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Il giorno dopo, avevo un'esame importante. E la mia testa non era molto d'aiuto. Non avevo chiuso occhio, o almeno forse avevo dormito solo per mezz'ora, ma ovviamente non è bastato al mio corpo.

La mia faccia descriveva appieno il mio umore, e ciò mi preoccupava ben poco. Ma sicuramente la mia migliore amica mi avrebbe riempito di domande per tutto il giorno, e io sapevo già di doverle dire qualche stronzata, pur di non parlarne. E ammetto che un po' mi dispiaceva.

Clara sarebbe andata a scuola con una sua compagna, non avevo tempo per accompagnarla.

Appena arrivata in università, spensi il cellulare e provai a fare lo stesso con la parte del mio cervello che pensava a ieri notte. Era molto difficile, mi sentivo vuota, come se fossi rinchiusa in un oblio da cui in realtà, non volevo neanche uscire.

Il foglio d'esame era sul mio banco, e per la prima mezz'ora scarabocchiai cose futili sul banco, cercando di concentrarmi. Lo rilessi almeno dieci volti, l'unica cosa positiva è che stando così male non avevo tempo per avere l'ansia. Quindi paradossalmente ero tranquilla.

L'altra mezz'ora la passai a compilare il foglio davanti ai miei occhi, con una velocità, che nemmeno flash sarebbe stato in grado. Tra l'altro con la mia solita scrittura, di cui andavo pazza e che anche i professori avevano sempre amato.

Consegnai il foglio senza pensarci due volte, l'importante per me, in quel momento, era uscire da quell'edificio. Andai prima in bagno, per potermi sciacquare la faccia e dopodiché mi sedetti sul muretto che c'era fuori.

Presi il tabacco dalla mia borsa, comprato una settimana fa, ed iniziai a montarmi un drum. Avevo ripreso a fumare, non sapendo per quale assurdo motivo. Ma riusciva a rilassarmi la mente.

"Allora com'è andato?" disse Serena, facendomi balzare dallo spavento.

"Bene spero, a te?" le chiesi, per poi sorriderle, con molta naturalezza.

"Sarà andato bene dai, oggi ci sei alla serata?" disse nel frattempo, per poi passarmi una sigaretta.

"Quale serata?" chiesi non sapendo nulla, ovviamente ero sempre l'ultima a scoprire le cose.

"La serata di Luca, primo concertino. Devi esserci, ha chiesto di te sai? Ma che è successo? Avete litigato?" mi chiese, senza darmi tregua.

"Serena, non ho capito nulla di quello che mi hai chiesto lo sai? Comunque non penso di andarci, ho di meglio da fare sinceramente" le dissi per poi fare un tiro, dalla sigaretta appena accesa.

"Quale sarebbe il tuo meglio da fare sentiamo? Dai non mi dire che Luca ti è piaciuto, ma è andata di merda..." disse lei, per poi arrivare alle conclusioni, senza che io dicessi altro.

"Non mi è piaciuto, era interessante. Ma ho capito subito che non faceva per me" dissi per poi sentire uno strano nodo in gola.

"Allora ci sarai no? Ho già i biglietti" disse lei per poi farmi vedere i biglietti, saltellando dalla felicità.

"Sei pessima, sapevi già che ti avrei detto di no, quindi hai preso i biglietti. Così da poi farmi sentire in colpa, la solita" borbottai come una bambina.

"Oh eccoli, sono arrivati" continuò lei senza ascoltarmi.

Alzai il viso, per capire chi fosse arrivato.

E uno dei due, avrei voluto evitare di vederlo.

"Me ne vado" dissi per poi saltare dal muretto, tirare giù la mia borsa e iniziare a camminare.

"Bea ma dove fai, smettila!" mi rimproverò Serena, ma non le diedi molto peso e così continuai a camminare dritto.

Finché non mi trovai davanti il ragazzo di Serena, con un viso preoccupato e accanto a lui, c'era Luca.

"Ciao B, di corsa?" chiese il ragazzo di S, io cercai di sorridergli il più possibile.

"Sì sì, perdonami se non ti saluto, vado davvero di corsa. Mirko mi sta aspettando" dissi io mordendomi un labbro, per la menzogna che avevo appena detto.

"Mirko?" chiese lui, alzai leggermente la testa per vedere la faccia di Luca. Solo una faccia piena di schiaffi, poteva guardarmi in quel modo.

Salutai il biondino, per poi ignorare completamente la presenza di Luca. Non avevo voglia di vederlo, non dopo quello che è successo, non così velocemente. Ma tanto lo avrei visto stasera.

Mentre tornavo a casa, pregai ogni possibile santo, che nessuno dei due parlasse di Mirko con Serena. Sapendo già che le mie, fossero solamente preghiere invane.

Chissà che pensava. Chissà se ci pensava.



GLITTER | CAPO PLAZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora