he's gone

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Stavano correndo da tanto tempo ormai, inseguiti dai discepoli. Salivano di livello, si nascondevano, provavano in tutti i modi di restare vivi e non farsi catturare. Non potevano farsi catturare, non ora che erano così vicini a dove, erano sicuri avrebbero trovato gli altri.
Bardo era uno strano pianeta. Certo, ne avevano visto ben poco. In realtà avevano visto solo l'edificio che ospitava la pietra, ma quello soltanto bastava per mettere tutti all'erta. Quel tipo di tecnologia era troppo avanzato persino per i loro standard.
Clarke aveva pensato alla possibilità di consegnarsi e di proporre un accordo, lei in cambio dei suoi amici. Sapeva, però, troppo poco di queste persone per potersi fidare di loro e credere che avrebbero rispettato il patto. Volevano lei, questa era l'unica cosa che sapeva.
"Li abbiamo seminati. Dobbiamo fare in fretta". Disse Raven, usando il casco per provare a captare qualsiasi cosa che li conducesse dai loro amici.
"C'è un solo livello che non abbiamo controllato, il 12. Dobbiamo andare li." Disse Clarke rivolgendosi ai suoi compagni.
"Clarke, quel livello è fin troppo controllato. È troppo rischioso, non abbiamo nessuna copertura. Dobbiamo trovare un altro modo." Intervenne Miller.
"Non c'è un altro modo e non abbiamo più tempo da perdere. È rischioso, è vero, ma è l'unico modo per trovare i nostri amici. Se qualcuno di voi volesse tirarsi indietro lo capisco, ma io devo andare." Non sentendo alcuna obiezione Clarke guidò la squadra verso il dodicesimo livello.
Miller aveva ragione, quel livello era in assoluto il più controllato e questo non faceva altro che confermare la teoria di Clarke. I loro amici erano li, da qualche parte. Bellamy era li.
Raven andò per prima, riuscendo ad attivare l'invisibilità della tuta e facendo fuori una dozzina di guardie. Gli altri la seguirono cercando di farsi notare il meno possibile.
Molte altre guardie salutarono fuori e riuscirono quasi a farle fuori tutte, finché una di queste non fece scattare l'allarme. Iniziarono a correre, rifugiandosi nella prima stanza che videro. Raven riuscì ad aprirla usando la tuta.
Tirarono un sospiro di sollievo una volta entrati ed ebbe un significato maggiore quando girandosi videro i loro amici in quella stanza.
La scena che si presentava davanti a loro era abbastanza strana.
Echo a terra e Octavia che cercava di consolarla. C'erano Diyoza e Gabriel, insieme ad un'altra ragazza che giuravano di non aver mai visto prima.
"Clarke..." disse Octavia alzando lo sguardo verso la vecchia amica.
"Octavia... cosa..." Questa lasciò Echo e si precipitò tra le sue braccia. Il suo sguardo spento adesso si riempiva di lacrime. "Clarke è passato così tanto tempo, non pensavo vi avrei più rivisti."
"Octavia cosa stai dicendo? Dov'è Bellamy? Perché non è con voi?" Clarke si guardò intorno. Gabriel e le altre due fissavano Octavia, Echo abbassò lo sguardo.
"Octavia?" Domandò questa volta Raven.
Octavia strinse gli occhi, come per scacciare via un brutto ricordo, sospirò e guardò Clarke negli occhi. "È morto, Clarke. Se n'è andato."
"Cosa... cosa stai dicendo?" Ripeté ancora Clarke allontanandosi da Octavia come se si fosse scottata.
Octavia stava ormai piangendo, come se dirlo a voce alta, dirlo a Clarke le avesse fatto realizzare la cosa. Cadde sulle sue ginocchia e ripeté singhiozzando "Se n'è andato."
Clarke cercò di elaborare quelle parole, ma nella sua testa non avevano alcun senso. Delle mani si poggiarono sulle sue spalle, quelle di Raven forse. Si scansò subito, il suo sguardo fisso su Octavia.
"Non è vero. Non può essere vero."
Provò ad allontanarsi, a fare qualsiasi cosa, ma era come pietrificata. Cadde a sua volta, sulle sue ginocchia, davanti alla sorella del suo migliore amico, della sua ancora, del suo cuore, della persona che amava ma non era mai riuscita ad ammetterlo.
"mi dispiace così tanto, non sono riuscita a salvarlo." Disse Octavia aggrappandosi alle braccia dell'amica.
Delle lacrime iniziarono a scorrere silenziose sulle guance di Clarke, il suo sguardo assente.
"Ti amava, Clarke. È giusto che tu lo sappia." Le disse. Echo non ebbe nessun tipo di reazione, come se, infondo, lo avesse sempre saputo.
Clarke, invece, sentendo quelle parole scoppiò. Iniziò a singhiozzare e ad urlare dalla disperazione. C'era una voce nella sua testa che le diceva di smetterla perché l'avrebbero sentita e sarebbero venuti a prenderla. Sapeva che stava mettendo in pericolo tutti quelli nella stanza, ma non riusciva a contenere il dolore che le faceva così pressione sul cuore.
"Clarke! Clarke basta! Ci scopriranno!" Era Jordan a parlare.
"Che vengano allora." Rispose Diyoza, parlando per la prima volta da quando erano arrivati.
"Non posso aver perso anche lui. Non lui." Sussurrò Clarke un attimo prima che la porta si spalancasse.

I need you | bellarke one shots Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora