Capitolo 6

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Capitolo 6


Ban, con al suo seguito Meliodas, giunse ad un sentiero battuto, una stretta stradina di campagna, che attraversava un gruppetto di umili abitazioni. Passando tra quel crocchio di case di periferia furono al centro dell'attenzione dei contadini che a fine giornata scambiavano le merci ai lati della strada principale. Loro due erano sicuramente un'accoppiata strana: un uomo albino di più di due metri d'altezza e un minuscolo bambino nudo che lo seguiva impettito, ma nonostante avessero tutti gli occhi puntati addosso Ban fu comunque in grado di rubare molti viveri senza essere notato, grazie all'aiuto del suo potere e per via della sua rapidità.
Poi cominciò a piovere, prima una pioggerellina fina e fastidiosa, che non fece altro che aumentare il caldo afoso emanato dalla terra. Alla fine però divenne un temporale in piena regola. Già bagnati fradici, i due trovarono quindi riparo in una casa abbandonata, appena fuori dalle mura di Lyonesse. Ban accese un fuoco con della vecchia legna asciutta che era rimasta nel caminetto dopo l'abbandono della casa. Meliodas frugò in tutti gli scaffali possibili, fino a trovare dei vecchi vestiti non troppo logori che reputò degni di essere i suoi futuri indumenti. Li indossò facendo le adeguate risvolte ai pantaloni e alle maniche. Il risultato fu comunque non troppo soddisfacente. Ban diede uno sguardo al piccolo demone mentre armeggiava con i panni, ma quello che vide gli sembrò un qualunque bambino vestito di abiti troppo grandi, estremamente tenero e indifeso.

-Siediti qua e mangia.-

Disse Ban mentre arrangiava un buon pasto davanti al fuoco.

-Non prendo ordini da te, bastardo.-

-E' Ban per te, non bastardo.-

-Non rompere.-

Rispose Meliodas prendendosi l'ultima parola. Ma alla fine si sedette, e aspettò senza battere ciglio, che il cibo fosse pronto. Poi mangiò in silenzio.

-Com'è?-

Chiese Ban ad un tratto.

-...Non male...-

Ammise orgoglioso il bambino. E ora sembrava in tutto e per tutto un qualunque bambino imbronciato.

-A questo punto dovresti ringraziare, funziona così.-

Continuò Ban, poggiando una mano fra i capelli ancora umidi del piccolo. Lui si sorprese di quel tocco.

-Secondo me è una stupida cosa di voi esseri inferiori dire grazie, nient'altro. Ed è stupido anche toccare la testa delle persone in questo modo... anche quella donna prima l'ha fatto.... Strani esseri con strane abitudini.-

Sentenziò il demone, poi tirò su con il naso, mentre addentava un altro pezzo di cibo.

-Per tua informazione, anche quello che stai facendo ora, piangere, è una cosa molto comune tra noi esseri inferiori, al contrario di quanto deve essere per voi prodi demoni.-

Meliodas provò a tamponarsi gli occhi colmi di lacrime, ma queste li riempirono nuovamente e rotolarono inarrestabili lungo le guance.

-Che cosa significa?-

Domandò il piccolo, che adesso era quasi spaventato da quelle strane sensazioni che lo attraversavano.

-Che cosa mi sta succedendo?-

-Niente di che... Deve esserci una parte di te che grida "grazie!", ma tu non lo vuoi ammettere, e allora eccoti il risultato.-

-Non prendermi in giro!-

-Mai stato più serio.-

E Ban diceva il vero. Cercò lo sguardo sfuggente e lacrimoso di Meliodas e gli fece capire quanto le parole che aveva appena pronunciato fossero importanti.

-Non è una malattia e non durerà per molto. Almeno finché non accetterai quella parte di te che si sente felice per tutto questo. Allora starai sicuramente meglio. Fidati di me.-

Fiducia, che strana parola. Meliodas certo, sapeva che cosa significasse, ma non l'aveva mai messa in pratica prima. Sembrava allettante come invito. Potersi fidare di qualcuno. Come se quella persona facesse per te qualcosa di bello, senza aspettarsi nulla in cambio. No, Meliodas non l'aveva mai sperimentato. E sì, era dannatamente piacevole. Non c'era verso di negarlo. Quel cibo era buono, quel tizio era gentile, quelle parole erano sincere, tutto quanto era piacevole, molto piacevole...

Meliodas scoppiò in forti singhiozzi, e non cercò di fermarli. Pianse per un po'. Ban non intervenne, sapeva quanto potesse essere delicato quel momento. Sapeva quanto potesse essere fragile quel bambino. Lui c'era passato, ed era stato fortunato nel trovare ad un certo punto una figura paterna come Zivago, che gli aveva insegnato a sopravvivere e vivere. Invece Meliodas era sempre stato solo da piccolo e adesso, anche se si trattava del Meliodas adulto vittima di un incantesimo, Ban voleva poter fare qualcosa per quella sofferenza. Voleva essere lui quella figura paterna in grado di salvarlo. E se anche questo non avesse cambiato il passato del suo capitano, almeno avrebbe reso alcuni suoi ricordi un po' più piacevoli. Non era da Ban essere così paziente e delicato nei modi e nei termini. Ma gli era venuto spontaneo. Glielo doveva, al suo capitano. Per tutte le volte in cui aveva messo in primo piano il proprio dolore, e lo aveva fatto pesare a Meliodas, il cui dolore era centinaia di volte superiore.


Alla fine i singhiozzi si affievolirono e il bambino si calmò. Era evidente che fosse molto stanco, provato per aver combattuto a testa alta i sette peccati capitali, e scombussolato per tutte le nuove emozioni con cui era venuto a contatto quella sera. La testa di Meliodas ciondolava, e gli occhi stavano aperti a malapena. Allora Ban si fece più vicino. Gli toccò nuovamente la testa e lo accompagnò giù fino a che non fu steso, con la testa appoggiata sulle sue gambe, come una volta Zivago aveva fatto con lui.

-Ora puoi riposare tranquillo. E questa mano sulla testa, anche se per te è essere solo una strana abitudine umana, in realtà per noi ha un significato molto importante. Vuol dire che ti vogliamo bene. Ti garantisce che noi ti proteggeremo a qualunque costo, quella donna, io, tutti quanti. Non sei da solo. E questa notte la mia mano non si sposterà dalla tua testa, hai la mia parola. Fidati di me.-

Quelle parole suonarono così belle alle orecchie di Meliodas, così magiche, meravigliose. Sorrise.

-Va bene..-

Mugugnò poco prima di addormentarsi. E quando l'ebbe detto, si sentì davvero bene, come non mai.


Ban mantenne la promessa, e vegliò sul piccolo demone per tutta la notte. La pioggia batté forte sul tetto quasi fino all'alba, poi cessò di colpo, e il cielo si tinse di rosa: le nuvole erano sparite e si prospettava un'altra giornata all'insegna del sole cocente d'estate.

A LITTLE DEMON ❤️  (Fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora