8| •Culla•

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\\NON LO SO OK NON AVEVO FOTO E HO PENSATO CHE UN MEME CI STESSE BENE\\

Eravate in viaggio da circa mezz'ora, non vi eravate detti nulla di speciale, oltre alle solite cose che ci si dice tra allenatore e giocatrice.

Poco dopo cominciò a far partire alcune delle sue canzoni, alcune erano dei classici e altre tracce di esordienti o semplicemente poco conosciuti; scorsero mentre l'auto camminava sull'autostrada nel buio delle ventuno.

-Ti piace questa canzone?- Ti chiese.

-Tanto, è una delle mie preferite-

-E il testo lo sai?-

-Meglio del cantante stesso- Sorridesti soddisfatta.

Si mise a ridere, ma la sua risata non era perché ti stava prendendo in giro o avessi fatto una battuta esilarante, era una risata contenuta e rilassata.

-Mi fa strano ascoltarla così: senza cuffie. Normalmente direi che non ha alcun effetto, in quanto non me la sto sparando nelle orecchie, ma con l'auto cambia completamente.
Mi lascia una specie di vuoto, un vuoto che non ho idea di come colmare-

-[T/n]. Sai come devi colmarlo, è solo che vuoi fare finta di non saperlo-

Ti girasti verso il finestrino per non incrociare il suo sguardo.

-Io non ho bisogno di nessuno, ok?-

-Cosa possono aver fatto per renderti così? Me lo chiedo ad ogni allenamento, ad ogni partita, quando prendi in possesso la palla, il campo, il gioco e tutta la squadra. Noto il filo di rancore che racchiudi negli occhi quando esegui un'alzata o un servizio, o quando scruti il gioco avversario nel riscaldamento trovando il modo migliore di affrontarle.
Cosa ti ha reso così? Cosa ti spinge a far intravedere quel goccio d'odio per tutto, ogni volta? Chi?- Disse con un tono apprensivo, a tratti ferito.

<Ha capito, ma io sono sempre stata così.Anche prima di Kags, della partita, io scrutavo le altre e mi sentivo in dovere di guidarle.
Eppure ho cominciato ad essere troppo esigente, a frustrare i miei pensieri nella tecnica e nella velocità>

-Non mi serve nessuno, e nessuno mi è servito ad essere così. Sto bene da sola, dovresti averlo capito-

-O forse sei solo troppo orgogliosa per ammetterlo-

Ti sentivi attaccata. Lui veniva a dirti che avevi bisogno di qualcuno per dimostrare a tutti chi fossi? Non ti andava bene. Affatto.

Non rispondesti, temendo di finire per mettere un piede nel barile e contraddirti, a volte succedeva così quando eri arrabbiata.

-Ci se-
-Sì, sono qui di fianco a te. Seduta in un'auto a parlare di me e dei miei rapporti finiti male con la gente. Dovresti capire da te che non è una situazione eccitante o minimamente piacevole per me- Non lo lasciasti finire la domanda, rispondendo.

-Non voglio attaccarti, né tanto meno mettermi contro di te- Poi zittì.

-Grazie, anche se sembra di sì- sussurrasti stringendoti nella tuta della squadra, nera con le scritte in rosso scuro.

Chiudesti gli occhi, l'ultima cosa che volevi fare era innamorarti di qualcuno. Se lo avessi fatto ti saresti esposta troppo, avresti sì colmato il tuo vuoto, ma anche affidato a quel qualcuno tutta te stessa, rischiando di perderti ancora.

<Mi ero persa> Continuavi a pensare.

-Non puoi ritrovare la te che esisteva prima di una qualche delusione. Almeno non con questa ideologia di amore che hai-

<A-amore...
È stato l'amore a ridurmi così?
Era amore quello lì? È?>

-Capirai, forse non ora, ma capirai.
Vuoi mettere qualcosa tu?-

▪𝘈𝘯𝘢𝘵𝘦𝘮𝘢▪  ||Kageyama Tobio x Reader  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora