riuscivo. Avevo passato tutto il tempo senza aria, senza fame, senza sete.
Sentivo le pareti della stanza sempre più vicine e il mondo li fuori sempre più lontano da me, come se non gli appartenessi più.Ho mai smesso di sentirmi un pesce fuor d'acqua? C'è mai stato un inizio o sempre stato così fin dal principio?
Non so più nemmeno questo ormai.Magari in realtà l'unico normale sono proprio io, non capisco le persone: dare solo per ricevere in cambio, cercare solo per un scopo proprio, prendere un problema sul serio solo se è il loro, osservare le cose per poi legarsele al dito e maledire il prossimo fino a quando non le ottengono anche loro; sarò io quello sbagliato? Eppure non sembrano belle cose da questo punto di vista.
I miei pensieri si interrompono in quel preciso istante siccome sento il campanello suonare, chi mai avrebbe potuto essere?
Mi alzo a fatica, all'inizio sbando ma riesco a raggiungere la porta, apro la porta e mi trovo lui.
<< Ehi >> mi fa un piccolo sorriso, lo guardo, ero confuso, come aveva trovato l'appartamento, infatti glielo chiesi e lui mi rispose che glielo aveva detto il portiere.
Mi sposto e lo lascio entrare, era scortese chiudergli la porta in faccia.
<< Come ti senti Taeyong? >> << Sto bene >> rispondo io. << Ah si? Eppure si vede lontano un miglio che c'è qualcosa che non va, te l'ho già detto, con me non funziona. >>Sono solo più confuso, a che scopo era venuto qui? Era davvero qui solo per me? Per sapere come sto? Probabilmente è qui perché ha per forza bisogno di me per le prove, non per altro, come ho già detto, preoccuparsi solo se è per qualcosa di cui hai bisogno tu, tutti così, ma ero curioso, magari dirgli qualcosa di minimo sarebbe bastato ad allontanarlo davvero, nonostante i propri interessi.
<< Allora cosa vuoi che ti dica Ten? >> lo guardo negli occhi per un attimo, ma poi distolsi lo sguardo. << Volevo solo sapere che fine avevi fatto, sono due giorni che non ti vedo. >> << Non mi sentivo bene, se sei qui per dirmi che senza di me non puoi provare allora puoi andare, perché non mi interessa, non voglio tornarci. >> dissi freddo, e lui rimase per un attimo sorpreso. << Taeyong, Dio, davvero pensi che io sia venuto qui per questo? Non mi interessa cosa farai, però voglio sapere come mai, ti piace così tanto ballare - >> lo interruppi subito: << Che ne sai se davvero mi piace o no? >> si mise a ridere << Perché è palese piccolo Tae, si vede dal tuo sguardo, da come cambia il tuo modo di fare, ma come sei più sicuro di te, e non lo sei di solito più di tanto, o sbaglio? Non mi hai nemmeno guardato negli occhi fino ad ora. >>.
Rimasi spiazzato per qualche secondo, non so cosa dire davvero, non me lo aspettavo, in realtà già il fatto che sia ancora qui davanti a me mi destabilizza, e poi quel nomignolo come gli era venuto, mi da fastidio il fatto che mi stesse scavando dentro così.
<< Smettila di studiarmi, è inquietante. >> gli dico io. << Non gasarti troppo, non studio nessuno, semplicemente capto i segnali legati alla psicologia di una persona emanati tramite il corpo. >> Fa spallucce e si appoggia a sedere sul bracciolo del divano. << Chi ti ha detto che puoi sederti? >> << Adesso vuoi dirmi che se ti avessi chiesto il permesso avresti detto di no? >>
Roteo gli occhi, e mi metto a sedere sul divano anche io con le gambe al petto, ricomincia a parlarmi: << Quindi mi dici che ti prende? >> << Ma perché ti interessa tanto, non ti cambia la vita saperlo. >> << Taeyong, non mi sembri una cattiva persona, vorrei sapere qualcosa di te, mi interessa. >>. Aspetto un secondo prima di rispondere :<< Ti interessa ma non ti importa, perciò possiamo finire la conversazione anche qui. >> sospira lui, si volta verso di me e e scende dal bracciolo sedendosi vicino a me, mi faccio più in là: << E secondo te sarei qui se no? >> rimango in silenzio, lo guardo e lo vedo che mi fa un piccolo sorriso, forse quello mi aveva convinto a dire qualcosa, ma io non riesco a fidarmi comunque. << Allora Taeyong ? >> sospiro, << Non mi andava di vedere nessuno in questi giorni, tutto qui! >> non era tutto, ma non posso dirgli di quel tutto, sarebbe scappato come tutti gli altri.
<< Che ti hanno fatto? >> mi chiede. << Non mi piacciono >> rispondo, << E nemmeno io ti vado bene? >> << Nemmeno tu >> dico freddo, sta in silenzio anche lui un paio di secondi.
<< Però non mi hai mandato via o sbaglio? >> ride, solo un po, ma è una bella risata, non so perché penso questo ma è vero, chiunque sarebbe d'accordo, viene da ridere anche a me quando lo fa, a quanto pare.Ad ogni modo, aveva ragione, avrei potuto mandarlo via ma non l'ho fatto. Che lo vedessi diverso dagli altri penso ormai fosse chiaro.
<< Non significa niente questo. >> dico, ride di nuovo e mi lancia uno dei due cuscini del divano addosso, dopo di che si alza: << Devo andare ora Taeyong, domani pomeriggio voglio a vederti alle prove con gli altri, e il giorno dopo alle nostre okay? >> << Non ci vengo. >> dico freddo, << Ci verrai invece. >> mi risponde e esce dalla casa chiudendosi la porta dietro di sé.Non mi aspettavo la sua visita, non mi aspettavo questa conversazione, tanto meno la durata di essa, non parlavo così tanto con qualcuno da tantissimo tempo, mi sentivo meglio? No, era impossibile, forse mi stavo solo lasciando illudere dall'accaduto. Non so come sarebbe andata se fosse rimasto, non so se sarei riuscito davvero a portare avanti la conversazione, eppure ora mi sento quasi come se avessi voluto farlo, rifarlo, vorrei avere una sua visita presto, ma probabilmente non lo farà, perciò se mi va di rivederlo credo mi tocchi davvero tornare a quelle prove.
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L'arte di essere memoria.
Fiksi Penggemar-Aggiornamento settimanale - Fan fiction, Taeten Taeyong, ragazzo di città, fin da sempre con la passione della danza si ritrova a far fronte con il suo io dannato nel tentativo di salvare il suo percorso e unica possibilità di essere libero dalle p...