Capitolo sedici.

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Ero sola, ubriaca,
spaventata ed era buio.
In lontananza vidi una macchina e mi misi da un lato del marciapiede, in qualche modo dovevo tornare a casa e non sapevo nemmeno dove mi trovavo.
Quando la macchina fu più vicina, stesi il braccio con il pollice alzato verso il centro della strada. Accostò calando il finestrino.
Un ragazzo moro, occhi sul nero ma con sfumature marroni, labbra sottili, una camicia a quadri e jeans mi sorrise squadrandomi dalla testa ai piedi.
'Hai bisogno di aiuto per caso?' Sorrise mordendosi il labbro inferiore.
'Secondo te perchè mi sarei messa a fare l'auto-stop alle tre di notte se non avessi bisogno di aiuto, idiota.' Salii sull'auto senza aspettare il suo permesso, dovevo sedermi.
'O...okey.' Chiuse il finestrino ripartendo a tutta velocità.
Non mi ricordo niente del viaggio, ma mi ricordo la coversazione che abbiamo fatto davanti ad un bar, perchè dovevo andare in bagno.
'Come ti chiami dolcezza?' Mi chiese appoggiandosi al portabagagli della macchina.
'Che ti interessa? Non ci rivedremo più dopo questa notte.' Dissi andando verso il sedile davanti. Mi richiamò.
'Io mi chiamo Bruce.' Sorrise.
Buio. Non mi ricordo altro.


Emily si svegliò di soprassalto, tutta sudata in viso. Stava tremando.
Si passò una mano tra i capelli e scese dal letto andando in bagno. Si appoggiò con le mani al lavandino guardandosi allo specchio.
Era ridotta uno straccio, da un paio di giorni non faceva altro che avere la nausea, aveva fame, tanta fame.
Allungò una mano nell'armadietto del lavandino e afferrò una scatola, la girò e annuii vedendo che era quello che sperava fosse.

Dopo pochi minuti, si riguardò allo specchio con le lacrime agli occhi, mascella serrata e con in mano il test che era positivo e sapeva anche chi era il padre del suo bambino...il suo nemico più grande, o meglio, il nemico della sua banda. Bruce.
Sapeva che quella sera era successo molto di più che un semplice bacio, ma non voleva ammetterlo a sè stessa. Era successo prima che scoprisse chi fosse quel ragazzo.
Doveva dirlo ai ragazzi o avrebbe solo portato scompiglio? E poi, avevano già un problema con Stefan e non voleva essere un problema. No. Avrebbe risolto la situazione da sola. Non era una donna debole, ma forte e ce l'avrebbe fatta.


Dei raggi di luce oltrepassarono le tende verdi della camera di Layla che le arrivarono dritti negli occhi.
Si svegliò stiracchiandosi e stropicciandosi gli occhi. Si girò a sinistra e vide Justin vicino a lei e non una felicità le invase il cuore.
Averlo accanto la rendeva più sicura di sè stessa. Cercando di far muovere il meno possibile il materasso sotto di loro, si avvicinò al ragazzo lasciandogli un bacio sull'angolo della bocca.
Si stava per allontanare quando sentii qualcosa spingere contro le sue labbra e capii subito che si trattava della lingua del suo ragazzo. Ancora non poteva credere di poterlo chiamare in quel modo.
Concesse l'accesso alla lingua di lui che iniziò a cercare quella di lei mentre la distendeva sotto di lui accarezzandole la guancia con una mano, mentre con l'altra raggiunse un fianco stringendolo, provocando un gemito da parte di Layla. Si staccò guardandola negli occhi, lei sorrise.
'Lo sai che sei bellissima quando sorridi?' Le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e lei avvampò. Lui si lasciò cadere con la testa sul cuscino chiudendo gli occhi, mentre lei si alzò infilandosi un paio di jeans 'Dove vai?' Borbottò tirando verso il basso la coperta. Layla guardò tutto il petto di lui con eccitazione, guardò ogni tatuaggio compreso quello poco sopra l'inguine. Quando si alzò lei scosse la testa guardandolo.
'Da Stefan.' Rispose concentrandosi sui jeans che stava tentando di infilarsi.
'Vengo anche io.' Affermò Justin cercando sotto il letto una maglietta.
'Ecco Justin...vorrei parlarci da sola.' Justin alzò la testa fulminando Layla con lo sguardo. Lei si irrigidì e lui si avvicinò a lei.
'Okey, resterò a casa.' Sorrise lasciandole un bacio casto sulle labbra e lasciandosi cadere di nuovo sul letto.
Layla storse il naso e ridacchiò.
'Non ti ho detto che devi tornare a letto.' Rise infilandosi le scarpe.
'Dettagli, notte.' Sbadigliò facendo ridere Layla che uscì dalla stanza con un sorriso stampato sul viso.
Mentre attraversava il corridoio incrociò Emily.
'Stai bene? Sei...pallida.' Si preoccupò di chiedere. Emily annuì accennando un finto sorriso.
'Sisi, mi fa male solo un pò la pancia.' Raggiunse il bagno chiudendosi a chiave. Layla la guardò in ogni suo movimento, c'era qualcosa sotto non era un semplice mal di pancia.


Justin si alzò andando in cucina, dopo aver trovato una maglietta.
Trovò Marco a mangiare dei cereali e sorrise afferrando un pò d'acqua dal frigorifero.
'Giorno.' Sbadigliò prima di portare la bottiglia alla bocca.
'Bella serata Bieber?' Justin rise dopo aver bevuto.
'Non abbiamo fatto niente...' Guardò Marco cercando di essere serio ma fallì, anche se era vero che non avevano fatto niente.
'Justin, Justin, Justin.' Marco rise mettendo il piatto sporco nell'acquaio. Si avvicinò alla porta e Justin lo guardò confuso.
'Ma dove vanno tutti di prima mattina?' Sbottò ridendo.
'Layla è andata da Stefan e te lo ha detto...' Lo interruppe alzando la mano.
'Sai che non ho molta memoria.' Marco sorrise e annuì. Lo sapeva bene. Una volta da bambini lo aveva abbandonato ad un appuntamento con due ragazze e la cosa si era fatta imbarazzante.
'Io devo andare a parlare con un ragazzo.' Aprì la porta salutando Justin e lui annuì.

Lasciò la cucina per andare in bagno a darsi una pulita, ma sentì Emily. Proprio in bagno, parlare al telefono con qualcuno.
'Cazzo, non capisci? E' anche un tuo problema.' La sentì urlare 'E' anche tuo figlio, per Dio! Non voglio abortire idiota.' Justin aprì la porta sapendo dove trovare la chiave di scorta in camera di Marco.
'Che cazzo succede?' Fulminò Emily con lo sguardò che fu costretta ad attaccare. Justin rimase immobile davanti alla porta con la mascella serrata.
Emily deglutì pensando ad una scusa per aver detto quelle cose.

Insane Love//Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora