Capitolo uno.

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'Layla, dimmi cosa vedi.'' Lo psicologo le sfiorò il braccio provando a riportarla alla realtà. Non voleva fare quegli stupidi esami, stava bene, si sentiva bene.
Voleva solo pensare al sogno fatto la notte prima. Lei e lui, uniti su quel letto. Lei che gli accarezzava i suoi perfetti capelli castani mentre lo guardava in quegli occhi color nocciola, che a parere suo, erano fantastici.
'Layla,ci sei?' La scosse leggermente. Piantò gli occhi su di lui. 'Rispondimi.' Guardò il foglio bianco con un disegno che sembrava fatto da un bambino di due anni e sospirò, si alzò andando verso la finestra.

'Quando potrò uscire da questo palazzo?' Chiese guardando fuori, i bambini stavano giocando al parco, sembravano così felici, cosa che lei non era mai stata.
Girò lo sguardo, posandolo di nuovo su quell'uomo che la seguiva da 10 mesi ormai. Lui mise via il foglio bianco e la guardò.
'Lo sai che non puoi uscire Layla, non stai bene.' Si alzò per andare dietro la sua scrivania.
'Io mi sento bene!' Rise avvicinandosi a lui quasi ballando.

Quando lui stava per parlare, la porta si spalancò rivelando un ragazzo più o meno alto come lei, con capelli castano oro perfettamente spettinati, mascella contratta e occhi fissi su di lei. Si sentì avvampare e abbassò lo sguardo tornando alla finestra, facendo finta di niente.

'Justin, quante volte ti ho detto di non disturbarmi durante l'orario di lavoro?!' Quasi urlò lo psicologo della ragazza.
Il ragazzo sbuffò sedendosi sulla sedia davanti al padre.
'Se, se. Mi servono 50 dollari.' Disse stendendo il braccio con la mano aperta verso l'uomo dall'altra parte della scrivania.
Lui lo guardò stupito, esitò per un istante per poi frugarsi nelle tasche.

Justin girò lo sguardo verso Layla, che lo stava fissando.
'Chi è lei?' Chiese il ragazzo rivolto al padre.
Layla arrossì, l'aveva notata. Era la prima volta che avevano un contatto visivo, lei lo aveva sempre ammirato da lontano quelle poche volte che era andato a lavoro da suo padre.
'Una mia paziente.' Disse l'uomo, ancora cercando quei 50 dollari da dare al figlio.
'Eh grazie. Il nome.' Lo prese in giro Justin.
Suo padre alzò lo sguardò fulminandolo. 'Lo sai che non-.' L'uomo venne fermato da un'altra voce.
'Layla.' La ragazza intervenì facendo voltare entrambi verso di lei.
Justin si alzò andando verso di lei.
'Non è un piacere conoscerti, Layla.' Rise appena, per poi tornare alla scrivania e afferrare i soldi.

Quandò Justin uscì, sul volto di Layla cascò una lacrima, che le rigò la guancia fino ad arrivare alle labbra.
'Layla, che succede?' Jeremy - era quello il nome -, si alzò andandole vicino.
'N-niente. Voglio solo andare nella mia stanza.' Si asciugò una'altra lacrima con il dorso della mano per poi uscire dallo studio.

Quando chiuse la porta alle sue spalle si rese conto dei tre ragazzi che la fissavano, fra di loro c'era anche Justin.
Cercò di ignorarli ma qualcuno le afferrò delicatamente il polso facendola voltare.
'Scusami, prima scherzavo.' Justin sorrise notando il volto bagnato della ragazza 'E' un piacere conoscerti, sono Justin.' Portò la sua mano alla bocca, per poi lasciarvi un piccolo e languido bacio. Layla sentì i suoi amici ridere e alzò lo sguardo ritirando la mano.
'Non mi prendere in giro.' Disse dura la ragazza allontanandosi di un passo da Justin.
'Ti prendo in giro quanto voglio.' Rise facendo un passo verso di lei.
'Justin, lasciala stare. Se è qui significa che è malata.' Ringhiò uno dei ragazzi dietro di lui.
'Già, però è sexy.' Si leccò il labbro inferiore. Layla non fece in tempo a girarsi che si ritrovò la bocca del ragazzo a pochi millimetri dal suo orecchio 'Ci rivedremo presto.'
Una scarica di brividi attraversarono la schiena di Layla, non riusciva a credere a quello che era appeno successo.
Il ragazzo che aveva ammirato per 10 mesi da lontano, le aveva appena sussurrato qualcosa al suo orecchio. Solo in quel momento però, si rese conto di quanto fosse stato arrogante con lei.
Quel 'ci rivedremo presto' le aveva fatto apparire una sensazione di ansia dentro il suo corpo, ma, anche un pò di soddisfazione, dopotutto, era innamorata di quel ragazzo.

