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Erano rientrati da una settimana ed entrambi avevano l'umore a terra, dovuto al fatto che avendo ricominciato la solita routine, non si vedevano quasi mai se non alcune mattine quando il maggiore non aveva lezione alla prima ora e si occupava di preparare la colazione per entrambi.

Finalmente quel giorno erano liberi tutti e due da impegni Jimin si era alzato presto per preparare i suoi amati pancake e fare una sorpresa al minore.

Stava mettendo l'impasto nella pentola quando si sentì circondare i fianchi e si sentì sfiorare il lobo dell'orecchio da quelle labbra morbide che tanto gli erano mancate.

"Buongiorno piccolo" sussurrò il minore dandogli un bacio sulla guancia.

"Buongiorno Kook...c-che s-stai f-facendo? Mi si b-bruciano i p-pancake stupido" rispose Jimin imbarazzato dalle sue attenzioni.

Non riceveva quelle coccole da ormai una settimana e il minore gli mancava terribilmente, era arrivato a pensare che si era già stancato di lui e che quello che avevano condiviso in montagna era stato solo un sogno.

Non ne avevano mai parlato e i rari momenti in cui si erano visti erano talmente stanchi che entrambi andavano dritti nelle proprie camere a dormire.

Jimin era troppo timido e insicuro di sè stesso per fare il primo passo e chiedere al suo amico di dormire insieme, non riusciva proprio, ma solo lui sa quante volte glielo voleva chiedere.

D'altra parte a lui non interessava solo il sesso con Kook, a lui bastava essere circondato da quelle forti braccia e avere la sensazione di essere protetto...ma era più che sicuro che il suo era un amore a senso unico.

Ciò che era successo in montagna era per Kook semplice attrazione fisica, mentre per lui era ben altro...in questi giorno ci aveva riflettuto parecchio ed era arrivato alla conclusione che mentre per il suo migliore amico era stato solo sesso e divertimento per lui era l'opposto...si era innamorato follemente di Kook.

Tutti questi pensiero lo fecero scostare brutalmente dalle braccia di Kook che subito si accorse che qualcosa non andava.

"Ehi che ti prende, piccolo?" gli chiese immediatamente per cercare di capire cosa stava succedendo

"Niente, non c'è assolutamente niente che non va, mi stanno bruciando i pancake e non ho la minima intenzione di saltare la colazione o di rifarli" rispose Jimn con un tono parecchio alterato che fece sbottare il minore che spense immediatamente la pentola, prese con la forza il polso del maggiore e lo trascinò con sé sul divano facendolo sedere sulle sue gambe.

Gli prese il mento con le dita e lo costrinse a guardarlo "Ora mi dici che cosa hai e non voglio sentire scuse o altro perché stavolta mi incazzo sul serio" lo minacciò Kook.

Jimin preso alla sprovvista non ce la fece più, la sua fragilità e la sua insicurezza esplosero nell'esatto istante in cui Kook passò dal tenergli il mento saldamente con le dita ad accarezzargli la guancia con dolcezza.

Gli occhi gli si inumidirono e le sue labbra iniziarono a tremare.

Kook non capendo bene cosa passasse per la testa del suo migliore amico lo prese semplicemente tra le braccia, accarezzandogli la schiena e cullandolo dolcemente...odiava vederlo soffrire in quel modo.

I singhiozzi di Jimin si fecero ancora più intensi e le sue braccia avvolsero il collo del minore che lo strinse ancora di più a sé.

Appena iniziò a calmarsi, Kook lo staccò leggermente dal suo petto e gli asciugò delicatamente le lacrime che ormai avevano inondato le sue guance.

Il suo piccolo Mochi era la persona più dolce che avesse mai conosciuto, non sopportava di vederlo in quello stato, ma forse aveva capito il motivo del suo malessere e si stava dando mentalmente dell'idiota perché sapeva quanto fragile era Jimin e sapeva anche che aveva bisogno costantemente di certezze e lui quella settimana non gliene aveva data nemmeno una.

Si rammaricava per questo, ma il rientro era stato davvero traumatico, a scuola era periodo di esami e lui doveva mettersi sotto per recuperare alcune materie, ma pensandoci bene questo non lo giustificava dal fatto che lo aveva trascurato.

"Scusami piccolo" gli disse Kook sfiorandogli le labbra.

"N-non hai f-fatto n-niente di m-male, p-perché ti s-scusi?" gli rispose Jimin singhiozzando ancora.

"No, piccolo mio...mi dispiace davvero tanto, sono stato uno stupido. E'da quando siamo tornati che ti ignoro e so quanto tu sia fragile e sono sicuro che ti sei fatto mille paranoie, vero?" gli disse mentre gli diede un buffetto sulla guancia "Facciamo così, oggi ti dedicherò tutta la giornata, solo tu ed io e sarai tu a decidere cosa fare e io non potrò rifiutare" concluse il minore facendo sorridere leggermente il suo migliore amico.

"Dici davvero? Qualsiasi cosa?"

"Si qualsiasi cosa"

Jimin si aggrappò ancora di più a quel meraviglioso corpo, si avvicinò al viso del suo amico fissandolo negli occhi.

"Baciami"

MY BEST FRIENDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora