"Dovresti tornare a casa Lou!" La voce di Lottie al telefono risuona nella sala d'aspetto
"Lou ha bisogno di me ora, non posso lasciarlo solo!"
"Che senso ha stare lì, se tutto il giorno lo fissi dalla porta e non gli dici neanche mezza parola? Dovresti fare un bagno, sono cinque giorni che vai avanti come un barbone! C'è la sua famiglia, c'è Kelly, sai che ci tiene anche lei e che non gli farà mancare niente!"
"Lei non sono io, lui ha bisogno di me. Forse stanotte, quando starà dormendo, tornerò a casa per sistemarmi e poi tornerò di nuovo, in modo che lui non se ne accorga!"
"Ti ha detto qualcosa?"
"Ieri mi ha chiesto di entrare in camera e sedermi accanto a lui!"
Louis abbassa lo sguardo sconfitto.
Hai sbagliato, Louis!
"E tu?" Domanda curiosa la sorella.
"Ho rifiutato, o meglio me ne sono andato, sono venuto qua, nella sala d'attesa a piangere."
"Perchè, Louis? Lui voleva stare con te, voleva parlarti,perchè sei scappato?"
"Tu non capisci, è colpa mia se lui è su quel letto, solo colpa mia! Io l'ho costretto a venire a letto con me, l'ho fatto infuriare, l'ho deluso, come sempre!" Prende la testa tra le mani e rannicchia le ginocchia al petto, seduto su una panchina di ferro, si fa piccolo piccolo, quasi avesse paura di lui stesso.
"Tu non sei così Lou, Harry sapeva quello che stava facendo, tu sei speciale e questo lui lo sa, sei la stessa persona che mi ha salvato il culo quando nostra madre mi ha trovato il grinder, quello che mi aiutato a difendermi da quel coglione del mio ex ragazzo, sei lo stesso fratello che mi abbraccia la notte prima di addormentarmi e mi bacia la fronte quando vado dal dentista perchè sai che ne ho il terrore, tu sei buono Lou, sei migliore di quanto tu creda!" La voce di Lottie si è fatta profondamente dolce.
"Ci vediamo stasera tesoro, Harry ora ha bisogno di sentire la mia voce! Lui si merita di meglio!"
La camera è quasi vuota, c'è solo un mobiletto verde chiaro, un comodino dello stesso colore accanto al letto bianco e una finestra abbastanza grande. Una tipica camera di ospedale.
Harry si volta verso la porta e abbassa la testa non appena vede quegli occhi azzurri, poi torna a fissare la finestra, sapendo che a ogni sua supplica o parola Lou se ne sarebbe andato, si siede sul letto e mette play sulla radio sopra al comodino.
Una piccola mano gli si poggia sulla spalla e qualcuno gli si siede accanto, si gira e vede Louis, accanto a lui, a soli pochi centimetri dal suo viso e dopo tanto tempo può vedere nuovamente quel sorriso aprirsi da una guancia all'altra.
"Era cosi tanto che non ti vedevo sorridere!" Sussurra Harry.
I suoi occhi immersi in quelli del compagno, che piano gli prende la mano e abbassa la testa, sussurrando un debole "scusa!", l'altro sgrana gli occhi e stringe le dita tra quelle del più grande.
"Non è colpa tua, Lou!"
"Sono stato uno stupido, sapevo che non avresti dovuto fare sforzi, ti ho costretto a venire con me, ti ho fatto incavolare e poi ti ho anche deluso, un milione di volte." Nasconde il viso sull'incavo dell'altro e lo abbraccia.
Harry gli alza il mento, ma non risponde, lascia parlare i suoi occhi, fa cadere ogni muro di difesa davanti a lui e, solo dopo qualche secondo, lo bacia. Un bacio delicato, più simile ad un soffio, uno sfiorare di pelle, un tocco leggero, come per finire il loro discorso. Un modo per chiudere un capitolo e aprirne un altro.
Lou lo fissa, non toglie le mani da quelle del suo Hazza, non si muove per paura di rovinare tutto, solo dopo un secondo bacio si lascia andare, sfiorando appena la L incisa nel braccio, ormai cicatrizzata.
"Sei la mia forza, Lou." Sussurra Harry, poggiando la testa sulla fronte del compagno.
"Ti amo, Haz!" Risponde l'altro sulle labbra del ragazzo.
Non tutti gli sbagli vengono per nuocere, Lou.
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Non tutti gli sbagli vengono per nuocere.
Hayran KurguL'unico sbaglio che facciamo nella vita è credere di sbagliare.