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Ti risvegli quelli che ti sembrano giorni dopo, quando in realtà erano passate solo poche ore.
Il 'viaggio' era stato relativamente complicato, ma almeno questa volta non sei finita su dei cassonetti in un inquietante vicolo di New York.
Bensì, ti ritrovi davanti all'entrata del liceo Midtown, la tua vecchia scuola.
Ti giri verso l'edificio e sospiri rumorosamente, prima di stringerti nelle spalle e cercare un modo per tornare a casa, anche se non sei sicura di cosa dirai a tua madre.
Nessuno si ricorda più di te, è come se il passaggio da un Universo all'altro abbia cancellato le memorie di tutti, anche May, Ned e MJ si sono probabilmente dimenticati di Peter.
Chissà cosa stanno facendo ora... pensi mentre prendi il telefono per chiamare un taxi.
L'uomo ti guarda con indifferenza, nonostante mezzanotte fosse passata da un pezzo e tu fossi sola davanti a una scuola superiore, con l'aria stanca e delle occhiaie non indifferenti.
<< L'hotel più vicino, grazie >> dici entrando nella macchina.
Lui annuisce e dopo altri dieci minuti di tragitto parcheggia davanti ad un hotel che hai sempre visto tornando a casa da scuola, ma del quale hai sempre ignorato l'esistenza.

<< Ma se un giorno scappassimo di casa e venissimo qui per qualche giorno? >> ti chiede Peter ridendo mentre, mano nella mano, camminate accanto ad un hotel sulla strada per tornare dalla vostra solita giornata di scuola.
<< Buona idea, dopotutto chi si insospettirebbe se due quindicenni si presentassero alla reception di un hotel senza genitori chiedendo una stanza >> ribatti soffocando una risata e guardandolo alzando un sopracciglio.
<< Ehi, non attaccarmi, era un'idea >> risponde il ragazzo alzando un braccio in segno di resa.
Con la mano libera gli tiri uno scherzoso pugno sulla spalla, guadagnandoti un'occhiataccia da parte del moro.
In ulteriore risposta gli fai una linguaccia e lui non esita a far collidere le vostre labbra, anche se eravate esattamente al centro del marciapiede.
Gli passi una mano sulla guancia mentre non riesci a toglierti un sorriso dalla faccia.

<< Signorina... siamo arrivati >> dice il tassista riscuotendoti dai tuoi ricordi.
Annuisci e mormori uno 'scusi' prima di dargli i soldi e scendere dall'auto.
Senza dire più una parola ti dirigi verso la reception dell'hotel e chiedi una camera, il direttore ti lascia le chiavi facendo un mezzo sorriso dopo aver notato il tuo sguardo sconsolato, e ti mostra la via per arrivare alla stanza.
Apri la porta e ti lasci cadere sul letto, sommersa da un sacco di ricordi che pensavi di aver archiviato completamente. Un banale esempio poteva essere l'episodio dell'hotel di prima: uno di quei momenti a primo impatto banali, ma che ti mancano di più quando la persona con cui li hai vissuti non c'è più.
Perché lui, Peter, non era con te da mesi ormai. E avevi la conferma del fatto che ti mancasse ogni giorno di più.
Vai a dormire così quella sera, a pancia in su sul letto, con una mano sul cuore e una sulla bocca, per cercare di trattenere i singhiozzi.

La mattina dopo...

Dire che ti sei svegliata era esagerato, semplicemente avevi trovato a malavoglia la forza di alzarti dal letto e tornare alla reception per consegnare le chiavi e uscire definitivamente dall'hotel.
Non ti sforzi neanche di prendere il cellulare e chiamare di nuovo un taxi, semplicemente inizi a camminare verso casa, ancora senza sapere cosa avresti detto una volta lì.
Ehi ciao sono tua figlia, non mi vedi quasi un anno e ti sei completamente dimenticata di me perché sono andata in un Universo parallelo per sfuggire a una condanna falsa per omicidio insieme al mio ragazzo, che è morto prima di riuscire a tornare.
Ecco no, non sembra appropriato.
Proprio mentre pensi questo ti ritrovi davanti alla porta di casa tua, e inizi a sentire il rumore della tua sorellina che gioca in giardino con il vecchio casco di tuo padre.
Giuri di sentire una lacrima solcarti il volto mentre la osservi così felice.
Incroci il suo sguardo per un secondo.
Il tuo cuore perde un battito quando la vedi mollare tutto quello che aveva in mano per correrti incontro e abbracciarti come non aveva mai fatto.
<< Sei tornata... >> mormorò lasciandoti più confusa che altro.
<< T-ti ricordi di me? >> chiedi dovendo coprirti gli occhi con le mani.
<< Si...>> rispose semplicemente lei guardandoti storta.
Rimani ancora immobile, non sai effettivamente cosa fare.
Proprio mentre sei nel tuo momento di trance tua madre esce dalla porta di casa, rimanendo a fissarvi entrambe per svariati secondi.
<< Mamma! Y/N è a casa! >> esclama la bambina iniziando ad agitare le braccia.
Tua madre rimane immobile, provando a mettere a fuoco il tuo viso.
Passano secondi che sembravano infiniti, fino a quando una lacrima solca il suo viso mentre scende di corsa le scale.
<< Dio mi devi spiegare così tante cose! >> esclama lei raggiungendoti per poi scompigliarti i capelli.
Sei a casa.

THE NEW HERO (pt. 2) || Peter ParkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora