Capitolo 8

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Lo aveva fatto, era uscita senza il suo kwami a proteggerla da un possibile attacco akuma.

Era stanca di tutta quella situazione, da anni ormai si lasciava sopraffare dai suoi obblighi nei confronti della sua città dimenticando, forse per troppo tempo, che in fondo era solo una ragazza come tutte le altre. Aveva accantonato troppo spesso la sua vita per la volontà di un destino che, mai come ora, le sembrava così crudele e ingiusto. Lei non aveva chiesto di essere Ladybug, non aveva desiderato di innamorarsi del modello più famoso ed irraggiungibile di tutta Parigi. Decisamente no, non lo aveva chiesto. L'unica decisione che aveva potuto prendere di testa sua , ovvero di dimenticarsi del biondo e di quei sentimenti che tanto la facevano soffrire, sembrava non essere la scelta giusta o comunque non ben vista agli occhi di tutte le altre persone che aveva intorno e la conoscevano bene per poterlo dire. Ma perché, ancora una volta, era in balia delle decisioni degli altri? Dei loro giudizi e idee su quello che sarebbe stato meglio per lei?

Possibile che non le fosse concessa nemmeno quella di scelta?! Possibile che anche il suo cuore e i suoi sentimenti fossero in mano allo stesso destino avverso che non la voleva in nessun modo felice?!

-possibile che io non sia libera di vivere?- si era detta una volta arrivata al parco, poco distante casa sua.

Nonostante la voglia di evadere dalla triste realtà, in cuor suo, sapeva essere Ladybug e quindi non si sarebbe sottratta al suo destino di paladina della giustizia solo per un capriccio adolescenziale.

Non poteva rifiutare quel destino che tanto aveva odiato, non poteva in alcun modo e, in parte, non voleva, per non separarsi dalla sua piccola e magica amica che, più volte, le era stata accanto consolandola come meglio poteva. Non poteva abbandonare il suo partner e nemmeno tutti i cittadini che contavano su di loro per uscire illesi ogni volta che una persona veniva akumizzata e scoppiava il finimondo. No, non poteva e non voleva perché lei era ed è Ladybug e se era stata scelta qualcosa doveva pur significare.

Era seduta su una panchina a guardare il cielo limpido di quel pomeriggio pensando alla sua vita, alla vita di tutti in quella città e soprattutto al destino. Quale forza lo rappresentasse? Se lo era sempre domandato ma non vi aveva mai trovato risposta. Era stata presa così dal nulla e trasformata in qualcosa di diverso per uno scopo ben preciso. Così come era divenuta Ladybug qualcosa, forse quella stessa forza mistica, le aveva mostrato quegli occhi verdi smeraldo ai quali lei non era più riuscita a rinunciare. A distanza di anni sapevano ancora incatenarle l'anima e il corpo.

Aveva promesso al suo amico Chat noir di pensare seriamente a quella decisione, di non farla divenire un impulso dettato dal momento, di dare ancora una chance al biondo che le aveva rubato il cuore ma, più ci pensava più si convinceva di voler dare un taglio a tutto. Loro erano amici, lo sono sempre stati e in fondo le andava bene così. Il mondo è pieno di persone e probabilmente, forse non molto presto, avrebbe trovato la persona solo per lei, quella che non un sorriso le avrebbe rallegrato anche la giornata più brutta, quella che con uno sguardo avrebbe colto tutti i suoi stati d'animo e l'avrebbe aiutata a stare bene ed essere felice. Quella persona il cui cuore avrebbe continuato a battere per lei come avrebbe fatto anche il suo per lui.

Quegli occhi verdi avrebbero smesso di brillare nei suoi pensieri e di annebbiargli la vista. Lei meritava di sorridere e di essere per qualcuno quello che, fino ad ora, Adrien era stato per lei, la cosa più preziosa da proteggere e amare.

-devo andare avanti, è la decisione migliore, ne sono sicura- disse chiudendo gli occhi e inspirando profondamente

-quindi ci hai pensato seriamente?- una voce la costrinse a sgranare gli occhi sobbalzando sul posto

-Chat noir?!- disse guardando la figura che se ne stava appollaiata su un lampione di fronte a lei

-Principessa!- disse facendo un piccolo inchino con il capo in segno di saluto

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