Ovunque ci sia tu

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Da quando avevo messo piede all'interno del ristorante, non avevo ancora emesso alcun suono.

Durante il viaggio in auto, tra me, i miei genitori e Meredith era calata una forte tensione, la quale aveva raggiunto il suo apice una volta seduti al tavolo.

-Ariel, va tutto bene?- spezzò il silenzio mio padre, mentre la cameriera si allontanava con le nostre ordinazioni.

Per niente.

Non andava tutto bene; da quando avevo parlato con Noah, mi sembrava di essermi rinchiusa in una bolla, isolata dal resto del mondo.

Sospirai rumorosamente, chiudendo gli occhi.

-Più o meno- risposi infine, con voce flebile.

-Puoi spiegarci?- irruppe quindi mia madre, che era rimasta in silenzio fino a quel momento, senza però riuscire a nascondere la sua curiosità.

Inarcai un sopracciglio, fissandola interrogativa.

-Cosa, esattamente?-

In tutta risposta, lei sbuffò, poggiando il calice di vino sul tavolo in un gesto fin troppo irruento.
Quello era indice del fatto che stesse perdendo la pazienza, ma non avevo assolutamente intenzione di assecondarla.
Ero sempre stordita da ciò che era successo e desideravo, anzi, pretendevo, di passare una serata tranquilla, senza soffermarmi troppo sul mio tumulto interiore.

-Come, cosa? Forse chi era quel ragazzo e cosa voleva da te?- ribatté, con aria di sufficienza.

Inspirai bruscamente, incamerando quanta più aria possibile, per impormi di non dare di matto e rimanere calma.
Mio padre si schiarì la voce, mentre Meredith si mordeva il labbro e percorreva con lo sguardo l'orlo della tovaglia.
Era chiaramente in imbarazzo, per cui mi irritai ulteriormente con mia madre, dato che la tensione aleggiante al tavolo era soprattutto causata da lei.

-Mamma- la richiamai, esasperata, -Sono cose personali, se permetti- spiegai, con più calma di quel che pensassi di possedere.

Lei strinse le palpebre, assottigliando gli occhi.

-Lo sarebbero, se solo non avessi cambiato completamente atteggiamento da quando l'hai visto- rispose, con l'aria di chi la sapeva lunga, -Era lui Noah? Il famoso ragazzo che ti ha spezzato il cuore?-

Arrossii inevitabilmente, portandomi le mani sul volto.

-Tesoro, credo che non sia il luogo, né il momento adatto per parlarne- intervenne in mio soccorso mio padre, poggiandole una mano sul braccio.

Lei se la scrollò di dosso, voltandosi per affrontarlo.

-Davvero?- fece, ironica, -Quindi non ti interessa che questo ragazzo sia in realtà un uomo? E non vorresti sapere come lo abbia conosciuto? Oppure perché fosse presente alla cerimonia di consegna dei diplomi?-

Strabuzzai gli occhi, incontrando lo sguardo di mio padre.
Lui sospirò, massaggiandosi la base del naso.
Sapevamo entrambi che, una volta partita per la tangente, niente l'avrebbe fermata.

-Lo avete visto?- chiesi loro, sorpresa.

Non pensavo che quel giorno si fossero accorti della sua presenza, e soprattutto non credevo che in tal caso l'avrebbero riconosciuto.

-Sì, lo abbiamo visto- rispose mia madre per tutti e due, -Ho avuto dei sospetti quando avete parlato da soli, ma quando ho chiesto a Sarah chi fosse, lei ha parlato di un supplente che vi aveva fatto lezione al posto del professor Davis. Non ho certo pensato che potesse essere lui, quel Noah-

Oh, cazzo.

Mai avrei creduto che i miei genitori sarebbero arrivati a scoprire di me e Noah.
Ormai le carte erano state scoperte, era inutile continuare a mentire.
Lanciai un'occhiata a Meredith, la quale sollevò un angolo della bocca in un sorriso incoraggiante.

Questione di ChimicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora