Capitolo 41.

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"E vorrei gridare al mondo che ti amo
Scusa, amore, ti prometto un giorno partiremo
Verso dove esiste un mondo che non conosciamo
Sì, ho un dolore che prima io non conoscevo
Ma tu prometti che
Oggi mi terrai la mano anche se non sto lì con te."
▪︎Ti prometto che un giorno partiremo - Fasma

Firmai il foglio di dimissioni e sorrisi felice, finalmente.
Era passata una settimana da quando avevo avuto l'incidente e non ne potevo davvero più di rimanere rinchiusa dentro quelle stanze pallide dell'ospedale, da cui pure la luce che entrava dalle finestre era veramente poca e mi faceva impazzire.
Volevo godermi il caldo tepore primaverile di Cagliari e non poterlo fare mi rendeva solo nervosa.

Giovanni si era preoccupato di venirmi a prendere, visto che avevo convinto mia madre ad andare a lavoro e a non saltare un altro giorno. Aveva già perso troppi giorni a causa del mio infortunio, non era il caso che mancasse ancora, me la sarei cavata comunque. Aveva già fatto troppo per me.

- Vuoi che ti porti il borsone?- mi chiese il mio migliore amico, sorridendomi. Era davvero felice di vedermi tranquilla nuovamente e di potermi portare fuori dall'ospedale, visto che ripetevo ogni minuto di voler tornare a casa.

Annuii piano e glielo passai. - Ti ringrazio, perché ho ancora dolore alle costole e mi hanno detto di non fare sforzi.-

Uscimmo dall'ospedale e mi aprì lo sportello, aiutandomi a salire nell'auto, visto che era alta e non potevo, appunto, sforzare più di tanto, poi lo richiuse e, dopo aver messo il borsone nel cofano, si accomodò accanto a me.

- Come ti senti?-

Respirai profondamente, felice di non sentire più l'odore di disinfettante nell'aria. - Sto bene, stasera ci mangiamo una pizza a casa mia, così festeggiamo pure la vittoria di ieri!-

- Ma tu le partite del Cagliari non te le perdi nemmeno quando sei ricoverata, fammi capire?-

Scoppiai a ridere davanti alle sue parole e scossi la testa energicamente. - Potrei mai? Il Cagliari prima di tutto e tutti. Solo una cosa non capisco...-

Mi feci seria improvvisamente perché dovevo chiedergli qualcosa che, durante la visione della partita, non mi risultava giusta e mi aveva messo un dubbio. Lui mi fece segno di parlare con la mano, per poi mettere in moto, inserì la prima marcia e partì.

- Da quando Paloschi gioca al Cagliari? È per questo che qualche giorno fa mi hai detto che Alberto non c'è? Hanno fatto una sorta di scambio?-

Lui trasalì davanti alla mia domanda, come se non se lo aspettasse proprio, come se gli avessi chiesto un qualcosa di super complicato, ma poi sospirò, come per riprendersi e annuì. - Sì, esatto...-

- Non lo ricordavo, non so perché... magari perché sono stata super impegnata con l'università ultimamente.- doveva senz'altro essere per quello, anche se mi risultava strano, quando mai mi ero persa delle notizie sulla mia squadra del cuore solo perché studiavo?

- Mmh sì, sicuramente.- inarcai un sopracciglio sentendo la sua risposta leggermente fredda, non capendo perché aveva reagito in modo così strano davanti alla mia domanda.

- Sbaglio o hai cambiato umore, Giò?-

- Come?- mi lanciò uno sguardo interrogativo per qualche secondo, come se fosse caduto dalle nuvole, per poi concentrare nuovamente l'attenzione sulla strada davanti a sé. - No scusa, è che sono sovrappensiero.-

- Vuoi parlarne?- gli chiesi, preoccupata. Non mi piaceva vedere il mio migliore amico con un umore poco felice. - Lo sai che sono sempre qua per te, non è che siccome ho sbattuto la testa nell'incidente non sono più brava ad ascoltare e dare consigli.-

Distance|| Alberto Cerri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora