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"JIMIN-SHIIIIII...non è possibile, hai dimenticato ancora di sistemare gli scarponi sotto la panca" strillò Jungkook prima di entrare nello chalet, dove lui e il suo migliore amico Jimin, avevano deciso di trascorrere un weekend in mezzo alla neve e alle piste da sci.

Avevano scelto di andare a Pyeongchan, una contea del Gangwon, famosa per le sue piste e per la sua atmosfera magica dovuta, probabilmente, dall'effetto che facevano gli chalet uno di fianco all'altro illuminati da piccoli faretti che emettevano una luce calda che faceva brillare la neve mentre scendeva copiosa.

Sia a Jimin che a Jungkook piaceva molto la neve, nessuno dei due sapeva sciare, ma entrambi volevano imparare, soprattutto Kook.

Si erano presi questi quattro giorni per passare un weekend lontano dalla città caotica di Seoul e dai ritmi frenetici dell'università.

Entrambi erano iscritti alla Korea University, Jimin era però due anni avanti rispetto a Jungkook, ma la loro amicizia risale all'adolescenza quando entrambi avevano frequentato la stessa scuola a Busan, la loro città natale.

"Ahhhhhhhhhh KOOKKKKKK sono troppo stanco...non riesco a reggermi in piedi. Ti prego, abbi pietà di me..."disse Jimin buttandosi sul divano al centro della stanza.

"Sei sempre il solito, non ho mai incontrato nessuno più disordinato di te, davvero! Io vado a farmi una doccia, nel frattempo accendi il fuoco così poi ordiniamo la cena e ci rilassiamo un po'...che ne dici? Ti piace come idea mio principe???" lo schernì Kook, abituato ormai alla pigrizia del suo migliore amico.

"OK...OK...ma tu non metterci troppo che ho bisogno anche io del bagno. Sciare è troppo faticoso." gli urlò Jimin borbottando, ancora sdraiato sul divano, senza la minima intenzione di alzarsi per accendere il fuoco.

Si sentiva troppo bene e in pace, amava l'atmosfera che regnava in quel luogo.

Tutto era ricoperto dalla neve, gli chalet erano distanziati tra loro di qualche metro e c'era silenzio e molta tranquillità.

Lo chalet era tutto in legno con un grande camino, al centro della stanza c'era un enorme tappeto bianco con due morbidi divani che lo circondavano.

Jimin si guardava intorno con ammirazione, ma la cosa che gli piaceva di più era il fatto che aveva il suo migliore amico tutto per sé per ben quattro giorni.

A Seoul tra università, studio, il corso di danza che frequentava nel pomeriggio e il lavoro part-time al bar era impossibile vedere il minore per più di dieci minuti al giorno, nonostante condividessero un appartamento vicino all'università...e Kook gli mancava, tanto.

Assorto nei suoi pensieri e in procinto di addormentarsi non si accorse della presenza del minore che era fermo davanti a lui con indosso solo una salvietta bianca che gli circondava i fianchi.

"JIMINNNNNNN...non hai nemmeno acceso il fuoco...davvero io non so più cosa fare con te. Avanti alzati e vai in bagno, sbrigati perché altrimenti mangerò senza di te, ti ho avvisato" gli disse Kook dandogli una forte pacca sul sedere.

Jimin fece un balzo dovuto alla forte botta, ma soprattutto era scioccato per il suo amico mezzo nudo davanti a lui.

E'vero che lo aveva già visto come mamma lo aveva fatto, ma sarà l'atmosfera del posto o il fatto che era in astinenza da parecchio tempo ormai, che non riusciva a staccare gli occhi da quel meraviglioso corpo.

Aveva un'espressione da ebete e senza rendersene conto si leccò le labbra mordicchiando il labbro inferiore.

Kook naturalmente se ne rese conto immediatamente e non perse occasione per prenderlo un po' in giro, tirandogli un'altra pacca sul sedere.

"Jimin fila subito in bagno, altrimenti ti faccio diventare rosso quel bel sederino che ti ritrovi a forza di sberle".

Non c'è bisogno di dire che Jimin si riscosse immediatamente da quelle parole dette con tranquillità dal minore e si alzò immediatamente dal divano.

"Cos-cosa?? Jungkookiiiii ma cosa stai dicendo...uffa, ma guarda te se uno non può stare cinque minuti in santa pace a riposare senza essere preso a sberle." borbottò correndo dritto in bagno cercando di nascondere il più possibile il suo imbarazzo e il suo viso ormai rosso come un pomodoro, seguito dalle risate del più piccolo che, a quanto pare, si stava divertendo un casino a prenderlo in giro.

Appena chiuse la porta del bagno, tirò un sospiro di sollievo e si ritrovò ad ascoltare il suo cuore.

Non capiva perché batteva così forte, che gli stava succedendo...anche perché era Kook, il suo migliore amico da anni, appunto amico e niente di più.

Nell'altra stanza nel frattempo kook aveva appena acceso il fuoco, dopo aver indossato una comoda tuta nera e una maglietta a mezze maniche sempre nera.

Rimase davanti al fuoco ad osservare lo scoppiettio e a pensare che forse aveva esagerato con quella battuta, ma la reazione di Jimin gli aveva confermato quello che pensava da anni ormai e cioè che il suo migliore amico non era poi così indifferente al suo fascino.

Ora doveva solo fare in modo che se ne rendesse conto anche lui, e già sapeva come.

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