La mattinata passò velocemente tra una lezione e l'altra, avevano fatto amicizia anche con l'istruttore, si chiamava Taemin ed era un bellissimo ragazzo sulla trentina, moro, dai lineamenti delicati e dal corpo mozzafiato.
Decisero di pranzare tutti insieme, erano un gruppo di circa venti persone, e si recarono a ristorante vicino alle piste da sci.
Appena entrati furono accolti da un'atmosfera calda e famigliare, il ristorante era ricoperto da travi in legno circondato da enormi vetrate che permettevano di avere una vista spettacolare delle montagne circostanti.
Al centro di ogni tavolino ricoperto da graziose tovaglie rosse, c'era un piccolo vaso di fiori freschi.
Jimin era incantato da quel posto soprattutto dalla sua atmosfera calda e accogliente e dai proprietari, due signori di mezza età sempre sorridenti e premurosi verso i clienti.
I due ragazzi si sedettero uno di fianco all'altro in un tavolo con Taemin e un altro ragazzo.
Durante il pranzo ci furono molte risate e molte conversazioni interessanti, incentrate soprattutto sullo sci e sulle varie tecniche per cercare di non cadere, visto che in questo il maggiore era il più predisposto.
Stava proseguendo tutto per il meglio fino a quando Taemin non iniziò a provarci con Jimin e di conseguenza il più piccolo iniziò ad innervosirsi.
Il maggiore, vista la sua gentilezza, continuava a sorridere e a dare corda all'istruttore, ma non aveva fatto i conti con il piccolo Kook che ogni minuto che passava si incazzava sempre di più.
Lo sapeva che non aveva alcun diritto di farlo...in fin dei conti Jimin non era suo, ma dopo quello che era successo la sera prima e pure la mattina stessa, non gli andava proprio che qualcun altro mettesse gli occhi su di lui.
Tra l'altro il suo migliore amico era davvero una persona molto gentile ed educata, ma a volte era molto ingenuo. Kook, infatti, era convinto che Jimin non si era nemmeno reso conto delle avance di Taemin.
Fu così che il minore iniziò a guardare male l'istruttore e mise un braccio intorno alle spalle di Jimin traendolo verso di sé.
Quest'ultimo rimase moto stupito da quel gesto, ma la cosa che lo scioccò di più e lo fece andare in panico balbettando nella conversazione che stava avendo, fu quando sentì la mano del minore posarsi sulla sua coscia.
All'inizio era una lieve carezza, ma poi si sentì stringere l'interno coscia e la mano saliva sempre di più verso l'inguine fino a sfiorare il suo membro.
A quel punto Jimin divenne rosso dalla vergogna ma anche dall'eccitazione che quei gesti gli stavano procurando, tante' che strattonò vicino a sé il piccoletto e gli sussurrò all'orecchio "Che cazzo stai facendo? Smettila immediatamente se non vuoi un pugno nei coglioni" era davvero infastidito ma mai quanto il minore che gli rispose stizzito "Smettila tu immediatamente di dare corda a questo idiota Jimin o giuro che ti infilo la mano nelle mutande".
Il maggiore rimase senza parole, ma conoscendo bene il suo migliore amico decise di limitare i sorrisi e l'interazione con Taemin perché sapeva che la minaccia che gli aveva fatto non era da sottovalutare, quel piccoletto era davvero capace di metterla in atto.
Appena ebbe però l'occasione di stare da solo con Kook gli avrebbe chiesto spiegazioni, nel frattempo il pranzo proseguì senza più incidenti.
Durante il pomeriggio però la salute mentale del minore fu messa ancora a dura prova dalle continue effusioni che Taemin dava a Jimin con la scusa dell'insegnargli a stare in piedi e smetterla di cadere ogni secondo, gli circondava spesso i fianchi o gli toccava le spalle e le braccia...e ogni volta per Kook era una pugnalata allo stomaco.
Per fortuna il pomeriggio passò velocemente perché era davvero arrivato al limite, infatti non appena varcarono la porta del loro chalet chiuse la porta con un calcio e sbatte' Jimin contro il muro e iniziò a baciarlo con foga slacciandogli con gesti veloci la tuta da sci per poi sollevargli il maglione facendo scorrere le sue mani su tutto il petto.
Aveva bisogno di sentirlo, di sentire la sua pelle sotto le sue dita, aveva bisogno di sentire il suo calore e il sapore delle sue labbra.
" Jimin...tu sei mio, solo io ti posso toccare, nessun altro...hai capito?"
Jimin in quel momento non riusciva a connettere bene le parole dette dal minore travolto dalla passione che il suo corpo stava ricevendo e fece, di conseguenza, l'unica cosa che voleva...sollevò le sue gambe e le avvinghiò alla vita di Kook e iniziò a baciargli il collo possessivamente e lasciando parecchi segni viola.
Alzò il volto e lo fissò in quei meravigliosi occhi color pece prima di leccare spudoratamente il suo labbro superiore.
"Io sono solo di me stesso, piccolo, ma ti assicuro che in questo momento l'unico corpo che voglio è il tuo" disse Jimin prima di impossessarsi di nuovo delle labbra del minore avvinghiandosi ancora di più al suo corpo.
"Ehi piccolo coniglietto che ne dici di andarci a fare una bella doccia e poi ordinare la cena come ieri e finire la serata con un bel film?" chiese Jimin.
Kook, che fino a quel momento non aveva smesso di guardarlo con lussuria, abbozzò un piccolo sorriso, lo strinse ancora di più a sé e sempre tenendolo in braccio lo portò in bagno sussurrandogli all'orecchio "La doccia però la facciamo insieme".

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MY BEST FRIEND
FanfictionChe cosa c'è di più bello che vivere una vacanza in mezzo alla neve, per due migliori amici? Nessuno dei due si sarebbe aspettato che quella vacanza avrebbe cambiato le loro vite...