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Dopo quel breve momento, lo vidi tirare il telefono dalla tasca, della giacca per poi far partire un audio, che sembrava essere una probabile base per il suo testo. Poi lo vidi alzarsi.

«Noi fuori scuola scuola, fra' ci becchiamo allora, sta roba buona, buona, lei fa due tiri e vola, vieni un po' con me, ti spiego un po' sta storia - disse per poi tendermi la sua mano, e così io gliela strinsi, per poi alzarmi dal comodo letto e ritrovarmi davanti a lui - chi è in alto, chi non vola
chi è in basso ci-ci prova, ci-ci prova, ci-ci prova, Plaza e Ava G, la mia squadra è il Real Madrid, sta puta manda kiss, ti do il cazzo e basta miss, il mio fra' che impasta cheese, impasta vari mix, contro le guardie, trick, sulla tua faccia x...»

Avevo gli occhi che parlavano e la bocca impastata senza parole.

«Che ne pensi Bea?» disse, restando fermo, davanti a me, fissandomi silenziosamente aspettando una risposta.

«È bellissima Luca, non è il solito testo che parla di droga, sesso e altro. Mi piace la tua voce mischiata alla base - e mi morsi il labbro, era la seconda volta che glielo dicevo, avrei dovuto smetterla - poi per quanto sia così personale, rispecchia molte persone sai?» dissi senza smettere di guardarlo e per un attimo, lo vidi abbassare lo sguardo e sorridere.

«È per quello che faccio musica, per mostrare alle persone che non hanno tanto coraggio, di non essere sole» spiegò ed io non feci altro che imbambolarmi, sulle sue parole.

«Ho una curiosità, posso?» domandai, e sembravo una bambina che stesse chiedendo il permesso alla maestra, ma in realtà era solo per non risultare pesante, anche se sembrava un quarto grado.

Lui annuì.

«Hai già pensato ad un titolo?» domandai io per poi rimettermi seduta sul letto, per evitare nuovamente sospiri mozzati e sguardi.

«In realtà no, perché hai qualche idea?» disse lui compiaciuto della mia domanda.

Eh sì, avevo qualche idea.

GLITTER | CAPO PLAZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora