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Il 20 marzo del 1796, esattamente 14 giorni dopo il mio diciassettesimo compleanno, la mia vita subì un cambiamento repentino.

Era un giorno apparentemente normale, stavo lavorando come di consueto e il cielo sopra Castel Sant'Angelo era stranamente sereno.

Mentre ero impegnato a fare a pezzi la carcassa di un maiale, con la coda dell'occhio scorsi una figura poco dietro le mie spalle. Cercai di non prestarle attenzione, dacché ero piuttosto indietro con i tempi di lavoro, e mi voltai dalla parte opposta.

Qualche istante dopo, proprio quando credetti che oltre a me non ci fosse più nessun altro, ecco che quella persona si piazzò proprio dinanzi a me.

Era un uomo non molto alto, baffuto e vestito in modo elegante, il che mi fece pensare a uno dei pezzi grossi dello Stato Pontificio.

Quando poi prese a volteggiarmi intorno, squadrando la mia figura dalla testa ai piedi, mi venne spontaneo chiedergli spiegazioni.

"Scusate, vi serve qualcosa?"

"Buongiorno, signor Bugatti. Chiedo venia per la mia maleducazione, non mi sono nemmeno presentato"

"No, non mi riferivo a quello. Perché mi state girando attorno? E, soprattutto, come sapete il mio nome?"

L'uomo si sistemò il bavero della giacca e sospirò, poi cominciò a spiegarmi.

"Fausto de Angelis è un mio caro amico, ci conosciamo da tempi immemori e siamo sempre andati d'accordo. Nei giorni scorsi mi hanno riferito che ha trovato un nuovo aiutante, ed io ero curioso di vederlo con i miei occhi "

Cavolo, dissi tra me e me, non credo che quest'uomo me la racconti giusta.

"Vi sto osservando lavorare da qualche giorno, e ammetto che sono rimasto colpito dal vostro modus operandi. Sembra quasi che le bestie, nel momento in cui tirano le cuoia, non se ne accorgano"

"Beh, preferisco evitare loro sofferenze inutili. Non vedo perché debbano soffrire quando c'è la possibilità di..."

"Per questo sono qui oggi, ragazzo" mi interruppe, sventolando la mano davanti alla mia faccia.

"Ne ho già parlato con Fausto, ma..."

"Ma?"

"Preferivo farlo direttamente con voi, ecco. Non mi pareva giusto parlarvi alle spalle"

Io, in totale confusione, credetti che quel tizio mi stesse prendendo per i fondelli ed iniziai ad alterarmi. Ero sul punto di cacciarlo a pedate e, ancora oggi, non riesco ancora a capire cosa mi abbia trattenuto.

"Sapete che il boia ci ha lasciato ieri, vero?"

"Certamente, ma di sicuro non è stato ucciso dalla balia" replicai, accennando ai 95 anni del defunto carnefice.

"Beh, non avete tutti i torti, ma non è carino dire certe cose. Comunque, ora basta chiacchierare inutilmente. Andrò dritto al punto, signor Bugatti "

"Bene, allora vuotate il sacco e ditemi cosa c'entro io con il boia morto"

"Stiamo cercando qualcuno che possa sostituirlo, ho già sentito un paio di persone ma, vista la loro incapacità, è  meglio passare oltre. Ripeto, vi ho visto lavorare e sono rimasto colpito dalla vostra professionalità. In brevi parole, voi mi sembrate il soggetto più indicato per svolgere questo mestiere"

Avrei voluto dire tante cose, ma non ci riuscii. Ero interdetto da quella proposta, tanto che, per qualche istante,non fui in grado di dire o fare nulla.

"Ma perché proprio io, scusate?" Dissi, dopo  qualche istante di religioso silenzio.

"La prossima esecuzione è tra due giorni, non abbiamo più tempo da perdere! Ah, quasi dimenticavo. In cambio avrete vitto, alloggio e percepirete dal Vaticano 15 scudi al mese"

Non avevo una casa, non avevo un soldo e quella mi parve la cosa migliore da fare per non morire di fame.

"Va bene, accetto"

In quel momento, negli occhi dell'uomo, poi rivelatasi un fiscale del Papa, apparve un luccichio di estrema soddisfazione.

"Perfetto, quindi domani sera verremo a prendervi per portarvi a Foligno. Sono certo che non mi deluderete, Giovanni Battista" concluse, togliendosi il cappello e facendo un mezzo inchino,per poi andarsene.

Non dissi nulla, solo mi sedetti a riflettere su quanto appena accaduto, con lo sguardo perso e mille dubbi che mi affollavano la testa.

L'ultima graziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora