Le grida di un bambino risuonano nel parcheggio e Louis è costretto ad aprire gli occhi ancora colmi di lacrime. Guarda l'orologio, sono le cinque, il sole è quasi sceso del tutto, si asciuga le guancie, accende il motore e pensa un'ultima volta al contenuto di quella cartella, dopo di che i fari dell'auto stanno già segnando la strada che sta percorrendo.
La casa davanti alla quale ha parcheggiato è grande, bianca con un bel giardino curato, dei simpatici nanetti accanto ad un dondolo, spostato leggermente dal vento, un tavolino e due sedie di plastica con un bel vaso al centro con dei fiori incantevoli: non ti scordar di me. Louis sale le scale che portano alla porta dell'abitazione ed esita solo qualche istante prima di suonare, indeciso se andarsene o restare per avere delle spiegazioni dal suo Harry, dopo di che fa un respiro profondo, come per prendere il coraggio, e preme il campanello.
E' Zoey ad aprire e, non appena vede il ragazzo, riconosce subito quel corpo esile, quegli occhi azzurri e quel faccino stronzo, tanto descritti dal suo bambino e, senza chiedere nulla, lo invita ad entrare e chiama Harry, tornando in cucina per lasciarli soli. Quest'ultimo si affretta a correre giù per le scale, in pigiama, sicuro di vedere il viso dolce di Gemma, quando davanti agli occhi gli si para Louis, in lacrime dal primo momento che lo ha visto scendere il primo scalino, il volto di Harry si fa serio, neanche tanto stupito, ma rigido, arrabbiato e ancora deluso.
"Che cazzo ci fai qui?" Sputa furioso, non ha mai portato a casa altri ragazzi prima, ha sempre pensato fosse una mancanza di rispetto nei confronti della madre e del resto della famiglia. Solo una persona era riuscita a varcare quella porta, il suo ex ragazzo, ma solo dopo averlo conosciuto bene, consapevole che non lo avrebbe mai tradito, che si poteva fidate e sicuramente Louis non è il tipo su cui fare affidamento e questo lo fa sentire scoperto, debole e fragile.
"Perchè non me lo hai detto?! Sei uno stronzo, tu me lo dovevi dire, dovevi avvertirmi, avresti dovuto venire da me e spiegarmi cosa avevi, cosa ti stava succedendo.." Il maggiore continua a gridare in faccia al più piccolo, che ha la testa china, le lacrime agli occhi e gli stringe la mano, gesto che Louis non ha neanche percepito, continua a strepitare, pericolosamente vicino al volto dell'altro.
"Lo sono dovuto venire a sapere da dei stupidi fogli, rubati all'ufficio dell'assistente, ti sembra normale?! Tu che dicevi di tenerci tanto, tu che mi toccavi come fossi di cristallo per paura di rompermi, hai dimenticato di dirmi che quello più fragile tra i due, quello che si poteva spezzare da un momento all'altro, eri tu.." A quelle parole Harry si precipita sulle sue labbra, forse per paura delle parole che possono seguire, o per essere troppo stanco di sentirsi per l'ennesima volta compatito, o forse solo per voglia. Lo bacia piano, quasi non muove le labbra, le assapora, ci passa la lingua, le morde, sempre con estrema lentezza, come se fossero per l'ultima volta sue, come se fosse l'ultimo contatto prima di andarsene.
"Non è uno scherzo Haz, dovevi dirmelo, io ci sarei stato per te, ci sarò sempre per te." Gli sussurra Lou all'orecchio, lasciando cadere una lacrima sulla sua guancia, ed è qui che Harry capisce che per la prima volta, non sono menzogne quelle che sta farneticando, è solo la verità, per la prima volta quel ragazzo ha davvero paura.
Il minore, con la mano ancora incastrata tra quelle dell'altro, lo trascina in camera e chiude dietro di se la porta: "Non avrei mai voluto essere trattato bene da te solo perchè ti facevo pena, ogni volta che mi tratti male, sotto sotto mi fai felice, perchè tu, Eleanor e Kelly siete gli unici a non sapere del mio problema e gli unici a trattarmi come qualsiasi altra persona!" Louis lo bacia, ripetutamente, tante volte dimenticandosi come si respira, ma non smette, almeno fino a quando i singhiozzi dell'altro non invadono la stanza e alcune parole, rotte dal pianto, iniziano ad uscire dalle sue labbra.
STAI LEGGENDO
Non tutti gli sbagli vengono per nuocere.
FanfictionL'unico sbaglio che facciamo nella vita è credere di sbagliare.