'Dammi i miei soldi Joe.' Justin aveva la pistola in mano puntata verso un ragazzo dolorante a terra con il sangue che gli scorreva dal naso.
'Ti ho detto che non li ho.' Gemette il ragazzo. Justin sorrise e cliccó il grilletto colpendolo sul braccio. Il ragazzo urlò dal dolore.
'Te lo ripeto un'ultima volta, poi mirerò alla testa.' Justin sospirò pesantemente 'Dove sono i miei soldi?' Provò a restare calmo.
'Bieber, ti ho detto che non li ho.' Justin ringhiò.
Quando stava per premere il griletto, sentii delle mani delicate sfiorargli il braccio con cui teneva l'arma.
'Elena, cosa vuoi?' Sbottò spazientito.
'Intanto, stai calmo. E secondo, abbiamo trovato i soldi dentro una cassaforte.' Disse la ragazza soddisfatta. Justin sorrise guardando il ragazzo a terra.
'Non ce l'avevi eh...per ora ti risparmio, ma se non pagherai la merce in tempo un'altra volta, sarai morto.' Mise giù la pistola per poi seguire Elena, fregandosene del ragazzo ferito.

Arrivarono al piano terra del magazzino in cui si trovavano, intorno alla cassaforte c'erano Stefan e Elia, i suoi amici fidati, non che membri della sua banda.
Era un criminale sotto copertura, vendeva droga illegalmente, ma lui non ne faceva uso.
'Bene, 12.000 dollari tutti per noi.' Sorrise maliziosamente guardando Stefan e Elia.
'Ragazzi, c'è un biglietto.' Elena afferrò un foglio bianco attaccato su un lato della cassaforte:

'Prendete pure i soldi, tanto morirete tutti in un batter d'occhio
Firmato Bruce Black'

Justin ringhiò afferrando il biglietto dalle mani di Elena.
Bruce era il loro più grande nemico, aveva portato via a Justin tutto quello che aveva, tranne suo padre. Aveva ucciso Pattie -sua madre- quando lui provò ad ucciderlo per la prima volta.
'Dobbiamo farlo morire.' Disse Stefan.
'Ma no? Che intelligente che sei.' Lo prese in giro Justin 'Stasera vado a dire a mio padre che parto per Las Vegas.' Affermò accartocciando il fogliettino.
'Vengo anche io, vero?' Justin sorrise ad Elena, erano stati scopamici tanto tempo prima, ma non aveva funzionato.
'Certo. Andiamo tutti. Elia, chiama Jake e Blair e digli che verranno con noi, in quattro non ce la faremo mai.'
Si avviarono verso l'uscita del magazzino, andando verso le proprie macchine.

Justin aprì la portiera della sua auto e entrò all'interno.
Tirò su con le narici, aspirando quel poco profumo che era nell'aria, poi afferrò dalla tasca dei suoi jeans un pacchetto di sigarette e un accendino.
Portò una cicca fra le labbra e poi la accese. Buttò il pacchetto nel sedile posteriore. Prese la sigaretta fra due dita... un attimo dopo la macchina era una completa nuvola di fumo. Justin lasciò andare la testa indietro,sul cuscinetto del sedile ricoperto di pelle. Sua madre le mancava troppo, i suoi fratellini erano stati allontanati da lui quando era piccolo e non era a conoscenza del perchè.





ECCOCII!

ecco a voi il primo capitolo,spero vi piaccia.

questa è un'altra storia presa da efp e ne approfitto per ringraziare la scrittrice bieber_isworld

continuo solo se leggete e votate,ciao belle :)

Insane Love//Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora