Kitseiju pt 8

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------- perché non accontentarli? ------

Erano queste le ultime parole che dissi prima di alzarmi e tirare un pugno allo specchio gridando parole sconnesse,
Fui strano
Nemmeno Lucifero riusciva a capirmi
Lui parlava
Io non ascoltavo
E andammo avanti cosi a lungo
Io che picchiavo gli specchi, lui che mi parlava, io che gridavo parole sconnesse.

Mi fermai di colpo.

Senti qualcosa di piccolo ma pesante attraversarmi il corpo dalle spalle.

Non fui in grado di distruggere l'ultimo specchio davanti a me.

Il tempo si fermò.

Eccoci qui, io con un qualcosa nel corpo che capii dopo fosse un proiettile.

Un proiettile scaraventato dentro il mio corpo.

Non vedevo nulla.

"Kitseiju.."

Lucifero prese parola nel silenzio che stava dominando il bagno.

"Kitseiju rispondimi, come ti senti..?"

Lucifero continuò a parlare

"Un fottuto proiettile mi ha appena attraversato il corpo, come dovrei stare?"

Fu questo il mio pensiero che Lucifero riuscì a sentire tranquillamente.

"Ti ha attraversato? Sei sicuro?"

Non capii cosa intendesse..

"Ti hanno sparato all'altezza delle spalle, al centro di esse, praticamente sotto il collo."

Continuai a non capire cosa intendesse

"Guarda davanti a te, li vi è uno specchio, come mai è ancora intatto?"

"Stai dicendo che il proiettile è ancora dentro di me?"

Continuai io..

"Esattamente"

Allora capii bene cosa stesse dicendo ma non capivo ancora-

"-a cosa mi serve sapere ciò?"

"Semplice, se caschi di schiena il proiettile finisce il suo percorso e ti oltrepassa, se caschi di petto...
esce dalla stessa via da cui è entrato"

Inutile dire che la prima cosa che feci fu quella di cadere in avanti per far si che il proiettile rimbalzzasse ed uscisse da dove entrato.

Avevo fatto uscire sto cazzo di proiettile ma comunque non ne fui immune.

Ero lì

Disteso in terra

Petto al pavimento

Braccia distese dove capitavano

Una scia di sangue che mi percorreva la schiena

Dei singhiozzi che via via escono dalla mia bocca fino a quando il silenzio non dominò definitivamente la stanza.

Passarono su per giù tre minuti e sentii delle dita delicate avvolgere il mio polso seguite da un'altro dito, probabilmente il pollice che si posò delicatamente sulla mia vena.

Questo fece irrigidire Lucifero

Come lo so?

Beh, era pur sempre dentro di me quel demone volpe che ancora non avevo ben capito cosa fosse.

Sentii il polso sempre più caldo, stava diventando troppo caldo, mi alzai di colpo con il buco del proiettile ancora da saldare e mi spostai dalla mano che come pensavo fu di una ragazza.

Tutti mi guardavano senza dire parola.

Eccolo lì.

Eccolo lì di nuovo.

Il solo re di questa stanza

Il silenzio.

Nessuno si mosse di un millimetro.

Nessuno aprii la bocca per dire una semplice lettera.

Io invece ero lì

In piedi che guardavo la ragazza impaurita

Non mi piaceva questa sensazione

Ritiro quanto detto prima

Non era il silenzio a dominare

Era la paura

Paura che si trasformò presto in terrore

Terrore

Si, era lui

Lo potevo vedere negli occhi di tutti i presenti.

Mi portai una mano al buco creatosi dal proiettile.

Incredibile.

Vi era solo una cicatrice.

A quel punto allungai l'altra mano verso la ragazza.

"Vieni"

Sussurai, quasi mimai con le labbra.

Lei mi capii

Non chiedetemi come, ma riuscii a convincerla.

Prese la mia mano

La strinse.

Non si stava fidando di me

Era semplicemente terrorizzata per quanto accaduto, e credeva che se non avesse fatto come detto da me, sarebbe finita per un verso errato.

Sul mio volto apparí un sorriso che subito tutti quanti si trasformarono da terrorizzati a 'se non scappo questo mi uccide'


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