Capitolo 14 - Risveglio

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«Arrivanoa ore dodici!» gridò Flash. Con le armi ancora in grembo iniziammoa sparare a raffica. Non importava quello che succedeva, dovevamosolo sopravvivere.

«Nonfatevi prendere!».

«Mava?».

«Sonoanche dietro di noi!».

Pokerurlò questa frase prima che uno dei Gargoyle lo afferrasse,portandolo in aria. Lui tentò di divincolarsi, sparando al mostro manon ci fu nulla da fare. Con un rapido gesto, uno schizzo di sanguebagnò il soffitto e poi venne lasciato cadere-

«No!»gridai. Sparai, colpendo il bastardo in testa e facendolo cadere comeun aereo.

Manon fu lui la sola vittima. Tutta la nostra squadra venne annientatada un attacco di fuoco incrociato. C'era chi veniva colpito da palledi fuoco e chi da artigli.

«Aiuto!»gridò Flash. Non appena mi voltai vidi come una montagna marrone gliera addosso. Gli infilzò la gamba sana e con una seconda artigliata,Flash venne decapitato. La sua testa rotolò per qualche metro eriuscii a non vomitare per puro miracolo.

Eravamorimasti solo io e Doc. Porca vacca non potevo crederci. Arrivati finoa quel punto per essere annientati sul più bello.

«Siamonella merda» mi disse lei.

«Loso» dissi. «Dimmi che hai ancora del C4».

«Negativo.Però ho un'idea».

Puntòla sua arma contro un punto preciso della stanza, dove c'era unbarile con all'interno un liquido luminescente verdognolo. Chidiavolo lasciava lì qualcosa del genere? Non appena venne colpitodai proiettili, lei mi afferrò e mi buttò per terra. Ci furono unalunga serie di esplosioni che mi fecero esplodere i timpani a miavolta. Udii un misto di urla e versi da far accapponare la pelle equando tutto finì ci ritrovammo nuovamente nel silenzio più totale.

«Come...comehai fatto?» le chiesi.

«Nonlo so» mi rispose lei. «Ho solo provato a fare quello che ho sempredesiderato. Sparare a dei barili».

Sela metteva così non potevo che darle ragione. Ma cosi facendo, seavesse sbagliato, saremmo morti entrambi. Mi sentivo debole espiazzato. Mi alzai in piedi con le gambe che mi cedevano. La nostrasquadra era morta ed ora eravamo solo noi due e dovevamo cercare ladannata porta che ci avrebbe portato alla salvezza della terra.

«Eora?»

Continuammoa correre senza fermarci. Ogni singola porta che vedevamorappresentava una piccola speranza. In molte vi erano munizioni e kitmedici ma in altre i nemici erano tantissimi. Riuscimmo comunque atenere testa, ma entrambi eravamo feriti. L'esplosione aveva lasciatoqualche danno su questa vecchia carcassa.

«Forsedovremmo scendere nei livelli più bassi» suggerì Doc.

«Potremmoprovare» le risposi. Cercammo in tutta la struttura un modo perandare di sotto e dopo circa venti minuti la trovammo. In quel posto,prima dell'attacco avremmo dovuto sicuramente utilizzare una serie dipass magnetici per passare i diversi livelli di sicurezza. Ma vistolo stato delle cose, ormai tutte le porte erano aperte (e per aperteintendevo dilaniati o sradicate. E posso assicurare che non erano inlegno).

«Dovremmoessere vicini, lo sento» disse Doc con un mezzo sorriso. Dopo tuttoquello che ci era capitato, non si era ancora arresa. Più superavamoi livelli, più capivamo che erano top secret. Non potevo credere diessere arrivato fin lì. Sentii il petto pesante, come se finalmenteriuscissi a togliermi un peso.

Epoi la vedemmo.

Unagigantesca stanza rettangolare, con una specie di sarcofago al centrodi essa, dalla cui metà sbucava un raggio di luce che arrivava finoal soffitto.

«Èquello che penso?» domandò Doc.

«Pensodi sì» le risposi. «Andiamo».

Ciavvicinammo molto lentamente, controllando in tutte le direzioni percapire come si potesse aprire. C'erano strane incisioni sopra allabara, ma non riuscii a capire di cosa si trattasse. L'unica cosacerta era che all'interno vi era qualcuno.

«Eora che si fa?» domandai.

«Premiamoil pulsante» rispose Doc. Mi voltai verso di lei. Quale pulsante?Non ne avevo visto nemmeno uno. Ma avvicinandomi a lei c'era davveroun pulsante gigantesco rosso che diceva chiaramente: "Premetemi!".

Setutto può andare bene, così non fu per noi. Venimmo attaccatiimprovvisamente da un demone che si era nascosto dietro alla porta.Fortunatamente i miei riflessi furono abbastanza avanzati ma nonriuscii ad evitare che Doc fosse infilzata.

«No...»sussurrò lei, vedendo lo spuntone trapassarle lo stomaco. Io urlai emi gettai contro il nemico sparandogli a bruciapelo. Questo però nonlo fermò dal colpirmi con una palla di fuoco. Venni sbalzato a terracon un dolore lancinante che mi bruciò addirittura i polmoni. Nonriuscivo più a vedere ma sentivo Doc rantolare, fino a che non udiipiù nulla. Il mostro era morto, così come Doc.

Eroda solo, cazzo.

Conun ultimo sforzo, sentendo il sangue colarmi fino in bocca, premettiil pulsante del sarcofago. Sentii uno sfiato, un rumore moltoleggero, mentre il portellone si apriva. Il coperchio cadderumorosamente a terra, mentre una mano afferrava il bordo della bara.Un guerriero si alzò e iniziò a guardarsi intorno. Poi abbassò losguardo su di me.

Lamia vista ormai era fin troppo sfocata. Stavo perdendo i sensi edormai venivo trascinato nell'oblio. Il guerriero uscì dal sarcofagoe iniziò a camminare lontano.

Lamia missione era finita.

Forseavevamo davvero una speranza.

Micoricai, guardando il soffitto.

Finalmentepotevo riposare.

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⏰ Last updated: Jun 22, 2020 ⏰

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