Capitolo 2

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[Alicia]
Un giorno di lavoro in più,il bar è quasi vuoto fatta eccezione di qualche coppia seduta al tavolo accanto alla vetrina.Una canzone di Juan Moreno risuona all'interno del locale,la sua dolce voce è inconfondibile,non sono una sua grande fan.Ma Lucia il mio capo,si,quindi ho imparato ad apprezzare le sue canzoni.
Osservo la coppia,sembra felice,lei ride alle battute di lui,che cerca di nascondere il suo imbarazzo.Quasi non ricordo cosa vuol dire amare,sebbene in questo periodo ho frequentato alcuni ragazzi.La mia amica Lola,mi ha organizzato appuntamenti a buio a bizzeffe,ma con nessuno di loro mi sentivo a mio agio.
Infondo il mio sogno nel cassetto,non è quello d'incontrare l'amore e mettere su famiglia.Io voglio pubblicare il mio primo libro,quello che la mia famiglia definisce una perdita di tempo.Madrid è stata una boccata d'aria fresca nella mia vita,un punto di partenza,mi ha accolto e mi ha offerto un lavoro.Lontano dai miei sogni,ma mi permette di sopravvivere.
"Signorina,un caffè espresso per favore"
una voce mi riporta sul pianeta terra,la mia migliore amica è poggiata al bancone del bar.Le preparo il suo caffè,lo decoro con del cacao.Al primo sorso,un piccolo mugolio scappa dalle sue labbra,a differenza mia è un'amante del caffè.Io in definitiva preferisco una tazze fumante di the.
"Come mai da queste parti?"
le chiedo appoggiandomi al bancone,un sorriso furbo si disegna sulle sue labbra
"Stasera usciamo,un appuntamento a quattro"
questa stupida fissa,di volermi a tutti i costi trovarmi un fidanzato.La guardo confusa.Chissà quale amico o parente di Kim,il suo ragazzo,vuole presentarmi questa volta?Quelli che ho conosciuto non erano il massimo,l'ultimo era un importante imprenditore.Un'uomo bellissimo,peccato che fosse malato del suo lavoro,durante il corso della cena non ha fatto che parlare della sua azienda.Dire che mi sono annoiata è dire poco.
"Ho già un impegno questa sera"
non è la realtà,ma è la prima cosa che mi è saltata in mente,ordinerò qualcosa d'asporto e mi rimetterò a lavorare sul mio libro.C'è tanto lavoro da fare,prima che io possa presentarlo a qualche casa editrice.
Lola mi guarda incredula,non sono stata credibile,sa benissimo quali saranno i miei piani per la serata.
"Oh davvero?"
incrocia le braccia al petto,è ironica.
"No,ma non ho voglia di incontrare nessuno"
questa è la verità,so che Lola lo fa per il mio bene,odia il mio rinchiudermi in me stessa,ma in questo momento sto bene così.
"Ok,capisco.Ora scappo sono in ritardo"
lascia delle monete sul bancone,mi saluta con un cenno della mano e abbandona il bar.Sa perfettamente che i sermoni con me,non valgono,ma l'ultima cosa che desidero è che si arrabbi con me.Sto per raggiungerla,ma l'ingresso di un cliente me lo impedisce.Il signor Denver,cliente abituale,ama fare colazione con le torte che abbiamo in esposizione.Si siede ad un tavolo ed inizia a sfogliare il giornale,l'ho sempre trovato una persona buffa.Un tipo bizzarro,con un paio di occhiali colorati,solitario,non l'ho mai visto in compagnia di qualcuno.Sebbene sono curiosa di scoprire qualcosa in più della sua vita professionale,mi ricordo del mio ruolo di cameriera.Da tale devo essere cordiale e non intromettermi nella vita dei clienti.Avvolta nei miei pensieri preparo una tazza di the,e taglio una fetta della sua torta preferita.Dispongo tutto sul vassoio e mi reco al suo tavolo.
"Molto gentile da parte sua.Ecco la sua mancia"
mi porge delle monete,sorrido ringraziandolo e mi ritiro dietro il bancone di nuovo.
La mattina trascorre velocemente,un susseguirsi di clienti ha invaso la caffetteria,sono distrutta.Non ho avuto il tempo di contattare Lola,sarà anche lei immersa nel suo lavoro,proverò a chiamarla durante la pausa pranzo.Intanto mi occupo della stoviglie mentre la mia canzone preferita risuona attraverso le casse.
[Juan]
Sono le 6.30 del mattino,ho la mattina libera e dovrei riposare per l'ultimo concerto sudamericano di questa sera.Semplicemente non ci riesco.Questo tour mi ha regalato tante emozioni,la prima volta dall'altra parte del mondo.Inizialmente non ero convinto di compiere questo grande passo,di lanciarmi al mercato sudamericano.Ma la mia casa discografica ha insistito,ed eccomi qui in Argentina.Terra che ho sempre sognatovisitare,la sua cultura mi affascina sin da quando sono piccolo.Un'altro sogno realizzato,in parte,non ho potuto visitare la città come desideravo.Impossibile,visto che appena compio un passo lo sa tutto il mondo.Questa situazione non mi piace,e come Juan Moreno stesse divorando quel bambino che ha sempre sognato di esibirsi davanti una folla,senza importarsi della fama.Ma non si può volere tutto dalla vita,come mi hanno consigliato tutti,piano piano ci prenderò la mano.
Mi giro nel letto inquieto,fino a quando non decido di alzarmi e fare colazione,magari anche un po'di sport.
La palestra dell'hotel è quasi vuota,con un'asciugamano avvolta intorno al collo inizio a pedalare sulla cyclette,sento la tensione abbandonare il mio corpo.
Con la mente provo a ricordare gli impegni del pomeriggio,una prova d'audio,un paio d'interviste ed infine il concerto.Tutto ciò mi riempie di felicità,il poco tempo sono stato risucchiato da questo vortice,conduco una vita frenetica e non me ne lamento.Ma a fine giornata,quando sono in una stanza di hotel,vorrei poter condividere la mia gioia con la mia famiglia.Mi mancano,tanto che colloco sul comodino di ogni albergo una nostra foto.Così li sento più vicini.Ma non basta,non ricordo nemmeno cosa vuol dire trascorrere una domenica in famiglia.Ascoltando la risata di mia sorella,mangiando un buon pasto cucinato da mia madre ed ascoltare i consigli di mio padre.
I miei pensieri vengono interrotti dal suono del cellulare,è Ana,sicuramente si starà chiedendo che fine abbia fatto.Sono stanco di queste persone che provano in tutti i modi a proteggere la mia figura,a volte sembro un burattino tra le loro mani.L'avviso che sono in palestra e che la raggiungerò nel ristorante dell'albergo per fare colazione insieme.
Forza Juan,domani si torna a casa

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