CAPITOLO 31

2.3K 51 14
                                    

Pov's Marta
Continuiamo a parlare e dopo un po' ci accorgiamo che sono le 20;00.
M: amo, sono le 20
Giu: di già
M: uff...
Giu: dai amo, ci vediamo domani mattina
Dice alzandosi dal letto.
M: ok dai
Passa a salutare gli altri nelle varie stanze e poi la accompagno alla porta.
M: ciao amo
Giu: ciao!
Salgo le scale, stavo per entrare nella mia camera quando sento tirarmi il braccio e sento trascinarmi.
Mi porta in una stanza.
Ma che cazzo?
Si ferma.
Apro gli occhi che avevo chiuso per la paura e mi ritrovo in camera di Vale con lui appiccicato a me ed io appoggiata al muro.
IMBARAZZO!
M: m-ma che c-cazzo di p-problemi hai?
Fa un ghigno.
V: nessuno, perché?
Si allontana un pochino.
Ora va meglio.
M: non credo sia normale trascinare le persone in questo modo, non credi?
V: no
Sbuffo.
M: cosa vuoi?
Si allontana per chiudere la porta a chiave.
Io ero ancora appoggiata al muro.
M: non scopo con te
Si riavvicina a me ignorando completamente la mia affermazione.
V: dove dovete andare domani?
M: al parco e poi a fare un po' di shopping
V: non ti credo
M: cazzi tuoi?
V: no, anche i tuoi visto che vi accompagno io
M: è la verità
V: ed io ho 3 anni
M: simpatico
Dico facendo una smorfia.
V: non esci da qui finché non mi dici la verità
Dice mettendo la chiave sopra l'armadio.
Cazzo, lì non ci arrivo nemmeno con una sedia.
M: stronzo
Dico sedendomi sul letto.
V: lo so
Dice mettendosi di fianco a me.
Non ho nemmeno il telefono.
Uff...
Posso urlare, arriverà Die- no, è uscito.
Uff...
V: perché non mi dici la verità?
M: forse perché te l'ho già detta?
Mi ignora e prende il suo telefono.
Vedo che va su insta.
Io che dovrei fare nel frattempo?
Non ci penso nemmeno a dirgli la verità.
Ma poi a lui cosa importa?
M: perché ti importa di ciò che faccio?
V: perché non mi vuoi dire la verità?
M: perché ti importa di ciò che faccio?
V: perché non mi vuoi dire la verità?
M: fanculo
Dico andando in dietro con la schiena e sdragliandomi.
V: comunque Simone è proprio un bel ragazzo, no?
Dice voltandosi verso di me.
Ma è serio?
Come se ne esce?
M: sei serio?
V: sì, se fossi una ragazza gli starei sotto
M: beh, brutto non è e...
V: e?
M: e sembra simpatico
V: escici no?
Dove vuole arrivare?
Non è che ha sentito la conversazione mia e di Giulia prima?
Però era da Lele.
Come avrebbe fatto?
Uff...
Lo guardo.
Lui avevo voltato nuovamente la testa verso il telefono.
M: dove vuoi arrivare?
V: che non ho 3 anni?
Dice irritato.
Non rispondo.
Passano circa 2 ore.
Lui è ancora al telefono ed io sto fissando il soffitto.
Nessuno dei due parla.
Ci prenderemo ad insulti.
Mi sto annoiando tantissimo.
Basta, mi sono rotta il cazzo
M: esco con Simone domani, va bene?
Dico stufa.
Si gira verso di me con una faccia misto tra soddisfatto e deluso.
M: ora fammi uscire
V: nah
Gli sfilo il telefono dalle mani e me lo metto dietro schiena.
V: dammi il telefono
M: nah
Dico imitandolo.
V: stronza
Mi alzo dal letto.
Già che ci siamo mi faccio dire quello che avrebbe dovuto dirmi Simone.
Perché Vale è certo che sia lui?
Come lo conosce?
E c'è solo un modo per farmelo dire.
Mi costerà, ma voglio sapere.
Metto il suo telefono sulla scrivania.
Vale era seduto sul letto.
Vado verso di lui e mi metto a cavalcioni.
Lui mi guardava cercando di capire cosa stessi facendo.
Ora entra in gioco il trucco della mamma.
Gli metto le mani dietro al collo.
V: d-dove vuoi a-arrivare?
M: da nessuna parte, perché?
Dico facendo finta di nulla.
Lo guardo negli occhi.
M: vediamo...
Dico facendo dei cerchi immaginari con le dita sulla sua spalla.
M: come conosci Simone?
V: S-Simone?
M: come lo conosci?
Non distolgo lo sguardo.
Voglio sapere.
M: quindi?
V: i-io... n-non te lo p-posso dire
Uffa... non funziona...
Come posso fare?
Metto una mano nei suoi capelli, continuo a guardarlo negli occhi.
M: perché?
V: n-non te l-lo d-dico, è i-i-inutile
M: uff... fanculo
Mi alzo.
Lui si ricompone.
M: aprimi la porta
V: no
È tornato Mazzei.
M: Mazzei, ho detto aprimi la porta
V: ed io ho detto di no?
M: sentiamo, cosa vorresti fare?
V: io un'idea ce l'avrei
Dice con uno sguardo pervertito.
M: levati quella faccia da cazzo e non ci pensare nemmeno!
Mi siedo sul letto un po' più distante da lui.
Si gira, mi guarda.
V: perché ci vai?
M: dove?
V: da Simone
M: perché non dovrei?
V: perché sai benissimo che è un puttaniere?
M: se fosse per questo non dovrei nemmeno essere in questa stanza
V: ma io non ti ho invitata ad un'appuntamento
M: grazie, viviamo insieme!
V: comunque, davvero, perché ci esci?
M: perché è carino
V: e quindi? Ti prende ti scopa e poi ti dimentica
M: credo che tu mi conosca abbastanza bene da capire che non vado con uno che conosco da nemmeno due giorni!
V: dicono tutte così...
M: giusto, mi ero scordata che davanti ho un esperto in questo campo!
V: invece di rinfacciarmi il fatto che sono un puttaniere, potresti rispondere alla mia domanda!
Mi alzo, lui mi segue.
M: ci esco perché mi va di uscirci, è carino, sembra gentile e non c'era motivo di rifiutare!
V: cazzo, sì che c'era un motivo!
Mi avvicino a lui.
Faccia contro faccia.
Pochi centimetri ci dividevano.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Ciaoo!💕
Vi sta piacendo la storia?
Spero di sì!💕
Pochi centimetri, Marta?🤔😬
Stasera posto il continuo!💕

SEI UNO STRONZO!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora