Il codice etico dell'amicizia

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Oggi eri più bella del solito.

Mi morsi le labbra per reprimere un sorriso di fronte al messaggio che mi era arrivato.

Non volevo certo che la Jackson mi scoprisse al telefono durante la sua lezione, ma non avevo resistito quando avevo sentito la vibrazione di una notifica, immaginando che fosse Carter.

Digitai velocemente una risposta, prima di tornare a prestare attenzione alla spiegazione della professoressa.

E tu sei il solito adulatore.

Io e Noah ci eravamo visti poco in quei giorni, a causa di impegni vari, tra cui il mio periodo intenso di compiti in classe, ma dal giorno in cui mi aveva portata alla casa di riposo per parlare con Frank, qualsiasi suo piccolo gesto nei miei confronti assumeva dei significati importantissimi. Come, ad esempio, i suoi messaggi durante la giornata.

Ci eravamo visti quella mattina a lezione, durante la quale io e i miei compagni avevamo sostenuto il test di biologia. Ero contenta e sicura che fosse andato bene. Avevo studiato tantissimo negli ultimi giorni ed ero certa che i risultati sarebbero stati evidenti.

Un nuovo messaggio mi riscosse dai miei pensieri.

Solo quando serve... Segui la lezione, adesso. Ci sentiamo dopo.

Mi trattenni dall'alzare gli occhi al cielo e sorrisi, divertita dal nostro punzecchiarci.

Avevo potuto constatare quanto Noah fosse simpatico e carismatico, oltre che maledettamente bello e dolce. Vivevamo il nostro rapporto senza alcun freno, consci di aver ormai oltrepassato dei confini etici dai quali era difficile tornare indietro.

Il bisogno di conoscerlo diveniva sempre più forte ed era naturale comportarmi come se fossimo una coppia.

Quel pensiero mi tormentava, dal momento in cui non sapevo come definire la nostra relazione. Era troppo presto per ufficializzare, ma era altrettanto ipocrita fare finta che la situazione non fosse più seria di quel che era effettivamente.

Avevamo entrambi deciso di rischiare tutto per quel rapporto, quindi potevamo considerarci qualcosa di più di una banale frequentazione passeggera: per cose come quella non si metteva tutto in discussione, come invece stavamo facendo noi.

Riposi il cellulare all'interno dello zaino e tornai con la mente all'esercizio di matematica che stava spiegando la professoressa.
La cosa principale per me era non distrarmi dai miei impegni scolastici, cosa che mi era stata fortemente raccomandata anche da Noah.

Per tutto il resto c'è tempo.

Per tutto il resto c'è tempo

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-Usciamo stasera?-

Guardai la mia migliore amica con un sopracciglio inarcato.

-Di martedì?-

Lei sbuffò, voltandosi verso Mike, il quale era concentrato sulla strada che portava a casa mia.

-Mikey?- lo chiamò, melliflua.

Questione di ChimicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora