Chapter XVII (We're the same)

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Grazie per gli 11K, vi amo! Buona lettura, questo capitolo è molto lungo, e capirete molte cose ;) mi dileguo x

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“Eccoci qui,” disse appena parcheggiò la costosa Audi di fronte alla boutique. Sembrava che non ci fossero clienti, qual’era la ragione per la quale eravamo andati lì?

“Harry, questo posto sembra morto,” sussurrai, slacciando la cintura.

“Quindi? Non dimenticare quello che ti ho detto, Tiffany.”

“Non provare a scappare da me, o ti troverò. Ti troverò sempre, blah-blah-blah…” sbuffai, provando ad imitare la sua voce profonda, chiaramente fallendo, sembrava stessi ruttando.

Mi accarezzò il mento con il suo dito indice, facendolo tornare subito sul suo fianco perché mi ero girata verso il finestrino. “Sono serio, Tiffany, non prendermi in giro.”

Annuii e mi guardò per un momento prima di spostare lo sguardo e slacciare la sua cintura. Scese dall’auto, sbattendo la portiera e camminando verso il mio lato. Sbloccò la portiera, la aprì e mi afferrò il braccio, tirandolo impazientemente. Perché era cosi fottutamente arrabbiato? Mi lasciai sfuggire uno sbuffo, assicurandomi che lo sentisse.

Appena entrammo nel negozio, mi lasciai uscire un respiro. Wow, questo spiegava la mancanza di clienti...

“Harry, per favore.” Mi lamentai, totalmente disperata perché non volevo indossare quelle orrende cose, nemmeno provarle.

“Forse non è male, guarda dietro.” Rispose, sembrava più una domanda che una risposta, mentre si grattava il dietro della testa per la situazione imbarazzante. Ansimai, totalmente scioccata che aveva osato suggerire una cosa del genere.

“Sei cieco?” chiesi, seriamente sfinita. Voglio dire, si trattava di una questione di tempo prima di andare a vomitare per il disgusto. I dipendenti che ci lavoravano avevano bisogno d’aiuto, oh Gesù! Ciò non era per niente fashion.

Sorprendentemente, scoppiò a ridere e non potei evitare di fare lo stesso. Non riuscivamo più a respirare, sghignazzando senza nemmeno tentare di nasconderlo ai lavoratori, e rimasi stupita quando vidi una signora guardarci preoccupata. Provai a ritornare seria, ma era impossibile vedendo il suo vestito.

“Stai bene, cara?” chiese. Morsi il labbro, girandomi per vedere che la faccia di Harry era seria, la sua grande mano afferrò la mia immediatamente. Era ovviamente spaventato dalla signora che mi avrebbe potuta riconoscere. Tracciai dei cerchi con il mio polpastrello sulla sua pelle, provando a rassicurarlo che era impossibile che quella signora sapesse chi fossi. Voglio dire, ero scomparsa per alcuni giorni, e la signora sembrava vivere fuori dal mondo! Come anche gli altri... Chi avrebbe mai indossato vestiti come quelli?

“Sì, stiamo bene! Lui mi ha solo... detto qualcosa di divertente!” mentii, facendo un finto sorriso alla donna.

“Oh!” esclamò, ridendo. Una nervosa risata lasciò la mia bocca, mentre Harry sbuffò. Gli mandai un’occhiataccia, mimandogli con la bocca un “zitto”.

“Hai bisogno di aiuto? Ti serve un vestito per qualche occasione?” chiese. Come potevo dire gentilmente che non avrei mai comprato i vestiti che stava cercando di vendere?

“Oh, è okay! Stiamo solamente guardando, grazie!” rispose Harry, offrendole un sorriso carino.

“Oh bene, chiedetemi qualsiasi cosa!” con ciò, tornò dietro la cassa. Andammo nel primo vicolo, guardandoci intorno e cercando qualcosa di interessante, quando in realtà volevamo solamente andare via il più presto possibile senza sembrare che stavamo ridendo per i vestiti. Anche se era quello il motivo...

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