E adesso?

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Le sedute con la dottoressa Weigh mi sembravano sempre meno pesanti e sentivo di aver abbandonato quasi del tutto il mio atteggiamento diffidente. Ci vedevamo una volta a settimana ed eravamo giunte alla quarta. Non aveva più menzionato la questione di andare al cimitero, ma sapevo che aveva intenzione di tirare fuori l'argomento in un futuro non troppo lontano e mi sentivo stranamente d'accordo con lei. Ero giunta alla conclusione che fosse giusto e rispettoso nei confronti di nonna Maggie ed anche nei miei.

Alla fine, avevo deciso di disdire l'appuntamento con Cameron, non senza sentirmi in colpa. Nonostante questo, ero convinta che fosse la cosa migliore, dato che non avevo intenzione né di illuderlo, né di fingere di essere felice di uscire con lui.

Ovviamente, tutto ciò aveva comportato delle conseguenze, tra le quali l'essere bersagliata dai suoi messaggi e dalle sue apparizioni improvvise davanti a me nei corridoi della scuola.

Era leggermente snervante, ma capivo il suo bisogno di spiegazioni riguardo il mio ripensamento improvviso e, a suo dire, ingiustificato. Alla fine, si era convinto a lasciarmi in pace e concentrarsi su altro.

O su altre, spero.

Il rapporto con i miei genitori, invece, procedeva sempre meglio. Stavamo piano piano ritrovando la serenità.

Immersa nei miei pensieri, nella sala d'attesa dello studio della dottoressa, controllai i messaggi sul gruppo di WhatsApp tra me, Sarah e Mike.

M: Penso di averlo beccato mentre ti guardava il fondoschiena...

S: Togli il penso, è successo davvero!

Alzai gli occhi al cielo e soffocai una risatina, mentre rispondevo.

State vaneggiando, devo ricordarvi che non ci rivolgiamo più la parola?

In quelle due settimane, io e Noah avevamo tenuto fede alle nostre promesse, limitando i nostri incontri al solo edificio scolastico e scambiandoci saluti cordiali quando ci incrociavamo nei corridoi.

Certo, il mio cuore non ne voleva sapere di battere normalmente ogni qualvolta il mio sguardo si incatenava al suo o eravamo troppo vicini. In ogni caso, la situazione si era calmata e perlopiù ci ignoravamo. Aveva persino valutato i progetti e ovviamente il mio lo aveva deluso, ma aveva chiuso un occhio, come promesso prima che le cose tra noi degenerassero. Nonostante questo, il suo atteggiamento nei miei confronti era lo stesso che teneva con tutti gli alunni e un po' mi dispiaceva, ma non potevo fare altro che accettarlo e condividerlo.

Inoltre, lo avevo beccato un paio di volte a parlare con Karen Cooper, distogliendo lo sguardo subito dopo e allontanandomi. Non mi faceva piacere, ma sapevo di non poter fare scenate di alcun tipo. Quella storia non sarebbe mai potuta cominciare ed ero felice che ci fossimo fermati appena in tempo.

Non abbastanza in tempo da farti ingelosire come una ragazzina, a quanto pare.

Sarah e Mike lo osservavano in modo molto discreto, per poi darmi un'opinione sul suo comportamento quasi dopo ogni lezione. Come in quel momento, mentre aspettavo che la dottoressa mi ricevesse.

Non ero stupida ed ero consapevole dei suoi sguardi, ma del resto lo aveva confermato lui stesso di essere geloso. E comunque lo guardavo anche io, molto attentamente. Tanto che i miei amici ogni tanto dovevano tirarmi un colpetto con il piede sotto il banco, per evitare che mi imbambolassi davanti alla sua figura.

-Ariel, accomodati!-

Mi riscossi dai miei pensieri e salutai Kelsey, seguendola all'interno del suo studio e prendendo posto sulla mia solita poltrona.

Questione di ChimicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora