Capitolo 9. Quindici minuti.

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" Aaaaahh! I miei occhi!" disse Gomar accecato dalla forte luce che emanava la stanza.
" Vedo che la luce si sta man mano effievolendo, ora riesco ad intravedere qualcosa. Ma dove sono?"
" Buongiorno Gomar! Oggi è il gran giorno! Ti sei preparato e concentrato al massimo per oggi?" disse una voce al cui suono era pressoché familiare per il giovane saiyan.
" P..pa..pa...pà?" disse scoccato Gomar. " Non ci credo....sei proprio tu. Non può essere vero...sei vivo? Ma com'è possibile?" disse Gomar al quanto confuso e spaventato su quello che stava accadendo in quel momento.
" Ahiii!" disse Gomar dal dolore per il pugno alla testa che gli diede suo padre in quell'istante.
" Certo che sono vivo ma che domande mi fai...scusa?! Ti sei forse alzato dalla parte sbagliata del letto sta mattina? Va beh! Sarai emozionato per oggi immagino; dai andiamo a fare colazione. Oggi è il gran giorno! Una volta che ci saremo intrufolati nel palazzo di Ardos e sconfitto sia lui che i suoi subordinati, avremmo dopo tanti sforzi portato la pace nella galassia. Non vedo l'ora di brindare e festeggiare come si deve finalmente. Ah! A proposito conosco un certo posticino dove fanno la miglior birra di tutto il pianeta....eheheheh!" disse allegramente Alan.
" Eh?! Ma che stai dicendo papà?
È impossibile! Come fai ad essere ancora vivo?! Eppure questo non è un sogno! E poi mi spieghi cosa vuoi dire quando intendi con questo: " Grande giorno?!"
La guerra contro Ardos è finita non telo ricordi più papà?Papà?...Papàà?!...Papààaà?" disse Gomar cercando di ottenere una risposta da suo padre il quale, ignorandolo, si allontanava sempre di più e successivamente non riuscì più ad intravederlo per via che fu nuovamente avvolto da una luce accecante.
" Ma cosa? Dove sono adesso?"
" Papà! Cosa stai facendo?" disse Gomar alquanto disperato per l'insolita mossa da parte del padre.
" Ma che sto dicendo? Perché ho detto senza pensarci queste parole?" rifletteva Gomar." Oh no! Adesso so dove sono; non sò come ma sono ritornato al palazzo di Ardos e questa non posso sbagliarmi è la stanza del principe Kobi. Oh no! Questo vuol dire allora che è il giorno in cui mio padre...."
" Mi spiace...eh...eh...ma purtroppo non ho trovato altre soluzioni per distruggerlo!" disse Alan a corto di fiato e di energie." Dubito....che da un attacco così potente e ravvicinato come questo tu possa....soppravivere. Eeeehh!....Perdonami....se puoi Gomar, ce l'ho messa davvero tutta. Speravo che tutto andasse a buon fine e invece è successo tutto il contrario.
Promettimi che ti prenderai cura di tua sorella, va bene? Stammi bene....figliolo....ti voglio bene."
" No!...No! Fermati papà è tutto inutile questo tuo sacrificio! Non lo ucciderarai quindi....fermati subito! Papà?! Mi senti?! Ma cosa? Perché non riesco a muovermi? Perché il mio corpo è bloccato?! Questo vuol dire che non ha sentito neanche una parola di quello che gli ho detto! No!....Noooo!Aspetta!....Aspetta!...Aspettaaa!!"
" Noooo!!...Papààaà!!!" disse Gomar gridando disperato con tutto il fiato che gli era rimasto in corpo per poi essere investito dall'esplosione generata da suo padre.
" Uuuhhh!....Aaahhhh!!!...Uh? Dove sono ora? No ma questa è...." disse Gomar cadendo, come un sasso, con entrambe le ginocchia in davanti sulla tomba di suo padre.
" No!...Noooo! Perché sta succedendo di nuovo?! Perché?! Perchèèèè?!!
Perdonami!...Perdonami!...Aaaahhh!!" gridò Gomar scoppiando in lacrime dalla disperazione. Piacque per cinque minuti esatti e una volta terminati, riaprì gli occhi e vide:

" Buongiorno Gomar! Oggi è il gran giorno! Ti sei preparato e concentrato al massimo per oggi?" disse allegramente Alan.
" Ma cosa?" disse Gomar rivivendo  quei precedenti cinque minuti di quella vecchia scena per poi:
" Mi spiace...eh... eh...ma purtroppo non ho trovato altre soluzioni per distruggerlo!"
" Ma si può sapere che sta succedendo?" si diceva confuso Gomar rivivendo, ancora una volta, quei vecchi cinque minuti di quest'altra scena. E in fine:
" Perdonami papà!" disse involontariamente Gomar." Perdonami!...Perdonami....Aaaahhh!!" gridò Gomar lasciandosi nuovamente trasportare, per altri cinque minuti, nella disperazione più totale.
Ogni volta che si concludeva l'ultima scena cominciavano a seguirsi le altre due con sempre cinque minuti di distanti l'una dall'altra; quindici minuti pressoché infernali ed interminabili.
" Basta!...Basta!...Basta!...Bastaaaaa!!! Ma perché continuo a rivedere questi momenti così strazianti?!" disse Gomar completamente disperato dopo aver vissuto per la ventesima volta i seguenti episodi.
" È opera di Junior ci scommetto! Deve avermi fatto una sorta di incantesimo o qualcosa del genere, essendo il figlio di un mago questa mi sembra la più logica delle spiegazioni! Il problema è come faccio a uscire da questa situazione?! Che qualcuno mi aiutiii!!!"
" Ti serve una mano piccoletto?" disse improvvisamente un signore  incappucciato che era apparso dal nulla dietro le spalle di Gomar.
" E tu chi sei?" chiese Gomar asciugandosi le lacrime.
" Al momento non telo posso dire ti chiedo intanto di osservare e di seguirmi piccolo."
" O..ok!" disse Gomar il quale senza porsi troppe domande prese la mano sinistra di quel signore e cominciarono insieme a camminare in una direzione casuale nella stanza. Senza rendesene conto Gomar era diventato un bambino tra gli otto e i nove anni.
" Guarda lo schermo davanti a te."
" Ma quello è il combattimento che sto facendo in questo momento con Junior! Ma che c'entra adesso con me?"
" Non l'hai ancora capito? Tutto questo c'entra principalmente con te. Guarda in quel momento in cui Junior a menzionato tuo padre, hai perso la lucidità e il controllo e questo durante uno scontro è gravissimo errore.
Ci hai fatto perdere lo scontro."
" Ci? Che intendi dire con questo?"
" Intendo dire che io sono te." disse l'altro Gomar togliendosi il cappuccio di dosso.
" Dimmi una cosa perché secondo te abbiamo perso lo scontro?"
" Eeeehh!....Ecco...io."
" Telo dico io sei ancora troppo legato al passato, in questi atti in particolar modo. Del resto tu rappresenti il nostro passato mentre io d'altro canto rappresento il nostro presente, ma io non posso emergere del tutto se tu continui a metterti in mezzo ogni volta che si menziona nostro padre."
" Ma io non....ce la faccio! Non ce la faccio!...Non ce la faccio!" rispose disperato il piccolo Gomar.
" Si che puoi e sai perché? Perché da adesso in poi non ti lascerò più solo.
Vedi prima ero come te; disperato e depresso ventiquattro ore su ventiquattro. Vedevo ogni cosa che mi circondava nera e grigia ma poi ho conosciuto degli amici qui sulla Terra che mi hanno dato una nuova carica per andare avanti. La verità è che non ci siamo davvero ripresi del tutto."
" Che vuoi dire?" chiese confuso il piccolo saiyan.
" Voglio dire che ti ho abbandonato: ero convinto che se mantenevo le distanze, dimenticandomi del tutto di te( il passato), sarei potuto andare avanti senza alcuna preoccupazione. Certo ho accetto l'accaduto facendo finta che non fosse successo nulla, ma sfortunatamente, ma per quanto continuassi a negare la verità, era successo. Il passato non lo possiamo cambiare però lo possiamo accettare....insieme. Ogni volta che ripenseremo a questi episodi della nostra vita, tu ovviamente ci sarai e questa volta anch'io: sarò lì con te per superarli uno ad uno."
" Me...me..melo prometti?" disse dubbioso il piccolo Gomar.
" Si piccolo me e perdona quest'altro te stesso che è stato così scemo che non ha capito prima come aiutarti."
" Meglio tardi che mai no? Ahahah!" risero all'unisono i due Gomar dopodiché divenne nuovamente nera la stanza e una nuova porta era apparsa magicamente. Dall'altra parte di essa si potevano osservare degli spirargli di luce con la differenza, che questa volta, c'era un individuo ad aspettarli. Un'ombra per essere precisi.
" E quello chi è?" chiese incuriosito il piccolo Gomar.
" Non avere paura di lui egli è come noi; se tu sei il passato e io sono il presente di Gomar, lui rappresenta...."
" Il futuro! Giusto?"
" Risposta esatta."
" Ma perché vediamo solamente la sua ombra?"
" Perché sta cercando di nascare; per essere precisi sta cercando la chiarezza per la quale deve nascere. Egli non può trovarla da solo siamo noi due che dobbiamo dargli, tramite le nostre vecchie ed attuali esperienze, uno scopo e una ragione per il quale può continuare ad esistere. Non c'è il presente senza il passato, e senza passato....non c'è futuro. Hai capito adesso?"
" Si ho capito." rispose il piccolo Gomar prendendo la mano della sua parte più grande per avvinarsi verso  quell'ombra timida e silenziosa.
" Ciao." disse il piccolo Gomar.
Essa, nel vedere i due ragazzi,
indietreggiò di pochi passi dalla paura.
" Sta tranquillo! Non avere paura siamo amici...vieni ti puoi fidare di noi. Ti aiuteremo col non farti rimanere mai solo. Ok? Avanti...su!"
Senza dire neanche una parola l'ombra porse poco a poco la sua mano al piccolo Gomar e con l'altra prese quella del Gomar più grande dopodiché in contemporanea posero tutte e tre le mani sulla maglia della porta.
" Siete pronti?" domandò il Gomar del presente.
" Si." rispose il piccolo Gomar mentre l'ombra mosse leggermente la testa in avanti in segno di accordo.
" Bene andiamo....insieme!"
" Insieme!" disse il piccolo Gomar il quale divvenne, sia lui che il Gomar del presente, una lieve sfera di luce e tutte e due che entrarono uno alla volta nel petto della sagoma nera che assunse, dopo pochi secondi, l'aspetto fisico ed attuale di Gomar.
" Insieme!" disse quest'ultimo spalancando per l'ultima volta quella porta per poi essere avvolto dalla luce del domani.

Continua....

Continua

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